Siria, tregua a rischio. Ripresi gli attacchi a Aleppo, Usa e Russia ai ferri corti

Siria, tregua a rischio. Ripresi gli attacchi a Aleppo, Usa e Russia ai ferri corti
19 settembre 2016

guerra siriaLa tregua negoziata tra Russia e Stati uniti è sempre più a rischio in Siria, dopo gli attacchi della coalizione a guida Usa che hanno ucciso decine di soldati fedeli al presidente Bashar al Assad – alleato di Mosca – nell’Est del Paese e i primi raid su Aleppo da una settimana. Questo deterioramento della situazione ha esacerbato i tono tra Mosca e Washington, che si accusano reciprocamente di voler mandare all’aria il fragile cessate-il-fuoco. La situazione in Siria è destinata a dominare le discussione a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni unite, l’annuale appuntamento diplomatico che si aprirà domani a New York, che quest’anno è centrato sul problema delle migrazioni. In cinque anni, la guerra in Siria ha fatto oltre 300mila morti, facendo perdere la casa alla metà della popolazione. Una parte di essa è sfollata all’interno del Paese mediorientale, un’altra parte è andata via in cerca di salvezza principalmente nei Paesi vicini, Turchia in primis, ma anche tentando la pericolosa traversata verso l’Europa. Sul terreno, un colpo particolarmente duro alla tenuta della tregua è stato dato dai bombardamenti condotti dagli Stati uniti, che hanno causato sabato 90 morti a Deir Azzor, secondo quanto ha riferito l’Osservatorio siriano per i diritti umani. La coalizione, in seguito, ha attribuito a un errore il raid contro l’esercito di Damasco: pensavano di colpire postazioni dello Stato islamico (Isis). Mosca ha chiesto un’inchiesta completa. “Le azioni dei piloti, se essi, come noi speriamo, non obbedivano agli ordini di Washington, vanno dalla negligenza criminale al sostegno diretto ai terroristi dell’Isis”, ha dichiarato il ministero degli Esteri russo ieri. Invece secondo la consigliera di Assad, Buthaina Chaaban, l’attacco “è stato premeditato” e ha portato a un avanzamento dell’Isis.

L’ambasciatore siriano presso l’Onu, Bashar Jaafari, dal canto suo, ha accusato gli Usa di voler “far fallire la tregua”. Mosca vuole da tempo il coordinamento delle azioni militari con gli Usa, cosa prevista tra l’altro dagli accordi che hanno portato alla fragile tregua in vigore, ma Washington rinvia questa svolta a una fase successiva, in cui gli aiuti umanitari saranno stati finalmente distribuiti alla popolazione in estrema difficoltà, a cominciare da Aleppo. La Difesa moscovita, rivela oggi il quotidiano Izvestia, intende inviare ai colleghi americani le proprie proposte “su come organizzare l’interazione tra le forze russe e americane in Siria”, con una serie di “regolamenti tecnici” che prevedono “informazioni, livelli e gerarchia di interazione, oltre alla lista e ai modelli di documenti formali”, ha riferito una fonte governativa al quotidiano. Un’iniziativa che rischia di innervosire ulteriormente il Pentagono. A rendere le tensioni ancor più forti, poi, sono arrivati i quattro primi attacchi contro quartieri ribelli di Aleppo, nel Nord, dall’inizio della tregua di lunedì scorso. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha parlato di un morto e di diversi feriti, senza attribuire gli attacchi. Il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, ha parlato di un “aumento del numero dei bombardamenti dei gruppi ribelli contro le posizioni militari governativi e i quartieri residenziali”. Il fatto che alle città siriane non sia ancora pervenuto l’aiuto umanitario previsto nell’accordo, ancora, rappresenta un’altra minaccia per la tregua. In mancanza di sufficienti garanzie di sicurezza, i camion dell’Onu con gli aiuti sono fermi in una zona tampone alla frontiera turca. Washington vincola l’avvio del coordinamento militare con Mosca all’arrivo di tali aiuti. (con fonte Afp)

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