Trovata fossa comune con più di mille corpi. Massiccia offensiva finale all’Isis

14 febbraio 2019

I resti di circa 150 corpi sono stati rinvenuti oggi a Raqqa, ex capitale dell’Isis in Siria, secondo quanto riferiscono fonti dal terreno che parlano del ritrovamento di una fossa comune con piu’ di mille corpi ancora da riesumare. I medici legali che operano nel quadro della regione semi-autonoma curdo-siriana, affermano che la fossa comune e’ divisa in due parti e che si trova sulla sponda sud dell’Eufrate. Le fonti affermano che i 150 corpi finora riesumati non sono stati ancora identificati. Si tratta con molta probabilita’ di vittime delle violenze dell’Isis, che ha controllato la regione dal 2014 al 2017. I medici legali affermano che nelle due parti della fossa comune ci sono i resti di 1000-1500 persone e che ci vorranno diversi giorni per riesumare i corpi. Dopo mesi di richieste pressanti da parte delle organizzazioni locali e internazionali, solo alcune settimane fa sono cominciati a Raqqa e dintorni i lavori di ricerca delle fosse comuni.

Intanto, in Siria ci continua a sparare. Trincerati nei tunnel, i jihadisti dello Stato Islamico (Isis) stanno opponendo anche oggi una feroce resistenza, lanciando attacchi kamikaze nella loro ultima sacca ridotta ormai ad un chilometro quadrato nella Siria orientale; e questo per fare fronte ad una offensiva lanciata sabato dalle forze siriane democratiche (SDF), un alleanza curdo-araba sostenuta dagli Stati Uniti. L’organizzazione terroristica aveva conquistato nel 2014 vaste aree di territori e grandi città in Siria e in Iraq, coprendo una superfice paragonabile a un paese come la Gran Bretagna. Ma del cosiddetto “Califfato” rimangono oggi solo alcune centinaia di jihadisti intrappolati nella provincia di Deir Ezzor. Sostenuto dalla coalizione internazionale guidata da Washington, l’SDF ha lanciato sabato scorso la sua offensiva “definitiva”.

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I progressi nell’area del villaggio di Baghouz sono tuttavia lenti. “Ci sono scontri violenti, battaglie feroci”, ha detto alla France Presse il portavoce di SDF, Adnane Afrine sottolineando che “c’è una forte resistenza”. Gli uomini del Califfato nero, compresi gli stranieri, sono ora bloccati in un’area di poco più di un chilometro quadrato, che comprende case nel villaggio di Baghouz e un campo adiacente, secondo il portavoce. “Non abbiamo cifre esatte, ma possiamo dare una stima: ci sono circa mille combattenti” ha detto, mentre i responsabili di SDF non sono in grado di fare una stima dei civili. “Ci sono molti tunnel in Baghouz ora. Questo è il motivo per cui l’operazione va a rilento. Ci sono un sacco di kamikaze in trappola che attaccano con auto o moto”, ha ancora dichiarato Afrine. Martedì scorso, SDF ha subito due attacchi suicidi “guidati da donne”, ha concluso.

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