“Sono io la causa delle divisioni del Pd? C’erano anche ai tempi di Cuffaro e Lombardo”

30 giugno 2014

In una difficile fase economico-finanziaria che dura ormai da molti anni, e’ scontato che tutte le colpe vengano attribuite a chi governa. Pero’, e’ il “fuoco amico” che non va giu’ al presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, cioe’ le critiche che gli provengono da correnti del suo partito, il Pd. “Abbiamo fatto balzi in avanti verso il risanamento del bilancio, accelerato la spesa europea, avviato la nuova programmazione. Eppure ci chiedono di accelerare sulle riforme, ma questo puo’ avvenire se il sistema e’ coeso. Se una parte frena perche’ non ha la capacita’ di confrontarsi o, addirittura, cerca ogni giorno la rissa, tutto diventa piu’ difficile. Molte cose stanno cambiando nella mentalta’ dei siciliani e il ‘gay pride’ di sabato, a Palermo, ne e’ la dimostrazione”. A parlare è il governatore, Rosario Crocetta, in un’intervista sul quotidiano “La Sicilia”.

“‘Facciamo’ – aggiunge – non me lo sento dire da nessuno. Ci criticano perche’ le societa’ partecipate sprecano ancora molti soldi, ma nessuno si e’ accorto che non ci sono piu’ i consulenti, li abbiamo mandati via e creato un ufficio unico per la liquidazione. Quella che parla e’ gente che non conosce come stanno le cose. Per alcuni, e’ sempre colpa del governo. La politica deve trovare elementi di unita’. Ma non posso sopportare questo atteggiamento irrispettoso nei confronti dei rappresentanti istituzionali. Le persone si rispettano, qualcuno e’ andato sopra le righe”. “Io – prosegue Crocetta – sono per il confronto con le forze politiche, soprattutto con il mio partito, tutto. Poi, posso avere la mia linea: mi sembra efficace quella di Renzi, che va sostenuta, ma non posso accettare un certo linguaggio al limite dell’eversione. C’e’ un limite anche per lo scontro. Che senso ha dire agli assessori ‘siete dei camerieri?’ “. Mi chiedo li dovrei avere contro? Gli assessorati lavorano in piena autonomia. In giunta discutiamo, stabiliamo le cose da fare”.

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La definizione sugli assessori e’ di Antonello Cracolici, esponente di peso, cuperliano, del suo partito. “Ma puo’ un politico dire questo? Inviterei ad una conflittualita’ controllata. Nelle altre regioni tutto cio’ non accade. Mi si potrebbe dire: ‘nelle altre regioni tu non ci sei’, ma sono io la causa delle divisioni del Pd? C’erano ai tempi del governo Cuffaro e con Lombardo. Non mi dicano che la spaccatura sull’appoggio a Lombardo non fu durissima. Anche se va riconosciuto che non fu negativo sostenere quel governo, perche’ un momento importante di rottura del centrodestra. Rottura che per la prima volta nella storia della Regione ha consentito di eleggere un presidente di centrosinistra”. Gli assessori tecnici, vengono ritenuti dei diversi, politicamente. “Gli omosessuali – commenta – sanno riconoscere le persone, hanno capacita’ di relazionarsi. Cosa che non sa fare la politica maschilista. Anche il meccanismo elettorale, basato su collegi provinciali, induce ad avere una visione ristretta. L’individualismo e’ una caratteristica dei siciliani, ma abbiamo bisogno di fare sistema. Il governo deve governare. La vicenda degli stipendi dell’Ars e’ surreale. Anzi, voglio rassicurare chi sostiene il contrario che i 160mila euro per i dirigenti generali sono al lordo. Una politica sana non demonizza il governo, ma presenta emendamenti per eventualmente fare chiarezza. Che senso ha avere fasce di reddito diverse tra Regione e Ars. Il Parlamento non puo’ pronunciarsi in due modi diversi. La lobby burocratica dell’Ars, probabilmente e’ piu’ forte di quella regionale. Ma questo non puo’ essere il metodo del buon principe”.

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Durante il gay pride e’ stato contestato da una signora. Le risulta che fosse agli arresti domiciliari? “Questo non mi interessa – dice -. Quella signora ha sentito il bisogno di parlarmi, le ho detto che ognuno ha il diritto di vivere come ritiene piu’ opportuno. Mi ha risposto: ‘La natura e’ natura’, non comprendeva che vi sono diritti civili che vanno rispettati. Se alla poverta’ aggiungiamo l’infelicita’…”. Oggi comincia l’iter parlamentare del disegno di legge sull’assestamento di bilancio. Come pensa di affrontare questo difficile passaggio? “Non so piu’ cosa fare. Addirittura, trovo maggiore disponibilita’ nelle forze di opposizione che in una parte della maggioranza. Lavoro senza sosta: sabato ho incontrato i sindacati, poi il sindaco di Palermo, quindi il gay pride”. Ma i partiti le chiedono di confrontarsi, di stabilire un programma di lavoro.

“I partiti, o parte di essi – dice Crocetta -, chiedono di dettare l’agenda. Per carita’, non esistono governi perfetti. Ne’ si puo’ pensare che sia stato facile governare, nonostante l’onda lunga del passato. Abbiamo innescato un circuito positivo. La richiesta di rimpasto non puo’ essere infinita. Un governo si caratterizza per la continuita’ amministrativa, altrimenti non si va da nessuna parte. Il sistema che c’era prima, quando era l’Ars a fare i bilanci e le leggi, non c’e’ piu’. Io ho cercato di interpretare lo spirito dell’elezione diretta. Non mi si puo’ impedire di fare il presidente, di governare”. Come ha detto lei stesso le maggiori resistenze arrivano dal suo partito, il Pd.

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“Non credo che le resistenze vengano dal Pd, ma – puntualizza Crocetta – da alcuni esponenti del partito che forse non sono contenti di avere vinto le elezioni. Le opposizioni interne non possono pensare di bloccare tutto. A qualcuno non piace la riforma della formazione professionale che, invece, e’ condivisa dai sindacati? E’ chiaro che in fase di transizione vi siano momenti di scollamento. Ma non e’ responsabilita’ del governo se non vengono trasferite le risorse agli enti. C’e’ una parte della burocrazia che collabora, ma c’e’ una parte che non si rassegna. Qualcuno ci ha accusato di tagliare la spesa sanitaria. A parte il fatto che si riduce del 5% l’acquisto di beni e servizi, a qualcuno e’ sfuggito che abbiamo recepito una norma del governo Renzi. Ma questo nessuno lo dice o non lo sa. Non e’ vero che non voglio dialogare. C’e’ qualcuno che cerca lo scontro. Lo invito a desistere, perche’ questo fa male al Pd e alla Sicilia”.

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