Squinzi: “E’ frode. Nutriamo preoccupazioni sul nostro indotto”

Squinzi: “E’ frode. Nutriamo  preoccupazioni sul nostro indotto”
21 ottobre 2015

“La vicenda Volkswagen va vista per quello che realmente e’: una frode”. Lo dice il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, secondo cui anche se al momento non si registra un calo degli ordinativi da parte delle imprese italiane e ci sono “segnali rassicuranti” che arrivano dai marchi italiani che fanno parte del gruppo tedesco (Ducati, Lamborghini e Italdesign), “nutriamo forti preoccupazioni per i possibili effetti dello scandalo sul nostro indotto”. Intervenendo dinanzi alle commissioni riunite Ambiente e Attivita’ produttive di Montecitorio, il numero uno di Confindustria ha premesso che “sul piano economico, gli effetti del caso Volkswagen, per le sue dimensioni, si estenderanno inevitabilmente oltre i confini dell’impresa: stiamo parlando, infatti, del secondo produttore mondiale di autoveicoli. Allo stato attuale, e mancando ancora un set di dati solido – ha aggiunto – si puo’ notare solo la marcata caduta in ottobre dell’indice che sintetizza la fiducia degli investitori tedeschi. Le indicazioni, invece, dalle imprese italiane non segnalano al momento rilevanti e anomali cambiamenti negli ordini”.

Per quanto riguarda l’Italia, ha proseguito Squinzi, “lo scenario presenta luci e ombre: segnali rassicuranti sono giunti pochi giorni fa in merito ai piani di investimento per i marchi italiani che fanno parte del gruppo tedesco: Ducati, Lamborghini e Italdesign non verranno toccati dai tagli”. “Al contrario – ha continuato – nutriamo forti preoccupazioni per i possibili effetti dello scandalo sul nostro indotto. Le imprese italiane della componentistica auto hanno da tempo indirizzato una quota crescente delle proprie produzioni verso le commesse tedesche, tant’e’ che la Germania e’ il nostro primo partner commerciale, pesando per il 25% sulle vendite italiane all’estero. I dati dell’Osservatorio della Filiera Autoveicolare mostrano come meta’ del fatturato complessivo annuo della componentistica auto sia costituito dall’export (20 miliardi di euro su 40 miliardi complessivi). Di questi, ben 4 miliardi derivano dall’export verso la Germania, dei quali 1,5 miliardi sono frutto delle commesse per il gruppo Volkswagen. E’ evidente quindi – ha sottolineato – che sebbene sia ancora presto per quantificare i danni per il nostro Paese, come il futuro del nostro indotto sia strettamente legato a quello della casa madre”.

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