Storico via libera della Consulta: bimbi nati da PMA all’estero avranno due mamme
La Corte Costituzionale boccia il divieto di riconoscimento per la madre non biologica: “Violati i diritti del minore”. La politica si spacca: la destra insorge, le famiglie arcobaleno esultano.
Una svolta epocale che scriverà la storia dei diritti civili in Italia. Con una sentenza destinata a far discutere, la Corte Costituzionale ha abbattuto oggi l’ultimo muro che impediva a una coppia omosessuale femminile di riconoscere entrambe come madri un figlio nato da procreazione medicalmente assistita (PMA) all’estero. Fino a oggi, migliaia di bambini erano costretti a vedersi negare il legame giuridico con una delle due mamme, obbligando le coppie a lunghe e costose battaglie legali per ottenere un’adozione in casi particolari. Ora, invece, la Consulta ha stabilito che escludere la “madre intenzionale” è incostituzionale, perché lede i diritti fondamentali del minore.
La sentenza che cambia tutto
La pronuncia, depositata questa mattina, è netta: l’articolo 8 della legge 40/2004 (quella sulla fecondazione assistita) è illegittimo nella parte in cui non prevede il riconoscimento automatico della seconda madre.
I giudici hanno rilevato che la normativa attuale:
- Violava l’articolo 2 della Costituzione (diritto all’identità personale del bambino)
- Discriminava ingiustamente (art. 3 Cost.)
- Negava i diritti genitoriali (art. 30 Cost.)
“Non garantisce il miglior interesse del minore”, tuona la Corte.
Il caso di Lucca: la battaglia di Glenda e Isabella
A portare la questione davanti alla Consulta è stato il Tribunale di Lucca, chiamato a decidere sul caso di Glenda e Isabella, sposate e madri di due bambini.
La prima figlia, nata prima della controversa circolare Piantedosi (marzo 2023), era stata registrata all’anagrafe con entrambe le madri. Il secondo figlio, invece, era stato riconosciuto solo alla madre biologica.
Ora, però, la sentenza ribalta tutto. “Emozionate, commosse, felici. Non pensavamo di essere le prime”, raccontano le due donne all’ANSA.
Le reazioni: festa in piazza e polemiche
Le famiglie arcobaleno esultano. “Finalmente i nostri figli avranno gli stessi diritti di tutti”, commenta Vincenzo Miri di Rete Lenford, l’avvocato che ha seguito il ricorso.
Ma la destra alza subito la voce. Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, attacca: “Cancellare il padre non è progresso”. Fratelli d’Italia va giù ancora più duro: “I bambini hanno diritto a un padre e una madre”, tuona Augusta Montaruli.
Donne single ancora escluse dalla PMA
In un doppio verdetto, però, la Consulta ha respinto la richiesta di estendere la PMA alle donne single, ritenendo che il divieto non sia “manifestamente irragionevole”.
Cosa succede ora?
Da oggi, le coppie lesbiche potranno registrare entrambe le madri all’anagrafe senza ricorrere all’adozione. Ma la battaglia politica è solo all’inizio: la destra promette di non mollare, mentre il fronte progressista chiede un passo avanti anche per le single. Una cosa è certa: l’Italia ha appena voltato pagina.