Strage nel Kashmir indiano: almeno 26 turisti uccisi in un attentato terroristico

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Un agghiacciante attacco terroristico ha insanguinato il Kashmir controllato dall’India, lasciando sul terreno almeno 26 vittime e decine di feriti. L’episodio, avvenuto martedì 22 aprile nella pittoresca località di Pahalgam, è stato definito dalle autorità come uno dei più sanguinosi contro civili nella regione negli ultimi anni. Il bilancio delle vittime, ancora provvisorio, potrebbe aumentare a causa delle gravi condizioni di alcuni feriti.

Secondo le prime ricostruzioni, un gruppo di almeno quattro uomini armati ha aperto il fuoco contro un gruppo di turisti indiani e stranieri mentre si trovavano nella prateria di Baisaran, una zona isolata circondata da boschi e montagne innevate a pochi chilometri da Pahalgam, nota meta turistica situata a circa 90 chilometri da Srinagar, la capitale estiva del Jammu e Kashmir.L’area, famosa per la sua bellezza naturale, è stata teatro di un agguato brutale che ha colpito indiscriminatamente uomini, donne e bambini.Le forze di sicurezza indiane hanno immediatamente isolato la zona e avviato una massiccia operazione di ricerca degli aggressori. Secondo fonti investigative, l’attacco sarebbe stato compiuto da “militanti anti-indiani”, probabilmente legati a gruppi pakistani che da decenni alimentano tensioni nella regione contesa tra India e Pakistan.

Il bilancio delle vittime

Il bilancio ufficiale delle vittime, ancora in fase di verifica, parla di almeno 26 morti, in maggioranza cittadini indiani provenienti da diversi Stati come Odisha, Tamil Nadu, Gujarat, Karnataka e Maharashtra. Tra i defunti ci sarebbero anche due stranieri: un cittadino nepalese e un emiratino. Al momento non è stata confermata la presenza di vittime italiane, sebbene alcune fonti giornalistiche indiane abbiano ipotizzato la possibilità.

L’Ambasciata d’Italia in India sta monitorando la situazione e collaborando con le autorità locali per accertare eventuali connessioni con cittadini italiani. I feriti, secondo stime provvisorie del Ministro della Sanità locale Sakina Itoo, sarebbero almeno 20, alcuni dei quali in condizioni critiche. Le autorità sanitarie stanno lavorando senza sosta per fornire assistenza ai sopravvissuti.

Le reazioni politiche

A causa del sanguinoso attacco in Kashmir, il primo ministro indiano Narendra Modi ha saltato la cena offerta dall’Arabia Saudita dove era in visita ufficiale e ha deciso di rientrare in India questa sera. Modi ha dichiarato: “Il loro piano malvagio non avrà mai successo. La nostra determinazione a combattere il terrorismo è incrollabile e non potrà che rafforzarsi”. Il capo del governo locale, Omar Abdullah, ha definito l’attacco “il più grande compiuto contro la popolazione civile negli ultimi anni”.

Uomini armati hanno aperto oggi il fuoco su un gruppo di turisti nel Kashmir controllato dall’India, uccidendo 26 persone, secondo un nuovo bilancio riportato dal quotidiano indiano. Un precedente bilancko era di 24 morti. Fra le vittime ci sono anche stranieri le cui nazionalità per il momento non sono state rese note. L’agguato è avvenuto a Pahalgam, una popolare destinazione turistica a circa 90 chilometri dall’importante città di Srinagar. Le autorità hanno già fatto sapere che questo attacco potrebbe essere il più sanguinoso mai perpetrato contro i civili da anni. Nessun gruppo ne ha finora rivendicato finora la responsabilità.

Anche la comunità internazionale ha espresso solidarietà all’India. Il vicepresidente americano JD Vance, in visita nel Paese, ha definito l’attacco “un devastante atto terroristico”. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha espresso profondo turbamento per quanto accaduto, mentre la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni ha espresso vicinanza alle famiglie delle vittime e al popolo indiano.

La cornice geopolitica

L’attentato si inserisce nel contesto del lungo conflitto tra India e Pakistan per il controllo del Kashmir, una regione strategica e ricca di risorse naturali. Da decenni, gruppi militanti pakistani ostili al dominio indiano compiono azioni violente nella zona, alimentando tensioni che periodicamente sfociano in episodi di grave instabilità.

Mirwaiz Umar Farooq, un leader indipendentista locale, ha definito l’attacco “codardo” e diretto contro innocenti turisti, sottolineando come tali azioni non facciano altro che aggravare la crisi umanitaria nella regione. Tuttavia, nessun gruppo ha finora rivendicato la responsabilità dell’attacco, sebbene le autorità indiane puntino il dito contro formazioni militanti legate al Pakistan.

Turismo e sicurezza nel mirino

Pahalgam, nota per i suoi paesaggi mozzafiato e per essere una delle mete preferite dai turisti indiani e internazionali, è stata colpita duramente da questo evento. L’attacco rappresenta un duro colpo per il settore turistico del Kashmir, che negli ultimi anni aveva cercato di riprendersi dopo anni di tensioni e violenze.

Le autorità indiane hanno assicurato che verranno intensificati i controlli e le misure di sicurezza nella regione per prevenire ulteriori incidenti. Tuttavia, l’episodio getta un’ombra cupa sulla possibilità di un ritorno alla normalità in una terra segnata da decenni di conflitti.

L’attentato di Pahalgam è un tragico promemoria della fragilità della pace nel Kashmir e delle conseguenze devastanti del terrorismo. Mentre le autorità indiane lavorano per identificare i responsabili e portarli davanti alla giustizia, il mondo intero guarda con apprensione a questa regione tormentata, sperando che episodi simili non si ripetano in futuro. La solidarietà internazionale e la condanna unanime dell’attacco rappresentano un primo passo verso una risposta globale efficace contro il terrorismo, ma la strada verso la stabilità resta lunga e tortuosa.