Stretta finale su commissioni, vertice delle opposizioni

Stretta finale su commissioni, vertice delle opposizioni
Il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri
18 giugno 2018

Si cerca di stringere sulle commissioni parlamentari, i nomi dei componenti M5s e Lega arriveranno a ore, “entro domani” secondo il presidente della Camera Roberto Fico, e questo permetterà di arrivare probabilmente giovedì all’insediamento degli organi interni del Parlamento. Una svolta che apre la strada anche alla soluzione del rebus delle commissioni di garanzia, quelle tradizionalmente affidate all’opposizione, e non a caso domattina ci sarà un vertice di tutte le forze di minoranza, da Leu fino a Fdi, passando per Pd e Fi, proprio per fare il punto sulle caselle riservate ai partiti fuori dalla maggioranza.

Resta in piedi il braccio di ferro tra Pd e Fdi sul Copasir, con i democratici che puntano su Lorenzo Guerini per la presidenza. Giorgia Meloni, anche oggi, ha attaccato quella che chiama la “aggressività” del Pd sul Comitato di controllo sui servizi segreti. Gli ex An vorrebbero Edmondo Cirielli a presiedere il Copasir, ma temono un accordo tra Pd e Fi che dovrebbe portare appunto i democratici al Comitato sui servizi e il partito di Silvio Berlusconi alla presidenza della commissione Vigilanza Rai, forse affidata a Maurizio Gasparri. Peraltro, alle opposizioni tocca (come stabilito dal nuovo regolamento di Palazzo Madama) anche la giunta per le elezioni del Senato. Si parla per questa presidenza del senatore di FdI Alberto Balboni. E non è fuori luogo – anche se il regolamento in questo caso non lo prevede – che analogo ragionamento si faccia per la giunta delle elezioni della Camera.

Non è infine escluso, viene ipotizzato da alcuni parlamentari, che nel risiko delle presidenze delle commissioni di garanzia questa volta possa essere affidata a un esponente di minoranza anche la commissione Antimafia. Insomma, da un lato è in atto un confronto politico per la definizione dei vertici delle commissioni ordinarie, che come conclusione dovrebbe avere i presidenti degli organismi di Camera e Senato alternati tra M5S e Lega. Ciò significherebbe che se per esempio la commissione Esteri della Camera dovesse essere presieduta da un grillino l’analoga commissione del Senato sarebbe guidata da un pentastellato. E così via per tutte le altre. Dall’altro è in atto un vero e proprio braccio di ferro fra i partiti di opposizione sulle commissioni di garanzia. Soprattutto tra FdI e Pd. Ma se l’assegnazione delle presidenze ai partiti fuori dalla maggioranza dovesse seguire la strada che prevede – oltre a vigilanza Rai e Copasir – anche le giunte per le elezioni delle due Camere, tutti forse potrebbero dirsi soddisfatti.

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