Su Rousseau sì a Draghi, M5s si spacca. Addio Di Battista al movimento

11 febbraio 2021

Arriva il via libera degli iscritti M5s al governo Draghi, ma l’esito della votazione online sulla piattaforma Rousseau spacca il Movimento 5 Stelle, segna il risultato peggiore nelle tre consultazioni che hanno segnato la legislatura e determina l’addio di Alessandro Di Battista. I sì sono stati infatti 44.177, pari al 59,3%, i no 30.360 pari al 40,7%. Percentuali lontane da quelle del Conte II, quando la maggioranza col Pd fu approvata dal 79,3% dei votanti (pari a 63.146 voti), con 16.488 contrari (pari al 20,7%). E lontane anche dal plebiscito con cui fu approvato il Conte I con la Lega: in quell’occasione dissero sì il 94% dei votanti, che però in termini assoluti furono solo 42.274, rispetto ai soli 2.522 iscritti che dissero no.

Mai in così tanti dunque hanno espresso la loro contrarietà all’ingresso del M5s in una maggioranza, ma in ogni caso “la democrazia nel Movimento passa da un voto degli iscritti e il voto degli iscritti è vincolante. Questo è un patto che è stato sottoscritto da tutti coloro che si sono candidati con il M5S”, ha ricordato immediatamente il capo politico reggente del M5S, Vito Crimi. Messaggio cristallino ai dissidenti, che fuori dal Parlamento fanno riferimento ad Alessandro Di Battista, che a votazioni in corso ancora ha provato a influenzare l’esito attaccando frontalmente l’ormai alleato Silvio Berlusconi e che a risultato certificato dice addio al M5s: “È stata una bellissima storia d’amore”, ma il sì al governo Draghi “la mia coscienza non riesce a digerirlo”. Per ora si dice pronto a seguirlo il deputato Pino Cabras, che conferma il no alla fiducia ritenendo “non vincolante” il voto su Rousseau.

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Molta freddezza anche da Davide Casaleggio, che stamattina aveva giocato la mossa dell’astensione, subito rilanciata dalla dissidente Barbara Lezzi: “Qualora vincesse il no – aveva precisato Casaleggio – sarà necessario definire se la posizione del Movimento Cinque Stelle sarà di voto negativo alla fiducia o di astensione”. Un’ipotesi stroncata dal voto, dopo il quale il presidente dell’Associazione Rousseau si è limitato a rivendicare il valore per la democrazia diretta della consultazione: “Per tutte le valutazioni politiche lascio e rimando agli organi politici del M5s”.

Esultano invece Luigi Di Maio e Roberto Fico. Per il ministero degli Esteri “la responsabilità è il prezzo della grandezza”, e “oggi i nostri iscritti hanno dimostrato ancora una volta grande maturità, lealtà verso le istituzioni e senso di appartenenza al Paese. In uno dei momenti più drammatici della nostra storia recente, il M5s sceglie la strada del coraggio e della partecipazione, ma soprattutto sceglie la via europea”. Il presidente della Camera sottolinea invece il quadro di alleanze confermato dal voto di oggi, con “il Movimento 5 Stelle, forza di maggioranza relativa in Parlamento”, che “riveste un ruolo cruciale” nel nuovo esecutivo “nell’ambito dell’asse stabile e leale costruito nei mesi precedenti con Pd e Leu”. askanews

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