Tensioni tra Ankara e Damasco, Mosca invia 2 navi di guerra. Intesa Putin-Erdogan

29 febbraio 2020

La Flotta russa nel Mar Nero è pronta a inviare due navi di guerra nel Mediterraneo di fronte alle coste siriane. La notizia arriva all’indomani dell’escalation di tensioni tra Ankara e Damasco dopo l’uccisione, per mano delle forze del regime del presidente Bashar al Assad, di 34 soldati turchi a Idlib, provincia Nord occidentale siriana controllata da ribelli jihadisti sostenuti dalla Turchia. Secondo l’agenzia Interfax, le due navi da guerra inviate “sono dotate di missili Cruise della classe Kalibar”.

“Se Idlib cade, milioni di rifiguati inizieranno a raggiungere l’Europa perchè la Turchia ha ormai raggiunto il limite delle proprie capacità di accoglienza” ha detto il direttore dell’ufficio comunicazioni della presidenza turca, Fahrettin Altun, dopo aver annunciato che il presidente Recep Tayyip Erdogan discuterà della situazione nella provincia siriana con il presidente americano, Donald Trump, il presidente francese Emmanuel Macron, la cancelliera tedesca Angela Merkel, la presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen, e il premier bulgaro Boyko Borisov. Erdogan ha già avuto un colloquio con il presidente russo Vladimir Putin, con cui ha concordato “di intensificare le consultazioni riguardo la Siria sottolineando la necessità di adottare misure ulteriori per normalizzare la situazione nel Nord-ovest siriano e combattere i gruppi terroristici internazionali”. Il portavoce del Cremlino, Dimitry Peskovha, ha sottolineato che i due capi di stato hanno “espresso preoccupazioni per la situazione a Idlib”, provincia nord-occidentale siriana dove 34 soldati sono stati uccisi per mano delle forze siriane innescando forti tensioni tra Damasco e Ankara.

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Altun, dal canto suo, ha ricordato che, stando all’accordo di Sochi raggiunto da Turchia e Russia nel 2018, spetta a Mosca fermare gli attacchi delle forze di Damasco a Idlib. “La Turchia non ha mai usato la crisi dei rifugiati come un’arma contro l’Europa – ha aggiunto Altun – si tratta di una responsabilità di tutti. Tuttavia, i nostri amici europei non si sono assunti finora le loro responsabilità. Questa posizione ha reso impossibile una soluzione. E alla Turchia è rimasta una sola opzione. Ma siamo aperti a ogni genere di collaborazione”. Riguardo al colloquio con il presidente americano, Altun ha detto che Erdogan “ribadirà le aspettative della Turchia verso gli Stati Uniti per risolvere la crisi umanitaria in Siria. Il presidente ricorderà anche le responsabilità della Nato rispetto gli attacchi del regime (siriano, ndr) contro la Turchia, che è il secondo esercito più grande della Nato”.

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