“Terremoto terribile, il paese distrutto dalle macerie”: Cretto di Burri, l’opera tra le crepe e il simbolismo I Chi ci va scopre cos’è la resilienza
Terremoto (Pexels) Ilfogliettone
Esiste un luogo in Sicilia dove sono imponenti i segni della distruzione, della forza della natura ma anche delle abilità dell’uomo.
L’Italia, una terra di innegabile bellezza, giace purtroppo su una delle aree geologicamente più attive del pianeta, rendendola una nazione a forte rischio sismico. Questa vulnerabilità è intrinsecamente legata alla sua posizione, incastonata tra la placca eurasiatica e quella africana, il cui costante movimento genera un’intensa attività tettonica.
La collisione e lo scorrimento di queste placche danno origine a numerose faglie lungo la penisola, responsabili di terremoti di varia intensità che hanno segnato la storia del paese. Dalle Alpi agli Appennini, le forze geologiche sono incessantemente all’opera, modellando il paesaggio ma anche accumulando energia che periodicamente si sprigiona.
Un esempio emblematico di questa instabilità è rappresentato dai Campi Flegrei, un’area vulcanica attiva situata a ovest di Napoli. Qui, il fenomeno del bradisismo, ovvero un lento sollevamento o abbassamento del suolo, è costantemente monitorato. Questo movimento è indice di un’attività magmatica sotterranea.
La consapevolezza di questo rischio sismico è fondamentale per la prevenzione e la gestione delle emergenze. L’Italia ha fatto passi avanti nella ricerca sismologica e nell’applicazione di norme antisismiche, ma la complessa natura geologica del territorio impone una vigilanza continua e un impegno costante per mitigare gli effetti di eventi sismici futuri.
Terremoti devastanti
L’Italia ha purtroppo una lunga storia di terremoti devastanti. Tra i più tragici, il sisma di Messina del 1908, di magnitudo 7.1, che rase al suolo Messina e Reggio Calabria, causando decine di migliaia di vittime. Più recentemente, il terremoto dell’Irpinia del 1980, di magnitudo 6.9, provocò circa 2.500 morti e immense distruzioni in Campania e Basilicata.
Il terremoto dell’Aquila del 2009, di magnitudo 6.3, ne è un ulteriore esempio, avendo distrutto gran parte della città medievale e causato oltre 300 vittime. Questi disastri evidenziano la vulnerabilità del territorio italiano a fenomeni sismici con gravi conseguenze umane e materiali.
Resilienza con il Cretto di Burri
Il terremoto del Belice colpì la Sicilia occidentale nel gennaio 1968, causando circa 400 morti e distruggendo diversi paesi, tra cui Gibellina. Dopo il sisma, molti centri furono abbandonati o ricostruiti altrove, lasciando rovine silenziose come testimonianza del disastro.
Nel luogo dove sorgeva Gibellina, l’artista Alberto Burri realizzò il “Cretto di Burri”: un’enorme opera di “land art” che ricopre le macerie del paese con colate di cemento bianco. Le spaccature ricordano le strade dell’antico centro, trasformando le rovine in un memoriale astratto e potente, simbolo di dolore, memoria e rinascita attraverso l’arte contemporanea.