Torna acqua alta a Venezia. L’Europa, non c’e’ piu’ tempo

Torna acqua alta a Venezia. L’Europa, non c’e’ piu’ tempo
27 novembre 2019

E’ passata l’emergenza, ma Venezia non e’ ancora uscita dal tunnel dell’acqua alta di questo anomalo autunno 2019. Mentre il Governo ha stanziato i primi aiuti, e il Comune si appresta a ricevere i moduli di privati e aziende con la richiesta danni per l”ondata’ del 12 novembre, la citta’ e’ stata sommersa anche oggi da una marea di 121 centimetri sul medio mare (28% del suolo allagato). E le previsioni non sono buone: il fenomeno si ripetera’ domani, con un’altra stima di 120 centimetri. La situazione della Serenissima arriva all’attenzione dell’Europa. La presidente eletta della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha nominato la citta’ lagunare nel suo warning sull’ambiente. “La protezione del nostro clima e’ una questione esistenziale per l’Europa e per tutto il mondo e non potrebbe essere altrimenti. Vediamo Venezia sott’acqua, le foreste in Portogallo colpite da incendi, la siccita’ in Lituania; e’ successo anche in passato, ma non possiamo perdere neanche un secondo, dobbiamo lottare contro il cambiamento climatico”.

In effetti Venezia, complice un ‘treno’ di perturbazioni e venti di scirocco che hanno martellato l’Adriatico, sta inanellando record negativi: il 2019 non e’ ancora finito, e gia’ adesso la citta’ ha fatto i conti con 18 casi di marea superiori a 110 cm (solo in tutto il 2010 era stato cosi’) e 12 di questi concentrati a novembre. Inoltre 4 casi di acqua alta uguali o superiori a 140 cm in un solo anno non si erano mai verificati nell’ultimo secolo e mezzo, per di piu’ nel 2019 si sono contati tutti a novembre. Dall’inizio dell’autunno il livello della marea e’ rimasto per 50 ore sopra un metro e 10. E, sempre in Veneto, ci sono state localita’ che lunedi’ scorso hanno registrato, con 22 gradi, il record delle massime di novembre degli ultimi 25 anni. Per Venezia il discorso torna sempre sul Mose, la maxi-opera idraulica contro le acque alte eccezionali che, di rinvio in rinvio, e’ attesa al varo a fine dicembre 2021. “Funziona il Mose? Sulla carta funziona, ma rispondo per altri, perche’ non e’ un’opera mia”, ha affermato il presidente del Veneto, Luca Zaia, ascoltato dalla Commissione Lavori pubblici del Senato.

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“Se funziona – ha aggiunto – abbiamo la piu’ grande opera d’ingegneria idraulica e ambientale, che il Paese puo’ spendersi in campo internazionale. E ci costera’ 80-100 mln l’anno di manutenzione. Se non funziona avremo sprecato quanto meno 5,5 miliardi e sarebbe una tragedia, forse il piu’ grande spreco nella storia della comunita’ internazionale”. Intanto, altro pepe sui lavori del Mose l’ha gettato, sempre in Commissione Lavori pubblici, il presidente dell’Autorita’ Portuale, Pino Musolino, affermando che “la conca di navigazione della bocca di Malamocco, che avrebbe dovuto far entrare le navi in porto pur in presenza dell’alzata del Mose, e costata 653 milioni, non servira’ mai alla funzione per cui e’ stata costruita”. “Era stata pensata da progetto con una nave da 280 metri – ha osservato – ma noi dobbiamo far entrare navi da 330 metri; e’ stata disegnata disallineata rispetto alla diga frangiflutti”, e questo significa che, o i comandanti diventano piloti di F1, in condizioni meteomarine perfette, o le navi rischiano di avere danni o incidenti”.

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