Trasporti, sport e parchi pubblici: inizia la ‘fase 2’. Ma “chi ha febbre resti a casa”

Trasporti, sport e parchi pubblici: inizia la ‘fase 2’. Ma “chi ha febbre resti a casa”
3 maggio 2020

Dopo il week end si riparte dunque. Ma come? “Con il rispetto delle regole, si potrà rallentare notevolmente la curva del contagio e alcune attività potrebbero ripartire prima del previsto”, dice il presidente del consiglio Giuseppe Conte. In primo luogo lunedì 4 maggio in molti laboratori arriveranno i test sierologici e inizierà l’indagine campionaria sui primi 150 mila italiani presenti nel campione. I genitori potranno portare i figli minorenni al parco. “L’accesso del pubblico ai parchi, alle ville e ai giardini pubblici è consentito, condizionato però al rigoroso rispetto del divieto di ogni forma di assembramento nonché della distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Non possono essere utilizzate le aree attrezzate per il gioco dei bambini che, ai sensi del nuovo Dpcm, restano chiuse”, viene spiegato sul sito del governo nella sezione delle Faq sull’ultimo decreto firmato dal presidente del Consiglio per dare il via alla fase 2 dell’emergenza Coronavirus. “Il sindaco – si precisa – può disporre la temporanea chiusura di specifiche aree in cui non sia possibile assicurare altrimenti il rispetto di quanto previsto”.

Obbligo mascherina su bus e nei negozi. Diventa obbligatorio l’uso della mascherina nei luoghi chiusi accessibili al pubblico (quali mezzi di trasporto pubblico ed esercizi commerciali). Il nuovo Dpcm sancisce anche l’obbligo di rimanere all’interno della propria abitazione per tutti coloro che presentano sintomi legati a sindromi respiratorie e una temperatura corporea superiore ai 37,5 gradi. Sempre dal 4 maggio, si può tornare a effettuare l’attività motoria e quella sportiva, individualmente, anche distanti da casa. Il Dpcm, sempre a partire dal 4 maggio, consente la ristorazione da asporto per bar, ristoranti e simili, che si va ad aggiungere all’attività di consegna a domicilio già ammessa. Ripartono diverse attività produttive e industriali, le attività per il settore manifatturiero e quello edile, insieme a tutte le attività all’ingrosso ad essi correlati, con l’obbligo di rispetto delle regole vigenti in materia di sicurezza sul lavoro.

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Da lunedì 4 maggio sarà consentito svolgere attività sportiva e motoria all’aperto anche lontano da casa. E si potranno anche prendere i mezzi pubblici o privati per recarsi sul luogo dove si intende svolgere tale attività. Palazzo Chigi ribadisce che è consentita solo se è svolta individualmente, a meno che non si tratti di persone conviventi. L’attività sportiva e motoria all’aperto sarà consentita non più solo in prossimità della propria abitazione. Sarà possibile la presenza di un accompagnatore per i minori o per le persone non completamente autosufficienti. È obbligatorio rispettare la distanza interpersonale di almeno due metri, se si tratta di attività sportiva, e di un metro, se si tratta di semplice attività motoria. In ogni caso sono vietati gli assembramenti. Al fine di svolgere l’attività motoria o sportiva di cui sopra, è consentito anche spostarsi con mezzi pubblici o privati per raggiungere il luogo individuato per svolgere tali attività. Non è consentito invece svolgere attività motoria o sportiva fuori dalla propria Regione. Mentre “è consentito spostarsi nell’ambito della propria regione per far visita nei cimiteri ai defunti, sempre nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro e del divieto di assembramento”. Come per i parchi, anche nei cimiteri deve sempre essere rispettato il divieto di assembramento e, ove non fosse possibile evitare tali assembramenti, il sindaco può disporne la temporanea chiusura”, viene spiegato.

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Chi sono i congiunti con cui è consentito incontrarsi da lunedì con il Dpcm del 26 aprile 2020? “L’ambito cui può riferirsi la dizione ‘congiunti’ – chiarisce palazzo Chigi – può indirettamente ricavarsi, sistematicamente, dalle norme sulla parentela e affinità, nonché dalla giurisprudenza in tema di responsabilità civile. Alla luce di questi riferimenti, deve ritenersi che i ‘congiunti’ cui fa riferimento il Dpcm ricomprendano: i coniugi, i partner conviventi, i partner delle unioni civili, le persone che sono legate da uno stabile legame affettivo, nonché i parenti fino al sesto grado (come, per esempio, i figli dei cugini tra loro) e gli affini fino al quarto grado (come, per esempio, i cugini del coniuge)”, si legge nelle spiegazioni pubblicate da palazzo Chigi.

Da lunedì 4 maggio riapriranno pure i concessionari di automobili, “è quindi consentito recarsi da un concessionario per acquistare un veicolo, fare un tagliando, effettuare cambio pneumatici e altre attività di manutenzione”. Ma soprattutto, Palazzo Chigi  precisa che “i soggetti con sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (maggiore di 37,5° C) devono rimanere presso il proprio domicilio e limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante”. Ma le novità non finiscono qua. Dal Veneto, Luca Zaia rilancia, dicendo che “può riaprire tutto” mentre in Piemonte si parla di mascherina obbligatoria e nella regione Lazio anche la produzione cinematografica potrà ripartire con regole ben precise come i test sulle condizioni di salute degli attori e mascherine anche per loro quando non sono in scena. “A Roma e nel Lazio diamo indicazione di tenere altissimo lo smartworking nel mese di maggio”, ha detto Nicola Zingaretti, presentando le “Linee guida sulle regole per chi riapre”. In sostanza torneranno al lavoro 4,4 milioni di persone, per lo più al nord. In Lombardia, Piemonte e Veneto il tasso di rientro è al 69%, mentre 2,7 milioni resteranno ancora a casa. Ma in attività torneranno soprattutto gli `over 50´, rispetto ai giovani, in prevalenza nel Nord Italia, area più esposta al contagio da Covid-19. Tra le regioni interessate ci sono Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto e Marche, dove il tasso di rientro oscilla intorno al 69%.

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Dal 4 maggio potranno essere svolte sessioni d’esame e sessioni di laurea in presenza “a condizione che vi sia un’organizzazione degli spazi e del lavoro tale da ridurre al massimo il rischio di prossimità e di aggregazione e che vengano adottate le misure organizzative di prevenzione e protezione indicate dal Dpcm del 26 aprile 2020. Nel caso in cui non possa essere assicurata l’adozione di tali misure, ovvero in tutti gli altri casi in cui non si renda possibile la presenza degli studenti, si potrà ricorrere alle modalità a distanza, nel qual caso dovranno comunque essere assicurate le misure necessarie a garantire la prescritta pubblicità”, viene spiegato sempre da Palazzo Chigi.

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