Troppe anime per un solo partito. L’ora delle scelte

14 luglio 2014

Dove va il Nuovo Centrodestra? La road map è ancora tutta da tracciare, nel frattempo che il percorso politico venga definito però qualcuno fa le valigie e se ne va. Come il senatore Paolo Naccarato, passato al gruppo Gal. I sentori di nuovi smottamenti a Palazzo Madama ci sono e nel partito se ne parla diffusamente, i senatori alfianiani non nascondono preoccupazione. Sui territori i malumori non mancano per una linea politica che fatica a essere delineata. Nel frattempo le correnti cominciano a prendere posizione. Sono almeno due quelle dominanti, ma qualcuno ironizza: “Magari fossero due. Sono quattro, sei, otto… Problemi politici, certo. Ma anche di battaglie personali, di poltrone, di come essere rieletti”. Scene di un partito che si direbbe sull’orlo della scissione se non fosse nato da pochi mesi. Di certo, i segnali arrivati dalla Summer School di Sorrento non lasciano presagire nulla di buono per il futuro prossimo, anche perché la confusione nella linea politica è evidente.

Da una parte ci sono coloro che guardano alla grande riorganizzazione del centrodestra e al dopo-Berlusconi: una vasta alleanza con una FI più moderata, certo, ma anche con Lega e FdI. Sono coloro che hanno firmato la petizione di FdI per chiedere le primarie: Maurizio Lupi , Barbara Saltamartini, Nunzia De Girolamo. Dall’altra ci sono gli scettici, quelli che guardano alla formazione di un soggetto nuovo di matrice popolare con i partiti che sostengono il governo. “Sono pronti a passare a sinistra”, è la vulgata in Transatlantico. Ci sono nomi di spicco: Gaetano Quagliariello – che è anche coordinatore nazionale del partito – Beatrice Lorenzin, Maurizio Sacconi , Maurizio Cicchitto. E Angelino Alfano? Temporeggia. Nel centrodestra sì, ricomposizione va bene. Ma quando? E come? Per questo l’alfaniano Giuseppe Esposito , senatore, invita il leader a rompere gli indugi: “Lascia il ministero e guida il partito”. Esposito auspica, per la verità, che tutta la compagine Ncd esca dall’esecutivo per garantire l’appoggio esterno e costruire il percorso politico del partito. Naturalmente a guida Alfano. Anche perché “stiamo scomparendo dal quadro politico, stiamo tradendo quel sogno di un Nuovo Centrodestra che insieme abbiamo creato”, è il j’accuse di Esposito che parla francamente di “piccole bande territoriali” che “hanno sviato il senso della nostra proposta” e accusa: proliferano i doppi incarichi e si decide tutto in una stanza con tre persone”. Sentite come risponde Lupi ad Esposito: “Il Pd ha trovato Renzi, noi stiamo ancora cercando di capire come diventare protagonisti”. Una battuta non proprio conciliante (“È stato pesante, ma questo è il clima”, si sintetizza), che rende bene l’atmosfera di Sorrento.

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Fabrizio Cicchitto è uno dei più netti nell’ipotizzare un piano-B e ai giovani spiega che “siamo alternativi a Renzi e al centrodestra”. “E allora chi siamo?”, ci si domanda alla convention. Qualcuno abbozza analisi politiche che non lasciano intravedere un orizzonte roseo: “Al centro non c’è spazio perché l’ha occupato Renzi, che non ha certo bisogno di noi”. A correggere la linea ci pensa il capogruppo alla Camera Nunzia De Girolamo. “Renzi può stare sereno, questa alleanza di governo terrà finché il governo farà le cose che ha promesso – spiega l’ex ministro – Abbiamo sempre saputo e lo abbiamo anche chiaramente detto che la nostra presenza al governo è una presenza a tempo, legata al raggiungimento dei risultati. Il nostro alleato di oggi sarà il nostro avversario di domani. Ed è proprio in quest’ottica a lungo termine che occorre la volontà affinché si incrocino le linee di Alfano, Berlusconi, Meloni e Salvini. Le primarie di coalizione e una costituente del centrodestra sono il giusto punto di partenza per tornare a parlarci e a parlare al nostro elettorato che non possiamo farci scippare da Renzi”.

Già le primarie. Alfano sapeva che alcuni esponenti Ncd avrebbero partecipato all’iniziativa della Meloni, che ha chiamato personalmente non solo il ministro dell’Interno, ma anche gli altri leader, Silvio Berlusconi compreso. Cicchitto dice di non essere stato avvisato della raccolta firme per le primarie, ma qualcuno maligna: “È arrivato prima di Lupi, Saltamartini e De Girolamo. Troppe contraddizioni… I giovani ci vogliono nuovi e a destra, serve una svolta, anche sui nomi”. Sulla graticola anche la posizione di Quagliariello: è coordinatore nazionale e detta una linea a detta di qualcuno “minoritaria” e “non concordata. Alla stretta, la posizione di Lupi è molto più forte, il problema è che chi vuole spostarsi a sinistra non solo è minoritario, ma sta anche lì ad aizzare Alfano”.

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C’è poi il rapporto con FI. L’idea di un postberlusconi a guida Fitto alletta molti in Ncd, che guardano con interesse alla lotta di potere al limite della rottura tra il cerchio magico del Cav e l’ex europarlamentare. Ma il problema di linea e posizionamento di Ncd si inquadra nel più generale rassemblement della politica nazionale. Alfano parlerà oggi e non potrà più far finta di niente o temporeggiare. Dovrà prendere posizione.

 

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