Turchia sfida gli Usa e riceve la prima consegna di missili S-400 dalla Russia

12 luglio 2019

La Turchia ha ricevuto la prima consegna di sistemi di difesa missilistica S-400 dalla Russia, alimentando le “preoccupazioni” della Nato e rischiando di acuire le tensioni con gli Usa, che hanno ripetutamente messo in guardia Ankara contro l’acquisto dei missili. Le apparecchiature sono arrivate a una base dell’aeronautica nei pressi della capitale turca dopo che Washington nei giorni scorsi ha detto che ci sarebbero state conseguenze “negative reali” se la Turchia avesse comprato i sistemi di difesa. La Nato, di cui la Turchia è membro, si è detta “preoccupata delle potenziali conseguenze dell’acquisto”, ha detto un ufficiale all’Afp. L’alleanza ha ripetutamente avvertito Ankara che il sistema russo è incompatibile con i sistemi di armamenti Nato, compresi gli F-35, la nuova generazione di jet da combattimento multiruolo di fabbricazione Usa. Gli Usa temono che se la Turchia integrerà gli S-400 nei suoi sistemi di difesa ci sia il rischio che dati sensibili sugli F-35 possano essere filtrati ai russi e hanno minacciato di espellere i piloti turchi dal programma di addestramento per i caccia multiruolo di ultima generazione.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan non ha voluto fare marcia indietro e ha detto di essere fiducioso che la Turchia non incorrerà in sanzioni Usa. Oggi il ministero della Difesa turco ha emesso un comunicato confermando che “la consegna del primo carico di componenti del sistema di difesa missilistico a lungo raggio regionale S-400” è cominciata. Non è chiaro dove verrà schierato il sistema nè se sarà operativo. La presidenza delle industrie della difesa turche ha affermato in una nota che le consegne proseguiranno “nei prossimi giorni”. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto che “tutto accade nello stretto rispetto degli accordi e dei contratti firmati, tutti gli impegni vengono realizzati”. Il dipartimento di Stato Usa ha detto che i rappresentanti turchi sono pienamente consapevoli della legge Usa, il Countering Americas Adversaries Through Sanctions Act, che obbliga ad imporre sanzioni su chiunque effettui “significativi” acquisti di armi dalla Russia. Washington ha dato ad Ankara fino al 31 luglio per cancellare l’acquisto di S-400 o i suoi piloti saranno esclusi dall’addestramento sugli F-35 ed espulsi dagli Usa.

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Il capo del Pentagono designato dal presidente Donald Trump, Mark Esper, il mese scorso ha affrontato in un faccia a faccia il collega turco della Difesa a margine di una riunione della Nato. I primi componenti del sistema russo sono arrivati a bordo di tre aerei alla base dell’aeronautica di Murted, ad Ankara, tre giorni prima dell’anniversario del fallito golpe del 2016. Nicholas Danforth, del German Marshall Fund of the United States, ha dichiarato ad AFP che l’acquisto riflette la volontà di Ankara di creare “una politica estera più indipendente e di resettare le condizioni del suo rapporto con gli Stati Uniti”. Secondo l’analista i politici turchi ritengono che “iniziative più assertive alla fine costringeranno Washington ad essere più accomodante”. La Turchia ha ripetutamente rifiutato di fare marcia indietro con la Russia, nonostante le minacce degli Stati Uniti.

“Lo diciamo ogni volta. E’ cosa fatta. Stiamo coordinando il lavoro, sugli aerei, le truppe”, ha detto il ministro degli esteri Mevlut Cavusoglu ai giornalisti ad Ankara. Il sostegno degli Stati Uniti alle milizie curde in Siria considerate “terroristi” da Ankara è uno dei maggiori inciampi nelle relazioni tra i due Paesi, oltre al rifiuto di Washington di estradare il predicatore musulmano Fethullah Gulen accusato dalla Turchia di essere la mente del fallito golpe. Nick Heras, Center for a New American Security, ha detto che il sistema S-400 “cambia tutto” nella strategia di difesa aerea della Turchia in una regione dove è circondata da attori con forze aeree ben equipaggiate. “Non è un segreto che Erdogan voglia posizionare la Turchia come potenza “eurasiatica”, il che significa che Ankara deve bilanciare i rapporti con Cina e Russia allo stesso medo di quelli con Usa e Nato” ha detto all’Afp. “Non è scontato che la Turchia stia per sempre dalla parte degli americani”.

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