Trump fatica ad allargare sua base elettorale. E attacca la stampa

Trump fatica ad allargare sua base elettorale. E attacca la stampa
15 agosto 2016

di Giuseppe Novelli

Donald Trump fatica a trovare nuovi sostenitori: il suo essere politicamente scorretto rischia di portare gli elettori che pensavano di schierarsi con lui a dire “basta”. I passi falsi frequenti compiuti dal magnate dell’immobiliare potrebbero avere condotto la campagna elettorale del candidato repubblicano alle elezioni presidenziali in un vicolo cieco. Episodi come gli insulti ai genitori di fede musulmana di un soldato Usa morto da eroe in Iraq o l’insinuazione – benché scherzosa – a fermare la rivale Hillary Clinton per difendere il diritto di possedere armi, hanno sollevato diversi dubbi anche fra quegli americani che erano stati inizialmente attratti dai suoi toni schietti e decisi. Per un uomo che sembrava un fenomeno elettorale inarrestabile, si tratta di un rischio grande soprattutto in quei bacini demografici e nei cosiddetti Swing State in cui ci si gioca fino all’ultimo voto. In alcuni casi i sondaggi in favore di Trump sono fermi da diverse settimane, lontano da preferenze sopra il 50% che lui aveva detto avrebbe rastrellano dopo la convention di luglio.

Resta sotto il 45% in Ohio e Pennsylvania, dove invece l’ex segretario di Stato ha guadagnato terreno. Trump, ovviamente, non si arrende. E gioca al rialzo  attaccando frontale la stampa. “Non sto correndo contro la corrotta Hillary Clinton, ma contro i media corrotti”, ha affermato il candidato repubblicano alla Casa Bianca, accusando la stampa di “non coprire onestamente i miei eventi, non parlano mai dei messaggi reali e non mostrano mai la folla piena di entusiasmo che vi partecipa”. Il miliardario cita, tra gli altri, il New York Times e il Washington Post. “Se i media disgustosi e corrotti fossero onesti nell’occuparsi di me – scrive sul suo account di Twitter – sarei avanti del 20% su Hillary”.  Anche il capo della campagna del magnate, Paul Manafort, ha attaccato i media durante una apparizione sulla Cnn. “Contrariamente a quel che racconta il New York Times con le sue storie senza fonti, la campagna sta proseguendo a gonfie vele, abbiamo superato 132 milioni di dollari negli ultimi due mesi”, ha detto.

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donald_trump_hillary_clintonIn questi giorni, Trump ha fatto campagna elettorale in Pennsylvania, uno Stato su cui conta ma che nelle ultime sei elezioni presidenziali ha sempre votato democratico. E’ vero. Il miliardario è forte nella parte occidentale, la più conservatrice. Ma deve ora conquistare il cuore di indipendenti e operai puntando sui suoi soliti cavalli di battaglia tra cui la contrarietà agli accordi commerciali, all’immigrazione e alla politica estera dell’amministrazione Obama accusata di essere troppo docile con l’Isis. Su quest’ultimo fronte Trump ha fatto l’ennesima retromarcia dicendo che era “sarcasmo” quello da lui usato quando aveva detto che il presidente Usa aveva fondato il gruppo terrorista. Per Trump è assolutamente necessario diventare più ‘attraente’, specialmente nelle periferie di Philadelphia dove nel 2012 Obama aveva sconfitto il rivale repubblicano Mitt Romney di 9 punti percentuali. L’impresa sembra impossibile: in quell’area Clinton raccoglie attualmente il 52% contro il 26% di Trump.

Nonostante diversi membri del partito abbiano espresso i propri dubbi sia sui toni della campagna elettorale che sul proprio candidato, i consiglieri della campagna di Trump credono che i risultati dei sondaggi non riflettano la reale situazione nel Paese. Sono convinti ad esempio che ci siano ancora molti elettori potenziali fra le file di coloro che a novembre voteranno per la prima volta. Manafort mostra ottimismo. “Ci aspettiamo di andare molto bene nelle periferie, che ci aiuteranno a vincere in Pennsylvania”. Secondo lui, il fatto che Clinton stia investendo pesantemente nello Stato dimostra come Trump preoccupi. Sarà. Ma dalla campagna dell’ex segretario di Stato mostrano lo stesso ottimismo. Il quadro diventerà più chiaro agli occhi degli elettori quando inizieranno i dibattiti presidenziali a settembre. Una cosa sembra certa: con il rischio di avere raggiunto un tetto nelle preferenze, Trump forse sarà costretto a seguire quanto fatto da altri candidati in precedenti elezioni: mostrarsi flessibile per ampliare la base elettorale disposta a stare dalla sua parte. In vista dell’Election Day, lo stile franco, sarcastico e impulsivo rischia di diventare troppo anche per quelli che fino ad ora hanno apprezzato. Ma come detto da lui, la strategia non cambia: “Continuerò a fare esattamente ciò che sto facendo ora”.

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