In primavera intervento miliare in Libia contro l’Isis. Parla la Pinotti

In primavera intervento miliare in Libia contro l’Isis. Parla la Pinotti
28 gennaio 2016

Dopo giorni di indiscrezioni stampa, il ministro della Difesa italiano, Roberta Pinotti, ha dichiarato che un intervento militare in Libia contro i jihadisti dello Stato islamico (Isis) appare sempre più inevitabile, in tempi piuttosto brevi, mentre il Pentagono ha confermato la presenza di forze Usa nel Paese del Nord Africa con l’obiettivo di individuare possibili alleati nella lotta ai terroristi. Intanto oggi la crisi libica sarà al centro del Gruppo di contatto internazionale dell’Unione africana (Ua), a margine del 26esimo vertice Ua in corso ad Addis Abeba, con l’intento di accelerare il processo politico avviato con la firma dell’accordo Onu: all’incontro partecipa il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. E nei prossimi due giorni il premier designato Ferrai al Serraj incontrerà a Tunisi esponenti dei due parlamenti libici, alla ricerca di un accordo sul governo di unità nazionale. Pinotti ha detto oggi che per un intervento internazionale “non possiamo immaginarci di far passare la primavera con una situazione libica ancora in stallo, ma non parlerei di accelerazioni, tanto meno unilaterali”, sottolineando anche che “vanno evitate azioni non coordinate”. Riguardo ai piani di intervento in preparazione, come anticipato la scorsa settimana dalla stampa americana, il ministro ha confermato che “nell’ultimo mese abbiamo lavorato più assiduamente con americani, inglesi e francesi”, e che c’è “un lavoro più concreto di raccolta di informazioni e stesura di piani possibili di intervento sulla base dei rischi prevedibili”.

Da parte sua, il Pentagono ha confermato la presenza in Libia di un piccolo contingente di forze speciali Usa: “Ci sono forze americane in Libia che stanno cercando di instaurare contatti con le forze sul terreno – ha detto alla stampa il portavoce Peter Cook – per capire meglio quali sono gli attori, chi può meritare il sostegno degli americani e il sostegno di alcuni dei nostri alleati”.  Dopo giorni di indiscrezioni stampa, il ministro della Difesa italiano, Roberta Pinotti, ha dichiarato che un intervento militare in Libia contro i jihadisti dello Stato islamico (Isis) appare sempre più inevitabile, in tempi piuttosto brevi, mentre il Pentagono ha confermato la presenza di forze Usa nel Paese del Nord Africa con l’obiettivo di individuare possibili alleati nella lotta ai terroristi. Intanto oggi la crisi libica sarà al centro del Gruppo di contatto internazionale dell’Unione africana (Ua), a margine del 26esimo vertice Ua in corso ad Addis Abeba, con l’intento di accelerare il processo politico avviato con la firma dell’accordo Onu: all’incontro partecipa il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. E nei prossimi due giorni il premier designato Ferrai al Serraj incontrerà a Tunisi esponenti dei due parlamenti libici, alla ricerca di un accordo sul governo di unità nazionale. Pinotti ha detto oggi che per un intervento internazionale “non possiamo immaginarci di far passare la primavera con una situazione libica ancora in stallo, ma non parlerei di accelerazioni, tanto meno unilaterali”, sottolineando anche che “vanno evitate azioni non coordinate”. Riguardo ai piani di intervento in preparazione, come anticipato la scorsa settimana dalla stampa americana, il ministro ha confermato che “nell’ultimo mese abbiamo lavorato più assiduamente con americani, inglesi e francesi”, e che c’è “un lavoro più concreto di raccolta di informazioni e stesura di piani possibili di intervento sulla base dei rischi prevedibili”.

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Da parte sua, il Pentagono ha confermato la presenza in Libia di un piccolo contingente di forze speciali Usa: “Ci sono forze americane in Libia che stanno cercando di instaurare contatti con le forze sul terreno – ha detto alla stampa il portavoce Peter Cook – per capire meglio quali sono gli attori, chi può meritare il sostegno degli americani e il sostegno di alcuni dei nostri alleati”. Per l’Italia rimane essenziale la richiesta da parte di un governo libico: “Al recente vertice di Parigi tra i ministri della Difesa della coalizione anti-Isis … c’è stata totale condivisione su questo. Un governo operativo è indispensabile per evitare scenari come quello sperimentato in Iraq dopo la caduta di Saddam Hussein. Non dobbiamo fornire argomenti alla propaganda jihadista, che avrebbe interesse a presentare qualsiasi azione come una invasione occidentale”, ha detto Pinotti. Il ministro ha poi riferito che le richieste dei libici alla Comunità internazionale sarebbero quella di “proteggere il governo quando si insedierà a Tripoli” e di garantire “formazione e addestramento”. Ma il processo politico che deve portare alla nascita di un governo di unità nazionale e al suo insediamento a Tripoli sembra essere “più lento dell’espansione militare” dei jihadisti, ha ammesso ieri l’inviato Onu per la Libia, Martin Kobler, dopo la bocciatura da parte del parlamento di Tobruk della proposta di governo di unità presentata il 19 gennaio scorso. Secondo l’emittente al Arabiya, i due parlamenti, Tobruk e Tripoli, e il Consiglio presidenziale designato dall’accordo Onu si riuniranno nei prossimi due giorni a Tunisi per arrivare a un accordo su un nuovo governo di unità. Intanto oggi Kobler e Gentiloni hanno già discusso di come accelerare i tempi, in un bilaterale tenuto prima della riunione del Gruppo di contatto sulla Libia dell’Ua. Al vertice parteciperanno Algeria, Angola, Ciad, Cina, Egitto, Francia, Germania, Italia, Libia, Niger, Nigeria, Regno Unito, Russia, Stati Uniti, Sudafrica, Spagna, Sudan, Tunisia, Zimbabwe, e le organizzazioni CEN-SAD (che riunisce i Paesi sahelo-sahariani), Unione europea, Lega araba, Oci (Organizzazione della cooperazione islamica).

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