Bankitalia: a investitori esteri 24% Btp, crollo come nel 2012

Bankitalia: a investitori esteri 24% Btp, crollo come nel 2012
23 novembre 2018

Fuga degli investitori stranieri dai titoli pubblici italiani, come nel 2012, durante la crisi del debito sovrano. Secondo il rapporto sulla stabilità finanziaria della Banca d’Italia, “nel secondo trimestre dell’anno la quota di titoli pubblici italiani detenuta da investitori esteri si è ridotta di circa tre punti percentuali, al 24%, la variazione negativa più alta dal secondo trimestre del 2012”. “Nello stesso periodo – spiega Via Nazionale – la percentuale delle banche italiane è tornata a crescere, aumentando di circa due punti percentuali, al 18%. Il calo della quota dell’estero e l’incremento di quella delle banche sono proseguiti nel terzo trimestre, sebbene a un ritmo più moderato”.

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Da maggio “i rendimenti dei titoli di Stato italiani hanno subito un marcato e persistente rialzo e il valore medio di mercato dei titoli in circolazione si è ridotto di circa il 9%. L’aumento riflette il forte rialzo dei premi per il rischio derivante dalle incertezze sull’orientamento delle politiche economiche e di bilancio”. “Gli investitori stranieri – aggiunge Palazzo Koch – hanno effettuato ingenti disinvestimenti e la liquidità del mercato secondario è peggiorata; le quotazioni dei titoli pubblici italiani hanno incorporato un rischio di ridenominazione del debito significativo, che non si riscontra in altri paesi dell’area euro”.

Le preoccupazioni della Banca d’Italia sono rivolte anche sull’aumento dello spread che “rischia di vanificare” gli effetti positivi sulla crescita economica che dovrebbero essere innescati dalla manovra. In pratica, per Via Nazionale, “il rialzo dei tassi d’interesse sul debito pubblico registrato da maggio rischia di vanificare l’impulso espansivo atteso dalla politica di bilancio”. “La legge di bilancio – sottolinea ancora Bankitalia nel rapporto sulla stabilità finanziaria – determinerebbe, nelle valutazioni ufficiali, una maggiore crescita rispetto al tendenziale di circa 0,6 punti percentuali nel 2019: ciò presuppone moltiplicatori di bilancio piuttosto elevati”. “L’effettivo impatto sulla crescita – aggiunge Palazzo Koch – e quindi sul peso del debito dipenderà dalle misure specifiche e dal mantenimento della fiducia degli investitori”.

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