E’ morto chitarrista Richard Benson, aveva 67 anni

E’ morto chitarrista Richard Benson, aveva 67 anni
10 maggio 2022

È scomparso all’età di 67 anni Richard Benson, chitarrista metal della scena romana – ma non solo – e iconico personaggio televisivo: personaggio al punto che tutta la sua biografia è improntata più alla leggenda (non sempre positiva) che a fatti incontestabilmente reali e verificabili. A iniziare dal suo nome: l’anagrafe recita che sia nato in Gran Bretagna, nel sobborgo londinese di Woking, tesi rafforzata dalla pubblicazione su internet del suo passaporto e dell’estratto di nascita; eppure, per anni i suoi detrattori – complice l’accento marcatamente poco british e molto romano – hanno fatto circolare la voce che si chiamasse banalmente Riccardo Benzoni, chiamando in causa nel contempo la sua credibilità artistica.

Di fatto, le polemiche più roventi hanno sempre riguardato l’effettiva abilità chitarristica di Benson, che si autodefiniva “il migliore del mondo” ma le cui esibizioni live duravano di solito il (breve) tempo necessario a un pubblico tanto inferocito quanto prevenuto di bersagliarlo di insulti e oggetti più o meno contundenti (non escluso, in un’occasione, un pollo). In realtà, Benson aveva iniziato la sua carriera nei primi anni Sessanta con un gruppo progressive, prima di proseguire con una carriera solista sfociata in una discografia limitata ma suggestiva: quattro singoli e tre lp dai titoli “Madre tortura”, “L’inferno dei vivi” e “Duello madre”, su cui la critica si è espressa in modo non sempre lusinghiero. Benson ha tuttavia prodotto anche alcuni video didattici di buona qualità, stando agli addetti ai lavori.

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Parallelamente, si è anche costruito una carriera da critico musicale, grazie soprattutto al programma cult “Ottava nota”, trasmesso dalle televisioni private romane in cui esibiva un’enciclopedica conoscenza soprattutto in materia di hard rock e heavy metal (e ogni tanto si lanciava in appassionate filippiche contro lo sfortunato artista recensito). Grazie a questa notorietà – e a un’immmgine a dir poco singolare, giubbotto di pelle nera sul petto nudo, occhiali da sole e lunghi capelli in tinta – si ritagliò anche uno spazio in vari programmi televisivi (fra cui “Quelli della notte” di Arbore, nel ruolo del “metallaro”) e al cinema, in particolare con la partecipazione a “Maledetto il giorno che t’ho incontrato” di Carlo Verdone, in cui interpretava se stesso.

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