Arrestati 4 kosovari vicini all’Isis: “Questo Papa è l’ultimo”

Arrestati 4 kosovari vicini all’Isis: “Questo Papa è l’ultimo”
1 dicembre 2015

di Maurizio Balistreri

Quattro cittadini kosovari arrestati, armi e materiale web sequestrato. È questo il bilancio del blitz antiterrorismo condotto dalla Polizia di Stato di Brescia in collaborazione con la Polizia kosovara. Nel mirino una presunta organizzazione che propagandava l’ideologia jihadista. Gli arrestatti sono accusati di “apologia al terrorismo” e “istigazione all’odio razziale”. Per la prima volta, nei confronti di uno di loro, è scattata la misura della sorveglianza speciale per terrorismo. I quattro fermati dalla polizia sul web si scambiavano messaggi inneggianti al jihad, sui profili Facebook si mostrano con armi e in atteggiamenti propri dei combattenti del sedicente Stato Islamico, esaltando gli attentati di Parigi e lanciano minacce contro l’ex ambasciatore Usa e contro Papa Francesco: “Questo Papa sarà l’ultimo”. Non dimenticatevi ciò che vi sto dicendo!”. “Stai buono racconta la verità che loro verranno in Vaticano”. La polizia di Stato di Brescia dal dicembre 2014 aveva avviato un’indagine e controllava i quattro fermati, di etnia kosovara, residenti in Italia nelle province di Brescia, Vicenza e Perugia, perché “segnalati per profili di rischio in relazione a derive terroristiche di matrice islamica”. Così, anche attraverso il monitoraggio di Facebook – ha spiegato la polizia – “è stato documentato il loro collegamento con filiere jihadiste attive nel quadrante balcanico e riferibili a Lavdrim Muhaxheri, principale riferimento dei combattenti provenienti da quell’area geografica”. Proprio uno dei componenti del gruppo, arrestato in Kosovo, aveva espressamente minacciato su Facebook anche l’ex ambasciatore americano in Kosovo Tracy Ann Jacobson: “L’ebrea americana dice che il nuovo governo combatterà la corruzione à io dico a questa signora che finché loro saranno in Kosovo non esisterà la giustizia à questa miscredente merita la punizione con la sharia”.

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Gli altri tre componenti del sodalizio criminale sono invece stati fermati in Italia. Nei confronti di uno di questi è stata adottata per la prima volta la misura della sorveglianza speciale per terrorismo su richiesta del Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, con contestuale ritiro del passaporto e di altro documento valido per l’espatrio. Gli altri due sono invece stati espulsi dall’Italia: uno con provvedimento adottato dal ministro dell’Interno per motivi di terrorismo internazionale, l’altro con decreto del questore di Brescia. Il cittadino kosovaro Imishti Samet, fermato dalla polizia kosovara, sarebbe la mente del gruppo che inneggiava alla jihad sul web con le armi in pugno. Il kosovaro Samet, affiliato al Daesh, è stato fermato in un comune al confine con la Macedonia. Ma per molti anni aveva abitato in provincia di Brescia, dove faceva il muratore. Nel suo appartamento di Chiari, dove tuttora abita il fratello, anche lui fermato nell’ambito della stessa operazione, è stato trovato “materiale propagandistico e i software utilizzati per il collegamento con altri internauti sospettati di terrorismo” ha spiegato il procuratore capo Tommaso Buonanno. La polizia del Kosovo ha precisato che il sospetto capo del gruppo terroristico è stato arrestato nel villaggio di Hani I Helezit.

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