8 marzo, Mattarella: parità genere grande questione educativa

8 marzo, Mattarella: parità genere grande questione educativa
8 marzo 2021

“La parità di genere non è solo una grave questione economica e sociale. Ma è una grande questione culturale ed educativa”. E’ il richiamo che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha fatto oggi tornando a celebrare, dopo la cancellazione lo scorso anno, in maniera tradizionale al Quirinale, anche se con le dovute restrizioni sulle presenze legate al Covid, la giornata internazionale della donna quest’anno dedicata appunto al tema “Con Rispetto. Educando”. Nel suo intervento il Capo dello Stato ha toccato tutti i punti più critici della situazione femminile in Italia a cominciare dal fenomeno del femminicidio, un “fenomeno impressionante, che scuote e interroga la coscienza del nostro Paese”. Al Quirinale erano presenti le cariche istituzionali, il Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, il Presidente della Corte Costituzionale Giancarlo Coraggio e la Vice Presidente della Camera dei Deputati, Maria Edera Spadoni. Presente anche il presidente del Consiglio, Mario Draghi.

Mattarella ha aperto il suo discorso pronunciando tutti i nomi delle vittime di femminicidio di questi primi due mesi dell’anno: “Sharon, Victoria, Roberta, Teodora, Sonia, Piera, Luljeta, Lidia, Clara, Deborah, Rossella. Uccise per mano di chi aveva fatto loro credere di amarle. Per mano di chi, semmai, avrebbe dovuto dedicarsi alla reciproca protezione. Ora siamo di fronte a una dodicesima uccisione: quella di Ilenia”, ha proseguito il Capo dello Stato ricordando che “l`anno passato le donne assassinate sono state settantatre”. Il bilancio di questo 8 marzo 2021 non è negativo solo sul fronte della violenza fisica, purtroppo. Mattarella ha illustrato anche i dati delle conseguenze che la pandemia ha avuto nella vita delle donne dal punto di vista sanitario ed economico: “La diffusione del Covid-19, come sempre accade nei periodi difficili, ha colpito maggiormente le componenti più deboli ed esposte. Le donne tra queste – ha spiegato -. Dal punto di vista occupazionale anzitutto. Secondo l`Istat abbiamo 440 mila lavoratrici in meno rispetto a dicembre 2020. Mentre sono a rischio un milione 300 mila posti di lavoro di donne che lavorano in settori particolarmente colpiti dalla crisi”.

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“L’occupazione femminile è tornata indietro. Ai livelli del 2016, ben al di sotto del 50% raggiunto per la prima volta nel 2019″, ma non basta perché “peggiora la qualità del lavoro delle donne, con un picco di contratti part-time non volontari, con l`aumento dei lavori a tempo determinato e con una riduzione delle condizioni di conciliazione vita/lavoro”, segnala ancora il Capo dello Stato. Mattarella ha posto l’accento sul fatto che “la situazione femminile si fa critica anche dal punto di vista sanitario. L`Inail ha messo in luce, in un recente studio, che quasi il 70 per cento dei contagi denunciati sui posti di lavoro riguarda le donne. Le categorie professionali delle contagiate riguardano soprattutto il settore sanitario. E` dunque doveroso che la Repubblica rivolga un pensiero di forte gratitudine alle tante donne che da ormai un anno si stanno impegnando negli ospedali, nei laboratori, nelle zone rosse per contrastare la diffusione del coronavirus. Esse – ha aggiunto – lavorano in condizioni difficili, con competenza e abnegazione, con spirito di sacrificio e con la loro caratteristica capacità di sopportare grandi carichi di lavoro. A loro, in special modo, desidero dedicare questa importante giornata”.

Ma ci sono anche “forme – meno brutali, ma non per questo meno insidiose – della cosiddetta violenza economica, che esclude le donne dal controllo e dalla gestione del patrimonio comune o che obbliga la donna ad abbandonare il lavoro in coincidenza di gravidanze o problemi familiari”. Questioni che richiedono per la loro risoluzione “il coinvolgimento attivo di tutti: uomini e donne, uniti, contro ogni forma di sopraffazione e di violenza, anche se larvata”. Senza dimenticare le disparità nel contesto lavorativo: “La sola libertà di accesso agli impieghi pubblici e privati – secondo il Presidente della Repubblica -, non risolve interamente il problema dell`occupazione femminile, di fronte a una evidente disparità nella progressione di carriera e nella ingiustificabile differenza di retribuzione. Per non parlare delle discriminazioni sul posto di lavoro, in forme che talvolta rasentano la costrizione e la violenza”.

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“A distanza di settantaquattro anni dall`approvazione della Costituzione – che ha sancito, in via definitiva, l`eguaglianza e la parità tra tutte le persone, senza distinzioni – gli orribili casi di femminicidio – che reclamano giustizia – ci dicono che la legge, da sola, non basta”, ha avvertito Mattarella secondo il quale “un principio va affermato, ma va anche difeso, promosso e concretamente attuato”. Infine dal Capo dello Stato è arrivato un monito sul linguaggio: “Il rispetto verso le donne conosce molte declinazioni: dobbiamo respingere le parole di supponenza, quando non di odio o di disprezzo verso le donne. Parole che generano e alimentano stereotipi e pregiudizi ottusi e selvaggi, determinando atteggiamenti e comportamenti inaccettabili. Compromettere l`autonomia, l`autodeterminazione, la realizzazione di una donna esprime una fondamentale mancanza di rispetto verso il genere umano”, ha concluso.

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