8 marzo, meno di 1 imprenditore su 3 è donna

8 marzo, meno di 1 imprenditore su 3 è donna
8 marzo 2024

Meno di un imprenditore su tre è donna. Gli imprenditori che operano in Italia nel 2021 sono oltre 4 milioni e 800mila. Di questi circa 1milione 460mila sono donne (30%). Rispetto al 2015 si osserva una leggera crescita della presenza femminile di circa 65mila unità (+0,9 punti percentuali). E’ quanto emerge da un report dell’Istat che sottolinea come le imprese femminili siano presenti soprattutto nel settore dei servizi.

Le imprenditrici hanno un`età media più bassa (49 anni) dei loro colleghi maschi (52 anni), grazie a una più cospicua componente under35. La maggiore presenza di giovani tra le imprenditrici contribuisce ad attenuare, ma non cancella, il forte squilibrio di genere. Nella classe di 50 anni e più le donne rappresentano il 26,5% del complesso degli imprenditori. Lo squilibrio si riduce leggermente nella classe di età centrale (33%) e in modo più consistente tra i più giovani, dove la quota femminile raggiunge il 37,1%.

 

Quota di donne cresce tra le under35

 

Rispetto al 2015 la quota di donne cresce in tutte le classi di età ma soprattutto tra le under35 (+1,7 punti) e tra le 35-49enni (+2 punti). Minime le differenze nella distribuzione territoriale della sede di impresa. La presenza femminile varia dal 28,6% tra gli imprenditori che guidano imprese del Mezzogiorno al 31,6% nelle regioni del Centro. L`analisi per comparto economico evidenzia che la stragrande maggioranza delle imprenditrici opera nei Servizi (90,7% a fronte del 74,9% degli uomini). Molto contenuta la quota di imprenditrici del comparto industriale (6,4%) e marginale in quello delle Costruzioni (2,9%), che si conferma dunque a forte caratterizzazione maschile.

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Il confronto con il 2015 evidenzia un trend non omogeneo tra i vari comparti: a una crescita del numero di imprenditrici operanti nei Servizi (+76.027 in valore assoluto, pari a +1,2 punti percentuali) si associa un decremento di quante sono impegnate nel settore dell`Industria in senso stretto (-10.516, -1,1 punti) e un leggerissimo calo nelle Costruzioni (-75mila, -0,1 p.p.). Entrando più nel dettaglio, le imprenditrici più frequentemente dei loro colleghi guidano imprese delle Attività professionali, scientifiche e tecniche (20% contro il 17,2%), Sanità e assistenza sociale (12,5% contro il 5,5%), Servizi di alloggio e ristorazione (9,3% contro il 6,8%) e Altri servizi alla persona (9,0% a fronte del 2,8% degli imprenditori). 

 

Titolo di studio più elevato degli uomini

 

Poco meno di un milione di donne svolge un’attività imprenditoriale senza dipendenti (64,8% a fronte del 62,4% degli uomini). L`assenza di dipendenti caratterizza soprattutto l`attività imprenditoriale delle under35 (72,8%) e delle imprenditrici del Nord-Ovest (68,9%). Il profilo per titolo di studio evidenzia che, in linea con quanto accade nella popolazione generale, anche tra le imprenditrici le donne hanno più frequentemente un titolo di studio più elevato degli uomini. Ha conseguito un titolo di studio terziario il 34,5% delle imprenditrici a fronte del 23,4% degli uomini.

Nel segmento di imprenditori con titolo di studio terziario le donne rappresentano il 38,8%. Decisamente più sbilanciato il rapporto tra i due generi in presenza di un titolo di studio più basso (28,6% di donne tra quanti hanno conseguito un diploma e 24,7% tra quanti si sono fermati alla scuola dell`obbligo). La percentuale più alta di imprenditrici con elevato titolo di studio si ritrova tra i liberi professionisti (76,4% a fronte del 68,2% dei colleghi). Tuttavia il gap di genere è più elevato, superando i 20 punti percentuali, per i lavoratori autonomi tra i quali ha conseguito un titolo di studio terziario il 43,5% delle donne a fronte del 23,4% degli uomini.

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Le imprenditrici hanno un titolo di studio più elevato degli uomini in tutte le classi di età e settori di attività economica. L`entità del divario di genere è molto variabile: per le imprenditrici con 50 anni e più la differenza è di 4,5 punti percentuali (27,6% di laureate a fronte del 23,1% di imprenditori laureati); sale a 16-17 punti tra le 35-49enni e tra le 25-34enni. Guardando ai comparti, il divario di genere a favore delle donne è particolarmente evidente (la differenza in punti percentuali supera le due cifre) nei settori Istruzione (49% di laureate contro il 37,1% tra gli uomini) e nel settore di Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (37,8% contro 27,2%).

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