Sgambetto del parlamento siciliano a Ingroia, la Regione può ricorrere a ditte esterne. L’ex pm: conflitto interessi Baccei

Sgambetto del parlamento siciliano a Ingroia, la Regione può ricorrere a ditte esterne. L’ex pm: conflitto interessi Baccei
24 febbraio 2016

Sgambetto dell’Assemblea regionale siciliana all’ex pm Antonio Ingroia, amministratore unico di Sicilia e-servizi, societa’ di informatizzazione della Regione. In sede di voto della finanziaria, l’Aula ha bocciato l’emendamento soppressivo del governo, dando facolta’ ai dirigenti dei dipartimenti della Regione di ricorrere a ditte esterne, diverse dunque da quella gestita da Ingroia, per i servizi informatici. Uno schiaffo che testimonia i rapporti difficili tra l’ex magistrato e vasti settori della politica e della burocrazia regionale e che, smantellando un monopolio di fatto, rischia adesso di azzoppare pericolosamente la partecipata. Il tema delle societa’ regionale e’ stato al centro de dibattito d’aula oggi. Tra queste Riscossione Sicilia, il cui presidente Antonio Fiumefreddo e’ stato protagonista nelle scorse settimane di un scontro con i deputati, una ‘guerra delle tasse’ che ha spinto alcuni parlamentari a ‘iscriversi’ al partito della chiusura di Riscossione e della cessione del servizio a Equitalia. Sul tema ha preso la parola il governatore Rosario Crocetta che ha chiesto e ottenuto l’accantonamento della norma per una riscrittura: “Non si puo’ vanificare lo sforzo di risanamento – ha detto in Aula e non possiamo far chiudere questa societa’. Equitalia ci scaricherebbe debiti e dipendenti e non ci darebbe certezza sui tempi di versamento di quanto riscosso. Riscriviamo insieme questa norma”. Poco prima era giunto l’appello dell’assessore all’Economia Alessandro Baccei ad approvarla perche’ “in caso contrario non sara’ possibile pagare gli stipendi dei dipendenti per il 2016”: stanziati 18 milioni di euro, un milione in meno per il 2018. Secondo Baccei “questi soldi sono solo per pagare gli stipendi della societa’ che perde 20 milioni l’anno in media. Poi il capitolo di Sviluppo Italia Sicilia: Secondo Baccei “e’ impossibile ricapitalizzare la societa’, ce lo vieta la Corte dei Conti e il codice civile. L’unico modo per finanziare Sviluppo Italia Sicilia e’ quello di assegnare commesse, e io vi assicuro che non ho dato alcuna commessa a Invitalia, piuttosto che a Sviluppo Italia. Le societa’ non si possono ricapitalizzare, possiamo affidare commesse, ma non dare soldi per il funzionamento o gli stipendi”.

Immediata la replica dell’ex pm. “Ringrazio il presidente Crocetta che ha provato a porre un argine a questa deriva con la presentazione di un emendamento, ma ritengo che questa non sia una sua sconfitta ma una vittoria delle lobbies affaristiche”. Lo dice l’amministratore unico di Sicilia E-Servizi Antonio Ingroia, commentando il voto dell’aula alla norma della finanziaria che consente alla Regione di assegnare a privati i servizi informatici, finora affidati alla società in house. “Il voto della politica non ha fatto altro che l’atto finale della loro rivincita nei confronti della legalità – aggiunge – Non è un caso che l’assessore all’Economia Baccei, che contraddicendo la volontà del presidente della Regione ha lasciato libertà di voto sull’emendamento che di fatto chiude Sicilia E-Servizi, avesse stretti rapporti professionali con l’ex socio privato di Sicilia E-Servizi in una situazione di confitto di interessi clamorosa”. Per Ingroia “ci sono tre ragioni per cui il voto dell’Ars rappresenta uno smacco ai siciliani: il primo è che è stata punita un’azienda perché è stata virtuosa; il secondo è che evidentemente i 400 milioni di euro che l’Ue potrebbe destinare all’informatica siciliana fanno gola a molti e affidarsi ai privati significa acquistare, a parità di servizio, a un costo maggiore; l’azienda privata deve trarre profitti, quella pubblica no. Il terzo è che, se ognuno può affidarsi al privato che vuole, viene meno la garanzia di sinergia e interscambiabilità tra vari soggetti della pubblica amministrazione, anche questo a danno dei cittadini”. “Evito processi alle intenzioni – conclude – anche se è fin troppo chiaro che torneremo alle opacità del passato, che ho denunciato sulle precedenti gestioni di Sicilia E-Servizi”.

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Articolo aggiornato alle 17:51

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