Il sindaco libico: “I due italiani liberati dopo irruzioni in diverse case”. L’ira dei jihadisti: “Siate maledetti difensori della Croce”

Il sindaco libico: “I due italiani liberati dopo irruzioni in diverse case”. L’ira dei jihadisti: “Siate maledetti difensori della Croce”
4 marzo 2016

La notizia ha iniziato a rimbalzare dal mattino su siti stranieri e sulla stampa nazionale. Una foto su Facebook, un messaggio video sui media libici, la telefonata ai familiari e infine la conferma ufficiale del ministero degli Esteri italiano: “I due italiani rapiti in Libia a luglio, Filippo Calcagno e Gino Pollicardo, tecnici della ditta Bonatti, non sono più nelle mani dei loro rapitori, si trovano ora sotto la tutela del Consiglio militare di Sabratha e sono in buona salute”. La prima conferma della liberazione è giunta dal Copasir. Ad avvalorare la situazione e le condizioni di Pollicardo e Calcagno, però, hanno contribuito il video postato su internet e la telefonata che lo stesso Pollicardo ha fatto alla moglie per rassicurarla. “Sono Gino Pollicardo e sono qui con il mio collega Filippo Calcagno. Siamo in un posto sicuro, un posto di polizia qui in Libia. Stiamo bene e speriamo di tornare urgentemente in Italia perché abbiamo bisogno di ritrorvare le nostre famiglie”. E’ stata la frase pronunciata dal tecnico della Bonatti. “Siamo psicologicamente devastati. Abbiamo bisogno di tornare urgentemente in Italia”, recitava ancora un post sotto la foto dei due pubblicato dal “Sabratha Media Center”. E se ormai c’è la certezza che i due siano sotto la tutela del Consiglio militare di Sabratha con l’andar delle ore sono emersi i particolari della liberazione. Secondo il sindaco della città libica, Hussein al-Dawadi, gli ostaggi “sono stati liberati (…) a Sabratha dopo irruzioni in diverse case a seguito di informazioni ricevute”. Pollicardo e Calcagno, si è appreso successivamente da “Akher Akhbar”, erano in mano ad “un gruppo terroristico tunisino” che “aveva chiesto 12 milioni di euro per la liberazione”.

Durante il blitz per la liberazione le forze di sicurezza libiche avrebbero ingaggiato uno scontro a fuoco con 6 terroristi, tra questi una donna tunisina che si sarebbe fatta esplodere uccidendo anche due suoi bambini, ha ulteriormente raccontato una fonte citata dal sito Assabah News. Gli uomini del “Consiglio Militare” hanno circondato una casa a Sud di Sabratha: a quel punto la donna che “indossava una cintura esplosiva”, per non consegnarsi, si è fatta saltare in aria, uccidendo anche due suoi figli. Quindi, sempre secondo questa ricostruzione, “entrando per ispezionare la casa” che si trova presso una fabbrica di mattoni nel Sud di Sabratha, i miliziani “hanno trovato i due ostaggi italiani”. Intanto il ministro degli esteri del governo di Tripoli, Ali Ramadan Abuzaakouk, dopo essersi congratulato per la liberazione dei due ostaggi, ha commentato l`uccisione degli altri due italiani rapiti a Mellitah, Fausto Piano e Salvatore Failla: “Ho la conferma che è stata un`esecuzione da parte di alcuni membri tunisini dell`Isis che si trovavano in quell`area. Invio le condoglianze alle famiglie dei due italiani uccisi, a tutto il popolo e il governo italiano”.

Leggi anche:
Giulio Regeni: torture e brutalità emergono dall'autopsia

La notizia della liberazione dei due tecnici non ha fatto notizia solo in Italia, ma ha anche scatenato l’ira dei jihadisti sul web. A far arrabbiare gli internauti simpatizzanti dello Stato islamico (Isis) è stato soprattutto il fatto che la liberazione sarebbe avvenuta con un blitz compiuto da forze libiche in un covo dell’Isis a Sabratha. “Voglio ricordarvi cosa hanno fatto gli italiani con i libici in passato”, esordisce il post di “Ambasciatore del Mozambico”, con tanto di foto di profilo di Abu Musab al Zarqawi, capo di al Qaida ucciso in Iraq, per poi elencare i misfatti degli italiani in epoca coloniale: “Hanno violentato le vostre donne, ucciso i vostri uomini, rubato le vostre risorse ed ora cosa fate? Liberate questi figli della croce”. L’invettiva del sedicente seguace del Califfo Abu Bakr al Baghdadi, prosegue contro gli autori del blitz libico: “Sicuramente chi ha partecipato alla loro liberazione oppure ha gioito per questo è uno che parla italiano, ovvero è uno dei figli di quelle donne stuprate dagli invasori italiani. Siate maledetti difensori della Croce”.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti