Abusi, si dimette per negligenza il terzo vescovo polacco

Abusi, si dimette per negligenza il terzo vescovo polacco
12 maggio 2021

Il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Bydgoszcz, in Polonia, presentata da mons. Jan Tyrawa. Il vescovo, 72 anni, si è dimesso per aver coperto abusi sessuali del clero della sua diocesi su minori. Una nota della nunziatura apostolica a Varsavia, pubblicata sul sito della conferenza episcopale, rende noto che il vescovo Tyrawa si è dimesso in applicazione del motu proprio di papa Francesco “Vos estis lux mundi” che sanziona i pastori colpevoli di negligenza nel trattare casi di abusi sessuali su minori da parte di alcuni sacerdoti operanti nella diocesi di Bydgoszcz. “Dopo aver completato questa procedura, tenendo conto anche di altre difficoltà nella gestione della diocesi, il vescovo di Bydgoszcz ha rassegnato le dimissioni dal suo ministero, accettate oggi dal Santo Padre”. Il Papa ha nominato mons. Wieslaw Smigiel amministratore apostolico sede vacante.

E’ il terzo vescovo polacco sanzionato in poche settimane per la stessa ragione dopo il vescovo emerito di Danzica, Slawoj Leszek Glódz, e il vescovo di Kalisz, Edward Janiak. Anche negli Stati Uniti un vescovo si è redentemente dimesso in forza della stessa normativa, il vescovo di Crookston in Minnesota, Michael J. Hoeppner. Nel maggio del 2019 Francesco ha promulgato “Vos estis lux mundi”, Voi siete la luce del mondo. La nuova normativa ha avuto bisogno di un certo periodo per entrare in funzione. Due sono i motivi. Il provvedimento papale, innanzitutto, ha obbligato tutti i vescovi del mondo a predisporre, nel giro di un anno dalla promulgazione, “un sistema pubblico, affidabile e accessibile, per assicurare che le vittime siano accolte e ascoltate, e che chi segnala sia protetto da eventuali ritorsioni”, come ha avuto a spiegare padre Federico Lombardi sulla Civiltà cattolica; ogni diocesi del mondo deve ormai avere uno sportello per le denunce: obbligo che, in realtà, non è stato rispettato ovunque.

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In secondo luogo, la rimozione del vescovo colpevole avviene solo a valle di una indagine che necessita, a sua volta, di un certo tempo. Il meccanismo, in realtà, scaturisce dal combinato disposto della “Vos estis lux mundi” e di un precedente motu proprio, approvato da Jorge Mario Bergoglio a giugno 2016, “Come una madre amorevole”, che, recependo la proposta di introdurre nell`ordinamento giudiziario ecclesiastico la fattispecie di reato dell`abuso d`ufficio episcopale, stabiliva che tra le “cause gravi” che il Diritto Canonico già prevede per la rimozione di un vescovo andava inclusa anche la negligenza rispetto ai casi di pedofilia.

Innestandosi su questa prima normativa, “Vos estis lux mundi” – frutto del vertice voluto dal papa in Vaticano dal 21 al 24 febbraio del 2019 con i presidenti delle Conferenze episcopali di tutto il mondo – ha introdotto l`obbligo per preti e religiosi di denunciare gli abusi al loro vescovo, sancendo il divieto di imporre il vincolo del silenzio e dettagliando le modalità di indagine che, essendo l`indagato un vescovo, sono state affidate al suo immediato superiore, ossia all`arcivescovo metropolita della sua regione. Ora questo complesso meccanismo si è messo in moto. E se già dopo la pubblicazione di “Come una madre amorevole” alcuni vescovi statunitensi avevano preventivamente rassegnato le dimissioni prevedendo, evidentemente, che sarebbero stati trovati colpevoli, ora sono stati colpiti i primi vescovi a valle dell`indagine dei rispettivi arcivescovi metropoliti. Da ultimo, oggi, il vescovo di Bydgoszcz.

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