Accordo Usa-Vietnam scatena l’ira della Cina: dazi del 40% su merci ‘in transito’

Washington e Hanoi stringono un patto commerciale con clausole aggressive, puntando a colpire le importazioni indirette. Pechino reagisce: “Accordi non devono danneggiare terzi”.

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Un nuovo terremoto scuote i fragili equilibri del commercio globale. L’accordo USA-Vietnam annunciato ieri da Donald Trump non è solo una stretta bilaterale: con la clausola del 40% di dazi su merci “in transito”, Washington mira a colpire indirettamente la Cina e altri competitor.

Il presidente USA ha svelato l’intesa su Truth Social: zero dazi per i prodotti americani in Vietnam, 20% per quelli vietnamiti diretti negli USA (contro il 46% inizialmente richiesto) e la misura più controversa: il 40% su merci di paesi terzi che transitano da Hanoi.

“Se un Paese vende via Vietnam, paga il prezzo”, ha dichiarato il segretario al Commercio Howard Lutnick su X (ex Twitter), spiegando la logica dietro la nuova tariffa sul cosiddetto “transshipping”.

La reazione di Pechino

La portavoce degli Esteri cinesi Mao Ning ha reagito senza mezzi termini durante la consueta conferenza stampa: “Sosteniamo soluzioni paritarie, ma non a scapito di terzi”. Un messaggio chiaro all’amministrazione americana: Pechino vede nella nuova politica doganale un attacco velato alle sue esportazioni.

Numeri che Spiegano la Collera Cinese:
• Importazioni vietnamite dalla Cina: 144 miliardi di dollari (2023), +290% dal 2015
• Esportazioni vietnamite verso USA: 119 miliardi (30% del totale), +360% in 8 anni
• La Cina fornisce il 38% di tutte le importazioni del Vietnam

Vietnam tra due fuochi

Il segretario generale del Partito Comunista Vietnamita To Lam, nel colloquio con Trump, ha chiesto il riconoscimento di economia di mercato e la rimozione dei blocchi su prodotti high-tech. Ma Hanoi si trova in una posizione delicata:

  • Da un lato, gli USA rappresentano il suo principale mercato di esportazione
  • Dall’altro, la Cina rimane il fornitore insostituibile per le catene produttive
  • Molte aziende (abbigliamento, elettronica, calzature) operano con componenti cinesi ma assemblaggio vietnamita

Le grandi incognite

L’impatto reale del dazio del 40% resta difficile da calcolare:

  1. Quante merci saranno effettivamente colpite dalla nuova norma?
  2. Le aziende riusciranno a dimostrare l’origine vietnamita dei prodotti?
  3. Come reagirà Pechino, oltre alle proteste verbali?

Una cosa è certa: con questo accordo, il Vietnam è diventato l’ultimo campo di battaglia nella guerra commerciale tra le due superpotenze, con ripercussioni che potrebbero estendersi a tutto il sistema commerciale globale.