Al porto di Catania il murales di Vhils più grande d’Europa

Al porto di Catania il murales di Vhils più grande d’Europa
16 dicembre 2015

41967-Waterfront_Vhils_a_CT_2_Il più grande sguardo sul mare che l’umanità abbia mai dipinto: è questo il dono della Fondazione Terzo Pilastro alla città di Catania e alla sicilia tutta. A volerlo è stato il Presidente della Fondazione Emmanuele F. M. Emanuele, a realizzarlo Alexandre Farto, in arte Vhils, artista portoghese nato e cresciuto a Lisbona, figlio di una città che possa il suo sguardo da secoli su un intero oceano. “Sono felice d’essere qui, in questa città che amo moltissimo e alla quale in passato ho già dato dimostrazione di attaccamento – ha detto il Presidente Emmanuele Emanuele -. Per me è la prosecuzione di un viaggio a ritroso, per tornare in sicilia, dove sono nato, e che ho portato nel cuore per decenni, portandomela nel mondo. Ho ritenuto indispensabile tornare lì dove ho cominciato. E’ un percorso che mi gratifica umanamente, e mi fa pensare in modo concreto che forse quella struttura esistenziale che ho maturato negli anni giovanili è stata l’impalcatura degli anni successivi. Senza quei valori che la nostra terra imprime a chi vi nasce, molte cose che ho realizzato non si sarebbero realizzate”. Alto come un palazzo di dieci piani, largo come un campo da calcio: queste sono le dimensioni ciclopiche del ritratto che sorge monolitico dall’acqua antistante il porto di Catania, dipinto sugli otto silos granari in cemento che dal 1960 definiscono, insieme all’Etna e alle cupole barocche, lo skyline della città etnea.

 

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“Il waterfront diventa espressione di qualcosa che va oltre la cromaticità e le espressioni – ha proseguito EmmanueleEmanuele -. Quest’opera ha un valore simbolico. La nostra trinacria oggi viene sostituito col viso di un lavoratore della terra, un contadino che guarda il mare da cui tutto è iniziato. L’immagine dell’uomo che vive di lavoro doveva essere sacralizzata in questa opera. Inoltre, questa opera a Catania dimostra come il mio sogno di sinergia pubblico-privato può avverarsi”. Un uomo che guarda il mare. Ma chi è quella figura? Non è importante. E’ uno, nessuno e centomila. Al porto di Catania un vecchio pescatore ci ha detto che guardando il mare la felicità diventa un’idea semplice. Quale apparato critico, quale dispositivo speculativo può spiegare meglio della semplicità dell’opera di Vhils il suo stesso significato? “Senza il Mediterraneo non ci sarebbe il mondo di oggi – ha detto Emmanuele Emanuele -. Senza la cultura, la filosofia, l’arte del Mediterraneo, il mondo non sarebbe quello che è. Tutto è nato qua. Lo si voglia o no. Siamo gli eredi di una storia infinita.

Il mondo si concentra sul Mediterraneo”.

 

La scelta è caduta sul più grande sguardo verso il mare che l’uomo abbia mai dipinto sulle coste della sicilia: esso attraversa il Mediterraneo e guarda ad Oriente, abbraccia la Grecia, Cipro, la Turchia, l’Egitto, la Siria, la Giordania, Israele, il Libano, le terre da dove sono partiti i popoli che hanno fatto la sicilia. La speranza è che gli uomini sappiano cheal di là dei tumulti delle civiltà esiste un ponte che tutti, se vorranno, potranno attraversare. “Oggi noi parliamo di street art, ma essa ha una radice antica – ha concluso il Presidente della Fondazione Terzo Pilastro -. Questo movimento ha una visione diversa da altre forme artistiche. Parliamo di artisti che non vogliono essere rinchiusi in aree museali. Vogliono il respiro della città. Vogliono stare a contatto con la gente. Tutti loro sono stati rivoluzionari.  Hanno dipinto i muri, i sotterranei delle città sovvertendo i principi estetici. Questa bellezza, fruibile da tutti, è la nuova via da percorrere”.

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