Al Teatro Massimo, magia, illusionismo e acrobazie

2 gennaio 2018

È difficile definire uno spettacolo come quello ideato e messo in scena da Jean-Baptiste Thierrée e Victoria Chaplin. Per quasi due ore si susseguono senza interruzione trucchi, battute, gag, acrobazie… ma se si dovesse riassumere in breve ciò che Le Cirque rappresenta, probabilmente la parola esatta per farlo sarebbe “magia”. Non in senso teatrale, non abile prestidigitazione, la magia a cui si credeva da bambini, quella che questo mondo sempre più tecnologizzato e frenetico sta cancellando. Quando si spengono le luci in sala e si accendono i riflettori sul palco, tutto quello che lo spettatore deve fare è dimenticare la razionalità e lasciarsi trasportare dalla leggerezza e dalla bravura di questi due artisti straordinari. Jean-Baptiste Thierrée affascina con i suoi modi di “bambino vecchio”, con la sua esperienza che è messa al servizio di una continua parodia dei tradizionali spettacoli di prestigio. I trucchi ci sono, ma non sono essenziali quanto la complicità che si crea tra attore e spettatore. Victoria Chaplin – figlia del mitico Charlot, dal quale ha ereditato un indiscutibile talento – si presenta agli antipodi del suo compagno di giochi: tanto lui è istrionico e fracassone, quanto lei si presenta sulla scena silenziosa, con uno sguardo stupito e un po’ spaventato, ammantata in abiti che si trasformano in un fantastico zoo immaginario. Nell’epoca virtuale e degli effetti speciali, Le Cirque Invisible riesce ad incantare con la sua arte fatta di stracci e di precisione, in grado di creare eccitanti corto-circuiti nell’immaginario degli spettatori. Victoria Chaplin e Jean-Baptiste Thierrée sono gli acrobati, i fantasisti, gli illusionisti, i funamboli, i prestigiatori, i clown, i musicisti di questo circo immaginario, di questo volo della fantasia. Lei, sempre perfetta, cavalca ippogrifi di sedie, si trasforma in una magnifica donna-orchestra, eseguendo un incredibile concerto per bicchieri, tegami e cucchiai. Insieme fanno comparire animali dal nulla e trasformano un piccolo coniglio in un animale gigante. Aiutati dagli oggetti di scena, piccoli animali domestici, ritraggono biciclette innamorate. E quando Jean-Baptiste Thierrée fa acrobazie con le bolle di sapone e poi le colpisce con un martello e le bolle suonano a festa come campane, dimostra come l’incantesimo teatrale può trasformare la realtà delle cose. Allo spettatore non resta altro che dimenticare, per poche ore, di essere cresciuto.

Note biografiche

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Nato nel 1937, Jean-Baptiste Thierrée entrò come suggeritore al Théâtre de la Porte Saint-Martin e fece qualche comparsa al cinema. Il suo incontro con Jean-Marie Serreau e poi con Roger Planchon lo spinse verso la carriera d’attore teatrale con qualche incursione nel cinema (tra l’altro in Muriel di Alain Resnais). Nel 1965 fonda una sua compagnia teatrale con la quale crea spettacoli come Le Revizor di Gogol, Midi moins cinq di Jacques Sternberg, Le Chevalier au pilon flamboyant di Beaumont e Fletcher al Théâtre Grand-Guignol. Nel maggio del 1968 il suo desiderio di circo nasce contemporaneamente al suo impegno politico e al suo incontro con Alexis Gruss senior e poi col filosofo Félix Guattari. Nel 1970 fonda la propria compagnia di circo, Cirque Baptiste, che in seguito diventerà Le Cirque Imaginaire. È di quegli anni l’incontro con Victoria Chaplin – figlia del mitico Charlot, dal quale ha ereditato un indiscutibile talento – che diventerà sua moglie e compagna di tutte le sue avventure artistiche. Nello stesso periodo, Jean Vilar volle allestire il loro tendone al Festival d’Avignon, in piazza Champfleury, dove Le Cirque Imaginaire diventerà Cirque Bonjour. Il successo fu folgorante e l’infatuazione della stampa e del pubblico immediata. Nel frattempo, Jean-Baptiste Thierrée si preoccupò di preservare la propria identità artistica rifiutando di trasformare la compagnia in un’impresa commerciale, cercando invece di intraprendere la strada per ottenere il riconoscimento di circo “di servizio pubblico”. I suoi numerosi tentativi furono vani e le porte del Ministero della Cultura francese restarono chiuse; pertanto, nel 1974 egli decise di terminare l’esperienza del Cirque Bonjour. A partire da quegli anni cominciò a stabilire numerosi contatti con teatri e festival di tutto il mondo ed è sotto il nome de Le Cirque Invisibile che Jean-Baptiste Thierrée e Victoria Chaplin hanno raggiunto le più grandi capitali europee e internazionali, acquistando una grande e duratura notorietà e dando vita a quello che sarebbe diventato un vero e proprio genere teatrale, il “circo-teatro” o nouveau cirque, che nell’ultimo decennio ha acquistato un crescente e consolidato consenso di pubblico e critica.

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Calendario delle rappresentazioni

venerdì 5 gennaio ore 21.00

sabato 6 gennaio ore 21.00

domenica 7 gennaio ore 17.30

martedì 9 gennaio ore 21.00

mercoledì 10 gennaio ore 17.30

giovedì 11 gennaio ore 17.30

venerdì 12 gennaio ore 21.00

sabato 13 gennaio ore 21.00

domenica 14 gennaio ore 17.30

 

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