Alessia Piperno è arrivata a Roma: Duri 45 giorni in carcere”. Meloni accoglie la giovane romana a Ciampino

Alessia Piperno è arrivata a Roma: Duri 45 giorni in carcere”. Meloni accoglie la giovane romana a Ciampino
Alessia Piperno accolta in aeroporto anche dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri
10 novembre 2022

Alessia Piperno, la giovane blogger romana, arrestata in Iran e rilasciata oggi, è atterrata nel pomeriggio all’aeroporto di Ciampino. “In carcere sono stati 45 giorni duri” ha commentato la Piperno ai cronisti che l’hanno attesa sotto casa, nel quartiere romano di Appio Latino. Alessia Piperno è rientrata nell’appartamento dei genitori, ai Colli Albani. Sotto braccio al padre, la trentenne romana, arrivata intorno alle 17 a Ciampino, con indosso un piumino bluette con cappuccio e un cappello verde, è entrata nel portone del condominio. Ad accoglierla nello scalo romano, la premier Giorgia Meloni. Era stato Palazzo Chigi ad annunciare in mattinata  che a ragazza italiana, in un carcere in Iran dal 28 settembre è stata rilasciata e tornerà presto a casa. La stessa Meloni ha avvisato telefonicamente i genitori del rilascio. “Il segretario Stoltenberg “mi perdonerà se faccio una cosa irrituale. Volevo ringraziare i servizi di intellingence, il sottosegretario Mantovano e il ministro degli Esteri per il lavoro straordinario e silenzioso che hanno fatto per portare a casa questa ragazza” ha detto la premier durante la conferenza stampa col segretario generale della Nato. 

 “Dopo un intenso lavoro diplomatico oggi Alessia Piperno è stata rilasciata dalle autorità iraniane e si appresta a tornare in Italia. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a che Alessia riabbracci i familiari, ha informato i suoi genitori nel corso di una telefonata, pochi minuti fa” ha informato una nota di Palazzo Chigi. “Alessia Piperno è stata liberata grazie a un intenso lavoro della diplomazia italiana”, lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, commentando la liberazione in Iran della giovane italiana. “Ringrazio tutti coloro che si sono impegnati per risolvere questo caso. Il presidente del Consiglio ha informato la famiglia della liberazione, è una bella notizia per tutti” ha concluso Tajani, che si trova in Olanda al seguito della visita ufficiale nel paese del Presidente della Repubblica.

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L’odissea iniziata il giorno del suo compleanno

L’odissea è iniziata il giorno del suo compleanno. Il caso di Alessia Piperno, infatti, risale al 28 settembre scorso, giorno in cui la blogger romana compiva 30 anni, ma fu reso pubblico dal padre Alberto quattro giorni dopo con un post su Facebook. Pochi giorni prima, il 16 del mese, erano cominciate in Iran – dove la giovane italiana si trovava – le proteste per la morte di Mahsa Amini per mano della polizia della morale. Alessia, scriveva il padre, “è una viaggiatrice solitaria, gira il mondo per conoscere usi e costumi dei popoli. Si è sempre adeguata e rispettato le tradizioni e, in certi casi, gli obblighi, di ogni Paese che ha visitato. Erano 4 giorni che non avevamo sue notizie, dal giorno del suo 30esimo compleanno, il 28 settembre. Anche il suo ultimo accesso al cellulare riporta quella data. Stamattina arriva una chiamata. Era lei che piangendo ci avvisava che era in prigione. A Teheran. In Iran. Era stata arrestata dalla polizia insieme a dei suoi amici mentre si accingeva a festeggiare il suo compleanno. Sono state solo poche parole ma disperate. Chiedeva aiuto. Ci siamo subito mossi con la Farnesina, abbiamo chiamato l’Ambasciata italiana a Teheran. Ma ancora non sappiamo niente, neanche il motivo della reclusione. Ci dicono che si stanno muovendo…. E noi genitori, e il fratello David, non riusciamo a stare con le mani in mano. Non si può stare fermi quando un figlio ti dice ‘vi prego, aiutatemi’. Non sono un postatore di foto e non uso quasi mai social ma oggi non ho potuto farne a meno. Voglio che si sappia e che questa notizia raggiunga più persone possibili, magari arrivare a quella giusta che può aiutarci. Grazie”, concludeva il post del padre mentre la Farnesina avviava le verifiche e la complessa macchina della diplomazia si metteva in moto.

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