Al Teatro alla Scala torna Aida nell’allestimento di Zeffirelli

Al Teatro alla Scala torna Aida nell’allestimento di Zeffirelli
27 aprile 2018

Celeste e dolce, Aida, da 147 anni avanza trionfalmente nel mondo della musica attraversando i teatri piu’ prestigiosi di tutto il mondo, arene immense, piccoli palcoscenici “bomboniera” come quello di Busseto. E Aida ritorna alla Scala nel leggendario allestimento datato 1963, ma ancora vitale ed entusiasmante, di Franco Zeffirelli, al quale il Teatro vuole rendere omaggio in occasione dei suoi 95 anni. Appuntamento il 3 maggio alle 18. Aida e’ una delle opere piu’ famose di Verdi; ha una grande forza profetica segnando nel percorso verdiano un’importante svolta rispetto alle opere precedenti. Occupa il terzultimo posto nella cronologia teatrale e per molto tempo ad alcuni sembro’ addirittura che fosse l’ultima, sennonche’ Otello (1887) e Falstaff (1893) irruppero stupefacenti in scena dopo un lungo silenzio. La gestazione dell’opera fu piuttosto complessa, anzi all’inizio si registro’ un rifiuto quando Isma’il Pascia’, Chedive’ d’Egitto, grande ammiratore di Verdi, gli commissiono’, offrendo un lauto compenso, un inno per celebrare l’apertura del Canale di Suez (1868). “No”, rispose Verdi, non era disposto a scrivere musica d’occasione.

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Il Vicere’ non desistette. Dopo un secondo rifiuto, Verdi si decise ad accettare, grazie soprattutto all’intervento di Camille Du Locle – gia’ coautore per il libretto di Don Carlos e direttore dell’Ope’ra-Comique di Parigi – in quanto ebbe un decisivo ruolo di intermediario, presentando a Verdi un soggetto a carattere egiziano di Auguste Mariette, famoso egittologo francese, uomo di fiducia del Vicere’. Il soggetto revisionato da Verdi e da Du Locle fu poi trasmesso a Ghislanzoni per la trasformazione in libretto in versi e finalmente Aida ando’ in scena al Khediviale dell’Opera del Cairo il 24 dicembre 1871. Verdi pero’ non era la’. Era invece presente con la sua supervisione alla prima europea assoluta alla Scala, l’8 febbraio 1872; Teresa Stolz protagonista. Nel corso del tempo registi e scenografi hanno privilegiato soprattutto una componente, quella piu’ spettacolare, ma quest’opera, composta da Verdi certamente con evidenti riferimenti al grand-ope’ra francese, propone un duplice piano teatrale e narrativo: da un lato l’aspetto trionfalistico, fastoso, dall’altro quello delle vicende personali, dei sentimenti d’amore.

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