Amedeo d’Aosta: “Emanuele Filiberto? Taccia è decaduto”

Amedeo d’Aosta: “Emanuele Filiberto? Taccia è decaduto”
19 gennaio 2020

Non ha nulla di personale, naturalmente, con la figlia di Emanuele Filiberto, ma la “giovane Vittoria non è l’erede” dei Savoia. Amedeo d’Aosta, su questo non transige. Amedeo Umberto Costantino Giorgio Paolo Elena Maria Fiorenzo Zvonimiro di Savoia Aosta, questo è il suo nome, è il nipote dell’ultimo re d’Italia, Umberto II. Ha compiuto 77 anni, ed è imparentato con molte dinastie reali europee, a cominciare da quelle spagnola e britannica. Tuttavia non ha nulla in contrario sul fatto che le donne possano regnare. Ma la certezza principe, per Amedeo d’Aosta, è che è lui il Capo di Casa e non certo Vittorio Emanuele, padre di Emanuele Filiberto. Pienamente convinta, di ciò, anche l’Unione monarchica italiana che attraverso il suo vice presidente, Michele Pivetti, afferma, che Amedeo d’Aosta ha tutte le carte “giuridiche e dinastiche” in regola per essere alla guida del Casato dei Savoia, essendo pure “rispettoso delle millenarie regole del casato”. Di certo, dall’annuncio di Emanuele Filiberto con il quale ha designato la sedicenne Vittoria quale erede alla “corona”, sembra riapertosi il dibattito sulla storica dinastia dei Savoia, una tra le più antiche e importanti d’Europa. La sua origine è attestata sin dalla fine del X secolo nel territorio del Regno di Borgogna, dove venne infeudata della Contea di Savoia.

Amedeo d’Aosta, entriamo subito nel merito: sarà la figlia di Emanuele Filiberto, Vittoria, l’erede del Casato dei Savoia?

“La questione non è nuova. Già da anni, loro ne avevano parlato. Tuttavia, bisogna partire dal fatto che Vittorio Emanuele, padre di Emanuele Filiberto, s’è sposato senza avere il consenso del padre (Umberto II di Savoia, ndr) e per ciò è decaduto a suo tempo. E non, come si dice, perché Vittorio Emanuele abbia sposato una borghese. Si può sposare chi vuole purché abbia il consenso del padre. Questo deve essere ben chiaro. Lo stesso re Umberto ci disse di non andare al matrimonio e di non fare regali. Quindi, loro possono dire tutto quel che vogliono, ma non ha nessun valore in tutto questo. E dico di più, parlo di una questione che non ho mai tirato in ballo. Ovvero che il re Umberto II ha scritto a suo figlio Vittorio Emanuele avvertendolo che se si fosse sposato (la moglie è Marina Ricolfi Doria, ndr) sarebbe decaduto. Documenti controfirmati dal figlio stesso e che oramai circolano da una quindicina di anni”.

È cambiato qualcosa, in ogni caso, nel Casato dei Savoia con la designazione di Vittoria?

“Come è noto, io non ho mai parlato di queste cose. Siamo in Repubblica e questo argomento sa di ridicolo, cosa che ho sempre detto. Se viene la monarchia… allora si potrebbe parlare di questo. Ma ne potrebbero parlare soltanto coloro che ne hanno titolo di farlo, ma al momento discutiamo di una cosa che non ha nessun valore”.

Suo nipote Emanuele sostiene che il nonno Umberto II non ha cambiato le regole di successione e quindi, in estrema sintesi, Vittorio Emanuele è il Capo di Casa.

“Non ha cambiato le regole di successione in quanto si possono cambiare soltanto in stato di monarchia e a sua volta, devono essere ratificate dal parlamento. In quanto sì che è una legge di famiglia, ma è anche una legge di Stato”.

In tutte le monarchie europee, escluso “Liechtenstein, è stata abolita la legge salica.

“Ma io sono favorevole al fatto che possano regnare le donne, l’ho sempre detto”.

Insomma, per Amedeo d’Aosta, Vittoria non è l’erede.

“Non è per me. Il mio parere non conta niente. Ma di certo non è l’erede. Poi in merito, non mi sono mai fatto avanti. Non ho detto sono io l’erede… Ho pubblicato delle lettere di Umberto di Savoia quando era ancora sovrano – non ha mai abdicato, peraltro – con le quali sostiene che lui stesso non può mutare le leggi di famiglia. Cosa ribadita ancora da Umberto II anche quando c’era la Repubblica. Altra cosa è la ragazza Vittoria. Una giovane per bene, a posto, ben seguita dai genitori”.

In una nostra intervista, Emanuele Filiberto, è stato un po’ duro nei suoi confronti. Sarebbe pronto a un dialogo ma lei “deve mettersi in riga”.

“Tante volte ho cercato un dialogo con lui, ma non credo che ci sia molto che possiamo dirci”.

Non pensa che questa potrebbe essere un’ulteriore occasione per ridare qualcosa alla storia?

“Lei dice una cosa giusta. Ma naturalmente bisogna sottostare alle leggi di famiglia, questa è una cosa importante. Quindi se lui volesse sottostare alle leggi di famiglia senz’altro, sì. Io non ho mai avuto niente contro di lui”.

Tradotto: possiamo riaprire il dialogo ma il Capo di Casa è Amedeo d’Aosta.

“Assolutamente sì. Certo. Queste sono le regole”.

Un auspicio?

“Il mio auspicio è che questa famiglia sia sempre più unita, passando sopra a queste cose che non devono mettere inimicizia. La famiglia è sempre una famiglia. E quella reale ancor più di qualunque altra. Un auspicio che rivolgo a Vittorio Emanuele e a Emanuele Filiberto. Quindi, lasciamo perdere questa ostilità da parte loro che a volte ha toccato dei momenti antipatici e per cui non ho mai reagito. E sono sempre a disposizione”.

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