Arrestato latitante catanese Bonaccorsi, si nascondeva a Pistoia

14 aprile 2017

Il latitante Concetto Bonaccorsi di 56 anni, inteso “‘u carateddu”, ritenuto il capo dell’omonima cosca di Catania, e’ stato arrestato dalla polizia. Si nascondeva nell’appartamento di una villa di Massa e Cozzile in provincia di Pistoia. Era irreperibile dal settembre 2016: recluso presso il penitenziario di Secondigliano (Napoli), dopo avere beneficiato di un permesso premio di 3 giorni, non vi faceva rientro. In carcere vi era finito dopo l’ordine di esecuzione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Milano dovendo espiare la pena dell’ergastolo per il reato di omicidio aggravato, associazione per delinquere di stampo mafioso ed associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Concetto Bonaccorsi e’ lo storico capo bastone dell’omonima famiglia, intesa “Carateddi”, dell’organizzazione Cappello – Bonaccorsi, e vanta un curriculum criminale di assoluto valore, annoverando pregiudizi penali per associazione per delinquere di stampo mafioso, omicidi, distruzione di cadavere, reati in materia di stupefacenti ed armi, reati contro il patrimonio (rapine) ed altro.

Di Concetto Bonaccorsi si ricorda l’arresto avvenuto quando aveva trent’anni. Nel giorno del suo matrimonio i carabinieri gli diedero solo il tempo di pronunciare il fatidico si’, poi lo ammanettarono e sotto gli occhi della sposa lo portarono in carcere. Niente viaggio di nozze per Concetto Bonaccorsi nel 1991, gia’ allora ritenuto dagli investigatori il capo di una frangia del clan dei Cursoti, una delle famiglie mafiose piu’ potenti di Catania. Bonaccorsi da anni si era trasferito a Torino e in Sicilia tornava assai raramente. Il giorno delle nozze aveva dato appuntamento ad amici e parenti davanti al municipio di Valverde alle 13 in punto dove avrebbe sposato una 25enne siciliana trapiantata in Piemonte. Bonaccorsi per quell’arresto del 1991 era accusato di avere ucciso a Torino due ladri d’ auto colpevoli di avergli rubato qualche giorno prima la sua vettura, una Fiat Uno turbo. In Piemonte Bonaccorsi secondo gli investigatori avrebbe guidato un clan affiliato ai Cursoti dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti e alle estorsioni.

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