La dieta “pianeterranea”, sostenibile e su misura per chiunque

La dieta “pianeterranea”, sostenibile e su misura per chiunque
31 maggio 2022

È la dieta globale del futuro, l`alimentazione salva-salute che chiunque, in tutto il mondo, potrà fare sua e seguire con la certezza di poter così prevenire in maniera efficace la maggior parte delle patologie croniche come molti tumori, il diabete, le malattie cardiovascolari. È stata appena proposta sulle pagine della prestigiosa rivista Nature dalla Cattedra UNESCO di Educazione alla Salute e allo Sviluppo Sostenibile dell`Università Federico II di Napoli, unica in Europa a essere dedicata alla prevenzione dello stato di salute della popolazione, agendo su fattori nutrizionali, ambientali e culturali. Coordinata da Annamaria Colao, Ordinario di Endocrinologia e presidente della Società Italiana di Endocrinologia (SIE), assieme ad uno staff di scienziati ricercatori in ambito medico, agroalimentare e ingegneristico, che per questo nuovo modello alimentare hanno coniato il termine `dieta pianeterranea`, a indicarne la portata globale e la validità ovunque nel mondo.

Sana e sostenibile perché basata sulle proprietà nutrizionali della dieta mediterranea, potrà essere declinata a livello locale utilizzando i cibi disponibili nelle diverse aree del mondo, creando tante nuove piramidi alimentari `locali`: dall`avocado e la papaia dell`America Latina alla manioca e il teff in Africa centrale, dall`olio di canola e le noci pecan in Canada al sesamo e la soia dell`Asia, fino alla noce di macadamia australiana, in ogni angolo della Terra sarà possibile rispettare i canoni della dieta pianeterranea e restare in salute. In sostanza, una sorta di dieta mediterranea globale che introduce di volta in volta i cibi tipici del luogo, per esempio portando in tavola l`avocado, la papaya, le banane verdi e le bacche di andaçaí per gli acidi grassi e i polifenoli in America Latina, che invece in Canada si potranno trovare in olio di canola e noci pecan. 

“Prodotti subtropicali popolari come i fagioli pinto e l’okra, ricchi di fibre e proteine, sono associati a livelli ridotti di colesterolo LDL e a una minore incidenza della sindrome metabolica o di eventi cardiovascolari – afferma la Colao – Le macroalghe marine, come alghe e wakame, e la spirulina sono ampiamente consumate nei Paesi orientali e rappresentano una fonte importante di polisaccaridi complessi, minerali, proteine e vitamine, con proprietà anticancro, antivirali, antiossidanti, antidiabetiche e antinfiammatorie. Gli esempi sono tantissimi, ma il concetto della dieta planeterranea, che verrà lanciata attraverso una piattaforma dedicata della Cattedra UNESCO di Educazione alla Salute e allo Sviluppo Sostenibile dell`Università di Napoli, è sostanzialmente uno: le verdure, la frutta, i cereali e i grassi insaturi disponibili in diverse parti del mondo possono essere combinati per mettere a punto paradigmi nutrizionali locali, basati su prove scientifiche, definendo diverse `piramidi nutrizionali` basate sugli alimenti disponibili localmente con le stesse proprietà nutrizionali, gli stessi benefici per la salute e analoghi processi produttivi rispettosi dell’ambiente osservati per la dieta mediterranea”.

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