Autoscatti e Ny anni ’50: è il mondo sconosciuto di Maier

17 marzo 2017

Arriva al Museo di Roma Intrastevere la mostra “Vivian Maier una fotografa ritrovata” (dal 17 marzo al 18 giugno). Questa donna di madre francese e padre austriaco – bambinaia di mestiere e fotografa per passione – ha testimoniato con la sua Rolleiflex i volti di New York e Chicago negli anni ’50 e ’60. La mostra (promossa da Roma Capitale e realizzata da Fondazione Forma per la fotografia in collaborazione con Zètema Progetto Cultura) presenta 120 scatti in bianco e nero e una selezione di immagini a colori scattate negli anni Settanta, oltre ad alcuni filmati in super 8 che mostrano come Vivian Maier si avvicinasse molto ai suoi soggetti. Foto probabilmente pensate per rimanere private, se non fosse stato per un acquisto casuale all’asta nel 2007.

La curatrice Alessandra Mauro: “Il primo ritrovamento di Vivian Maier è di due anni prima della sua morte e in realtà John Maloof, che è stato l’immobiliarista che casualmente ha ritrovato questa prima valigia contenente oggetti vari, tra cui cappotti, cappelli e anche i rullini fotografici, in realtà non è mai riuscito a conoscerla veramente”. Le foto di Vivian Maier, morta nel 2009 a 81 anni, sono state caricate su Flickr da Maloof già nel 2008. Di lei si sa poco o nulla: “In questo caso la fotografia ha un doppio ruolo: è senz’altro la documentazione di ciò che lei ha visto e anche la documentazione di come l’ha visto. Perché c’è una grandissima forza e consapevolezza compositiva, ma da un altro punto di vista sono anche le labili tracce di una personalità”. Il fascino e il mistero di Vivian Maier diventano un unico nei suoi innumerevoli autoscatti: “Lei diventa anche soggetto e poi oggetto di rappresentazione, noi abbiamo voluto disseminare ogni tanto le immagini con un suo ritratto, che sembra come se stia sperimentando che cos’è la strada, cos’è il palcoscenico della strada, che cos’è anche la forza e la capacità della rappresentazione, dagli specchi, ad esempio, al riflesso, alle immagini che si riflettono una dopo l’altra all’infinito”. “Credo che lei non volesse proprio avere notorietà in vita, non credo che sia un problema delle sue ristrettezze economiche, credo proprio che non fosse nelle sue intenzioni, per quel poco che si può sapere, ma lei proprio non voleva”.

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