Autostrade, dopo 22 anni torna a controllo pubblico

Autostrade, dopo 22 anni torna a controllo pubblico
12 giugno 2021

Con la firma dell’accordo di cessione, seguita al voto favorevole dei soci di Atlantia all’offerta presentata dal consorzio guidato da Cdp, dopo 22 anni Autostrade per l’Italia si avvia a tornare sotto il controllo pubblico concludendo l’era Benetton. L’operazione ha l’obiettivo annunciato dal consorzio di realizzare un “vasto piano di investimenti” per offrire “massimi livelli di prestazioni e sicurezza per gli automobilisti” ed una “stabilità a lungo termine nella gestione”. L`acquisizione sarà fatta attraverso Holding Reti Autostradali, una nuova società di diritto italiano di proprietà (diretta o indiretta) di CDP Equity (51%), Blackstone Infrastructure Partners (24,5%) e dei fondi gestiti da Macquarie Asset Management (24,5%). Il consorzio avvierà pi “un dialogo esplorativo” con gli azionisti di minoranza sul rimanente 11,94% della società. Termina così una delle grandi operazioni di dismissione delle partecipazioni statali intraprese alla fine degli anni ’90. Era il 1950 quando l’Iri costituì la Società autostrade concessioni e costruzioni che aveva l’obiettivo di partecipare insieme ad altri grandi gruppi industriali alla ricostruzione dell’Italia, uscita devastata dalla Seconda guerra mondiale e realizzare le arterie stradali indispensabili per un paese in pieno boom economico.

Nel 1956 infatti viene firmata la prima convenzione con l’Anas per la realizzazione dell’Autostrada del sole, ovvero l’arteria che collega Milano e Napoli. Nel 1982 si costituisce il Gruppo Autostrade, con l’aggregazione di altre società autostradali, mentre nel 1987 Autostrade concessioni e costruzioni viene quotata in borsa, nel listino Mib30. Nel 1999 poi Autostrade viene privatizzata, con il 30% che va a un nucleo di azionisti stabili, riuniti nella società Schemaventotto, controllata della famiglia Benetton tramite Edizione e il restante 70% viene destinato alla Borsa. Nel 2002 Schemaventotto annuncia la volontà di consolidare la sua posizione in Autostrade lanciando un’Opa con un nuovo veicolo denominato Newco28. L’Opa raccoglie il 54,1% del totale delle azioni di Autostrade che si va ad aggiungere al 30% già posseduto. Nel 2003 nasce così Autostrade per l’Italia alla quale vengono conferite le attività di concessione autostradale in capo ad Autostrade, che nel 2007 diviene Atlantia. Il 14 agosto del 2018 crolla il Ponte Morandi causando la morte di 43 persone.

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Il viadotto rientrava nella gestione di Autostrade per l’Italia in quanto costituiva il tratto finale dell’autostrada A10. Inizia un braccio di ferro che durerà tre anni e coinvolgerà tre governi sulla scia delle polemiche, e delle iniziative giudiziarie, sorte intorno alle responsabilità sulla manutenzione del ponte. Il Governo Conte I manifesta subito l’orientamento di procedere alla revoca della concessione, strada che si rivela suto molto in salita. Si susseguono momenti di trattativa e di forte tensione tra azionisti di Aspi e governo italiano fino a quando il governo Conte II, nel luglio 2020, raggiunge un accordo con Atlantia per la cessione dell’intera partecipazione in Aspi. Inizia così una lunga fase di trattativa tra Atlantia e Cdp, durata quasi dieci mesi, sul valore di riferimento per l’acquisto della quota di Autostrade per l’Italia, in consorzio con i fondi Blackstone e Macquarie, che si conclude il primo aprile scorso con l’invio dell’offerta finale. L’operazione viene poi approvata dall’assemblea di Atlantia con il voto favorevole di 1.129 azionisti, pari all’86,6% del capitale presente.

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