Bruxelles contro austerità, annullate multe a Madrid e Lisbona

Bruxelles contro austerità, annullate multe a Madrid e Lisbona
28 luglio 2016

europe bruxellesgrandeIl 27 luglio 2016 sarà ricordato come il giorno in cui la Commissione europea ha voltato definitivamente pagina nelle sue politiche economiche e di bilancio, mettendo fine alla lunga e disastrosa stagione dell’austerità e dell’applicazione rigida e “stupida” delle regole del Patto di Stabilità. Una stagione durata quasi sei anni, che la Germania aveva imposto come condizione per il salvataggio della Grecia, nel maggio 2010, e poi degli altri Stati membri dell’Eurozona finiti nei guai durante la crisi del debito sovrano. La Commissione, che già aveva dato prova di notevole flessibilità con l’Italia in primavera, ha proposto “per consenso” (in realtà con quattro-cinque commissari contrari su 28) di annullare le sanzioni – fino allo 0,2% del Pil – che avrebbero dovuto colpire Spagna e Portogallo per non aver intrapreso una “azione efficace” di riduzione del proprio deficit, riportandolo al disotto della barra del 3%. Bruxelles ha proposto anche di dare un anno di tempo in più a Lisbona e ben due anni in più a Madrid per conseguire l’obiettivo. Una svolta netta rispetto alla precedente Commissione Barroso, che si era limitata a eseguire sempre (con una sola notevole eccezione, per la Francia) le politiche d’austerità volute da Berlino, applicando in modo rigido e “stupido” il Patto di Stabilità, riformato e rafforzato (con il “Six pack” e il “Fiscal compact”) per renderlo ancora più duro e anti keynesiano.

moscoviciCosì che ormai l’obiettivo da raggiungere per gli Stati membri non è neanche più la soglia del 3% del rapporto deficit/Pil prevista dal Trattato di Maastricht, ma il pareggio strutturale di bilancio. La decisione di oggi su Spagna e Portogallo è stata spiegata con eloquenza da politico navigato dal commissario agli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici (foto). “Avevamo tre opzioni: applicare le sanzioni nel modo più rigoroso, fino allo 0,2% del Pil, circa 2 miliardi di euro per la Spagna e 200 milioni per il Portogallo; oppure comminare le multe, ma riducendone l’ammontare, e di questo si è molto discusso; o, infine, potevamo annullare le sanzioni”, ha spiegato il commissario. Decidendo infine per la terza opzione, la Commissione “ha dato prova di credibilità tecnica e politica”. In altre parole, ha dato un’interpretazione politica molto lontana dall’applicazione ortodossa delle regole, ma tuttavia tecnicamente possibile. I due paesi iberici hanno fatto “grandi sforzi di aggiustamento di bilancio, sebbene non sufficienti, e approvato riforme strutturali importanti, e di questo – ha sottolineato Moscovici – non potevamo non tenere contro”. E ha aggiunto: “Delle sanzioni anche solo simboliche sarebbero state interpretate come un approccio punitivo, certo non il migliore in questa fase economica e mentre le opinioni pubbliche hanno sempre più dubbi sull’Ue”.

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ecofin8_bruxellesE su questa posizione, ha riferito il commissario, “ci sembra che ci fosse un certo consenso politico” anche tra i governi Ue, “all’interno del Consiglio Ecofin, a cui spetta comunque ora la decisione se accettare o modificare le proposte della Commissione”. “Il passato è il passato, e le nuove raccomandazioni proposte dalla Commissione – ha continuato Moscovici – sono invece rivolte all’avvenire, con una traiettoria” di riduzione dei deficit strutturali dei due paesi che “è allo stesso tempo esigente e realista”. E che può contare comunque sull’incentivo del secondo meccanismo sanzionatorio previsto, oltre alle multe: la sospensione dei pagamenti dei Fondi strutturali e di coesione europei per lo sviluppo regionale e i programmi sociali. L’Esecutivo comunitario attiverà il meccanismo dopo le vacanze estive e dopo aver consultato il Parlamento europeo: la sospensione dei fondi europei per Spagna e Portogallo sarà applicata se la nuova traiettoria di aggiustamento dei bilanci non sarà rispettata dai rispettivi governi. Moscovici, ha insistito su un punto in particolare: la Commissione non ha infranto le regole del Patto di Stabilità e di Crescita, ma le ha applicate pienamente, interpretandole in modo flessibile come ha il diritto di fare e come è previsto dallo stesso Patto, per tenere conto di tutte le circostanze e i fattori pertinenti (compresi quelli eminentemente politici, come “i dubbi dei popoli europei nell’Ue”), e tenendo conto che ciò che conta sono gli obiettivi finali: non solo la riduzione dei deficit pubblici, ma anche la crescita.

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europabruxelles“E’ un’applicazione seria delle regole ma tenendo conto del contesto sociale ed economico: il nostro obiettivo resta la riduzione dei deficit pubblici, ma senza mai spezzare la crescita”, ha sottolineato il commissario. E i deficit dell’Eurozona, in effetti, “sono passati in media dal 6% del Pil nel 2011 al 2% oggi; e oggi ci sono solo quattro paesi in situazione di deficit eccessivo, sopra il 3%: Spagna, Portogallo, Francia e Grecia. Segno che il Patto funziona, è efficace, non è stupido”. E a chi chiedeva se le multe annullate non siano una dimostrazione dell’inadeguatezza delle regole che prevedono le multe, Moscovici ha risposto: “Avevamo tre opzioni, ne abbiamo scelta una: non vedo niente in questo contro la validità o l’efficacia delle regole… abbiamo fatto la scelta migliore e la più comprensibile per la gente”. “Noi – ha spiegato ancora il commissario – non siamo dei tecnocrati testardi, ma un organismo politico che prende in considerazione tutti i fattori rilevanti e sceglie un’interpretazione rispetto alle diverse altre possibili. Le regole non sono bianche o nere, e non si applicano automaticamente: se così fosse, non esisterebbe la Commissione, un organismo politico che sceglie le diverse possibilità presenti nelle regole e decide, senza automatismi”.

 

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