Coronavirus, per la prima volta meno ricoveri in terapia intensiva

4 aprile 2020

Negli ospedali italiani si registra il primo calo, su base giornaliera, dei ricoveri in terapia intensiva di malati di coronavirus: a oggi sono 3994, -74 su ieri (-1,82%), erano 4068). E’ quanto emerge dai dati di oggi della Protezione civile. I ricoverati con sintomi sono 29.010, in isolamento domiciliare 55.270 (il 63%). I tamponi effettuati sono 657224 (+37.375 su ieri, +6,03%). “Per la prima volta abbiamo un dato molto importante: consente ai nostri ospedali di respirare. È il primo valore negativo da quando abbiamo avviato la gestione dell’emergenza”, commenta il capo della Protezione civile Angelo Borrelli. In dettaglio, sono complessivamente 88.274 i malati da Covid-19 in Italia, con un incremento rispetto a ieri di 2.886. Venerdì, invece, la differenza era di +2.339. Il numero complessivo dei contagiati – comprese le vittime e i guariti – è di 124.632. Le persone guarite sono 20.996, 1.238 in più di ieri. Ieri l’aumento dei guariti era stato di 1.480. Le vittime sono 15.362, con un aumento rispetto a ieri di 681. Venerdì l’aumento era stato di 766. “E’ un numero in costante calo: il 26 marzo erano quasi mille” aggiunge Borrelli. I tamponi effettuati complessivamente, infine, sono 657.224, dei quali oltre 342mila in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.

L’APPELLO DI ARCURI

L’appello accorato del commissario per l’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, affinché non si abbassi la guardia. “La nostra battaglia contro il coronavirus prosegue senza sosta: dobbiamo evitare di iniziare a pensare che stiamo vincendo, che stiamo per avere il sopravvento – dice Arcuri -. Gli indicatori ci raccontano solo che stiamo a cominciando a contenerne la portata: niente di più nè di meno. La sua diffusione, se pure non uniforme territorialmente, è ancora rilevante”.

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“La raccomandazione a tutti i cittadini – prosegue il commissario per l’emergenza coronavirus – è astenersi dal pensare che sia già arrivato il momento di tornare a normalizzare i comportamenti, non vi fate influenzare dai calendari o dalle sensazioni: continuate a comportarvi come fino a ora, usciremo da questo dramma se ognuno farà la sua parte con lo stesso spirito avuto fino a ora. Alcune immagini riprese dai social vanno deplorate: dobbiamo fare di tutto per evitare che i sacrifici fatti fino ad oggi vengano dispersi o addirittura vanificati e per riuscirci dobbiamo continuare ad attenerci alle indicazioni”. “Nulla è cambiato per ora”, conclude Arcuri.

Tutti i dati per provincia

L’ANALISI DEL CSS

“Dal 27 di marzo a oggi siamo passati da più di 120 accessi alle terapie intensive a un saldo negativo di 74. Abbiamo 74 malati in meno nelle terapie intensive, e anche i deceduti sono scesi dai 970 del 27 ai 680 attuali – afferma il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli -. Però valga il messaggio forte che questo non deve essere minimamente letto come un messaggio che ormai abbiamo superato la fase critica, pericolo scampato: non abbiamo ancora scampato nulla. Quanto messo in atto è servito a contenere la diffusione epidemica e a ridurre il numero dei nostri concittadini deceduti e quelli costretti a ricorrere alla terapia intensiva”.

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In merito all’uso della mascherina, “il Comitato tecnico-scientifico in questo momento non ha certamente ancora dato come indicazione” l’uso allargato, e obbligatorio, per la popolazione delle mascherine contro il contagio da coronavirus, come ha deciso Regione Lombardia, sottolinea ancora Locatelli, secondo cui, in merito, c’è un grande dibattito perché non esistono evidenze fortissime”. “Sappiamo che sono utili per prevenire il contagio da parte di un soggetto che alberga sars-cov 2, ma la misura fondamentale è il rispetto del distanziamento sociale”.

Sempre secondo il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, “uno studio autorevole ha di fatto definito in almeno superiori a 30 mila il numero delle vite che sono state salvate o delle morti evitate attraverso queste misure di contenimento”. Il 27 marzo i deceduti erano il 12% in più rispetto al giorno precedente, oggi siamo al 5%. L’incremento dei ricoverati in terapia intensiva era un +3%, siamo a un -2%. Il numero totale dei ricoverati sono passati dal +5% all’1%. I numeri parlano da soli”, conclude Locatelli.

VITTIME PER REGIONE

Se ne registrano 8.656 in Lombardia (+345), 1.977 in Emilia-Romagna (+75), 607 in Veneto (+35), 1.128 in Piemonte (+85), 574 nelle Marche (+17), 307 in Toscana (+17), 542 in Liguria (+23), 186 in Campania (+5), 212 nel Lazio (+13), 145 in Friuli Venezia Giulia (+9), 173 in Puglia (+9), 146 in provincia di Bolzano (+0), 111 in Sicilia (+10), 153 in Abruzzo (+13), 39 in Umbria (+1), 70 in Valle d’Aosta (+7), 204 in Trentino (+7), 49 in Calabria (+4), 41 in Sardegna (+0), 11 in Molise (+0), 11 in Basilicata (+0).

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