Calcio, Perotti: “C’è tempo per rimontare, al 2017 chiedo salute”

Calcio, Perotti: “C’è tempo per rimontare, al 2017 chiedo salute”
26 dicembre 2016

“Questa differenza in classifica è grande però manca ancora tantissimo”. In un’intervista a Premium Sport, Diego Perotti invita la Roma a crederci ancora, anche se la Juve è ancor più lontana dopo la vittorie allo Stadium nello scontro diretto. “Volevamo vincere, almeno pareggiare e non l’abbiamo fatto – spiega l’esterno offensivo della Roma – Abbiamo però giocato una grande partita contro una squadra fortissima e avremo tempo per riprenderci. Però non dobbiamo più lasciare punti per strada, come i pareggi contro Cagliari, che ancora mi brucia, e Empoli. Oggi sarebbero dei punti importanti, sono quelle partite che si devono vincere. Questa è una cosa fondamentale per vincere lo scudetto”. Sulla prossima sfida in Europa League contro il Villarreal: “L’Europa League è bellissima, l’ho giocata con il Siviglia e per me è importante. Affronteremo un avversario tosto e non sarà facile ma per vincere a competizione dovremo affrontare le più forti. Il ritorno lo giocheremo in casa e questo sarà importante”.

Perotti, che ricorda i suoi inizi in nella serie B argentina con il Deportivo Moran per essere sbarcato dopo un anno nella Primavera del Siviglia, a 19 anni, sottolinea di essere rinato nel Genoa, dove si e’ rilanciato dopo una lunga serie di infortuni: “Non so perché mi capitavano questi problemi, ho sempre fatto una carriera da professionista, non bevo e non fumo e non so cosa mi succedeva. Mi allenavo e mi infortunavo. Ero arrivato al punto che aspettavo solo che un dottore mi dicesse che non avrei potuto più giocare, stavo impazzendo. Invece tutti mi dicevano che stavo bene e quello era molto peggio perché stavo bene ma non riuscivo ad allenarmi. Mi avevano detto di tornare a casa mia in Argentina per stare meglio, ero con la mia famiglia, i miei amici ma anche li’ era uguale a Siviglia. Mi allenavo da solo, è stato brutto e se non fosse stato per il Genoa non lo so se starei giocando ancora. Non era un problema di testa, con Gasperini mi sono allenato come mai in vita mia, sia a livello fisico che mentale: se sentivo un dolore non mi fermavo e ho superato questi limiti. Ho rischiato un po’ di più, ho resettato il mio corpo e ho ricominciato. Ho visto tutti i dottori del mondo, ho fatto tutte le visite ma ancora oggi non ho una risposta sul perché sono guarito”.

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La sua squadra del cuore resta il Boca, il suo idolo Riquelme, il suo sogno “sarebbe chiudere questo calvario passato con una convocazione in nazionale. Se dovesse arrivare la convocazione sarebbe la chiusura del cerchio di tutto quello che ho passato. E’ difficile perché l’Argentina dal centrocampo in avanti ha giocatori fortissimi, però penso che se continuo a fare bene in una grande squadra come la Roma, magari il ct guarderà dalla mia parte”. Orgoglioso di avere un Papa argentino, Perotti dà ragione a Spalletti sul fatto che non ami giocare sull’out destro: “Non è che non mi piaccia, ma sento che non posso dare lo stesso che do quando parto da sinistra. Ho meno possibilità di fare la giocata, a destra mi perdo un po’ e anche per aiutare la squadra a faccio più fatica, a sinistra i movimenti sono più spontanei. Ma io voglio giocare e se devo farlo a destra lo faccio senza problemi, però se mi si chiede dove preferisco farlo ti dico sinistra”. Per il 2017, il suo primo desiderio è “avere la salute come adesso, di passare una stagione senza infortuni per me e per i miei compagni. Poi sicuramente vincere qualcosa con la Roma, perché penso che vincere qua sia indimenticabile”.

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