Caos Libia, l’Italia chiude l’ambasciata e rimpatria personale

Caos Libia, l’Italia chiude l’ambasciata e rimpatria personale
15 febbraio 2015

L’Italia ha chiuso temporaneamente la sua ambasciata in Libia e ha rimpatriato il personale per ragioni di sicurezza. Secondo fonti della Farnesina il governo ha iniziato anche a rimpatriare un centinaio di connazionali a bordo di una nave. La Marina militare sta scortando una nave dove hanno trovato posto parte di questi cittadini italiani, precisano le fonti, secondo le quali si tratta di “un alleggerimento della presenza italiana, non un’evacuazione”. La temporanea chiusura dell’ambasciata italiana a Tripoli, ha spiegato a sua volta il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, è avvenuta in “modo tempestivo e ordinato”, a causa del “deteriorarsi della situazione in Libia”.

Gentiloni ha annunciato poi che giovedì riferirà in Parlamento sulla situazione nel Paese, dove “l’Italia è pronta a fare la sua parte nel quadro delle decisioni delle Nazioni Unite”. “La chiusura temporanea della nostra ambasciata è avvenuta in modo tempestivo e ordinato e di questo ringrazio i responsabili della Farnesina e delle altre amministrazioni che hanno collaborato all’operazione. La chiusura si è resa necessaria a causa del deteriorarsi della situazione in Libia”, ha spiegato il capo della diplomazia italiana.

“L’Italia rimane al lavoro con la comunità internazionale per combattere il terrorismo e ricostruire uno stato unitario e inclusivo in Libia, sulla base del negoziato avviato dall’inviato speciale dell’Onu Leon, al quale continuerà a partecipare il nostro inviato speciale Ambasciatore Buccino”. “Il peggioramento della situazione – ha concluso il ministro degli Esteri – richiede ora un impegno straordinario e una maggiore assunzione di responsabilità, secondo linee che il governo discuterà in

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