Casa di Montecarlo, la rovina di Giancarlo Fini: il cognato “indagato per riciclaggio di denaro”

Casa di Montecarlo, la rovina di Giancarlo Fini: il cognato “indagato per riciclaggio di denaro”
14 dicembre 2016

Giancarlo (foto) e Sergio Tulliani, rispettivamente fratello e padre della compagna di Gianfranco Fini, “sono indagati per riciclaggio di denaro, che in parte e’ stato utilizzato per l’acquisto dell’appartamento di Montecarlo”. La famosa casa monegasca, che per mesi fu al centro di un fuoco incrociato di polemiche contro l’ex presidente della Camera, torna nell’inchiesta della Procura di Roma chiamata ‘Rouge et noir’, che ha per oggetto un’associazione per delinquere transnazionale che riciclava in tutto il mondo i proventi del mancato pagamento delle imposte sul gioco online e sulle video-lottery. Nel 2009, ha spiegato il procuratore Giuseppe Pignatone, i Tulliani avrebbero ricevuto sui loro conti correnti, secondo l’accusa, una somma complessiva di circa 2,7 milioni, versata in due tranche, da parte di Francesco Corallo, principale indagato dell’inchiesta. Con circa 300mila euro fu acquistato il’appartamento di Montecarlo, che fu al centro di un duro scontro politico e parlamentare. I reati contestati sono, a vario titolo, peculato, riciclaggio e violazioni di na tura fiscale. Il Servizio Centrale Investigazione Criminalita’ Organizzata della guardia di finanza ha eseguito numerosi arresti, anche all’estero, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma nei confronti di un’associazione a delinquere transnazionale che riciclava in tutto il mondo i proventi del mancato pagamento delle imposte sul gioco on line e sulle video-lottery (Vlt).

Tra gli arrestati il principale imprenditore internazionale delle slot machine e re dei casino’ ai Caraibi, Francesco Corallo, ex parlamentare Pdl, Amedeo Labocetta, gia’ noto alle cronache, e professionisti a vario titolo operanti nel settore. Le fiamme gialle hanno eseguito in contemporanea in numerosi Stati (Antille olandesi, Regno Unito, Canada e Francia) perquisizioni e sequestri di numerosi beni e conti correnti per centinaia di milioni di euro. “Questa operazione e’ di eccezionale importanza. Le indagini, durate due anni, si snodano tra paesi europei e le Antille olandesi. Riguardano delle somme di denaro ingenti: centinaia e centinaia di milioni di euro sottratti agli italiani”, ha spiegato ancora il procuratore Pignatone. L’operazione, che ha portato oggi all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 5 persone, tra cui Francesco Corallo, principale indagato, ha messo in luce un articolato meccanismo attraverso il quale la societa’ facente capo a Corallo (Atlantis), che aveva ottenuto la concessione per le video-lottery in Italia, avrebbe evaso centinaia di milioni al fisco per poi portarli all’estero. Le accuse sono dunque peculato per la mancata riscossione delle imposte (la societa’, in quanto concessionaria, avrebbe dovuto prelevare le imposte, cosa che non ha fatto) e riciclaggio in quanto tali somme evase al fisco, quindi illecite, sono state poi utilizzate per altro.

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Il periodo oggetto dell’indagine va dal 2004 a oggi. Nei primi anni il mancato pagamento dei tributi erariali e’ stato calcolato in 85 milioni e negli anni successivi in 131 milioni. Le somme portate all’estero – prima verso conti inglesi e olandesi, poi verso un conto corrente di societa’ off shore nelle Antille olandesi e francesi – ammontano invece a oltre 200 milioni. “L’importante indagine della DDA di Roma e’ un colpo durissimo alle infiltrazioni criminali nel settore del gioco legale”. Lo afferma la presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi, in relazione all’operazione della Dda di Roma. “Appare inquietante il quadro, emerso dalle indagini, di connivenze istituzionali e politiche che hanno permesso a Francesco Corallo, figlio di Gaetano Corallo che sembrerebbe legato alla famiglia mafiosa dei Santapaola – spiega Bindi – di acquisire nel 2004 la concessione pubblica di migliaia di slot e conservare una posizione di mercato dominante che ha permesso ingenti profitti e il riciclaggio, attraverso societa’ offshore, di svariati milioni di euro sottratti al fisco. Ringrazio la Procura di Roma, la Guardia di Finanza e lo Scico per il difficile e complesso lavoro d’indagine che ha permesso di ricostruire i legami affaristici, le coperture politiche e i flussi finanziari in diversi Stati esteri di un’organizzazione transnazionale che per oltre un decennio ha controllato il gioco legale online in Italia”.

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