Cei, aumentano i casi di presunti abusi in ambito ecclesiale in Italia

Nel biennio 2023-2024, i casi di presunti abusi in ambito ecclesiale in Italia sono saliti a 69, con una particolare concentrazione di episodi nelle parrocchie (27 casi). Questi dati emergono dalla Terza Rilevazione promossa dal Servizio nazionale per la tutela dei minori e adulti vulnerabili della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), presentata oggi a Roma durante una conferenza intitolata “Proteggere, prevenire, formare. La rete territoriale per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili”. Il rapporto offre un’analisi dettagliata delle attività svolte dai Servizi Regionali, diocesani/interdiocesani e dai Centri di ascolto per la tutela delle vittime nel periodo considerato.

Un aumento allarmante

Rispetto ai dati precedenti, il numero di segnalazioni è cresciuto: nel biennio 2023-2024 sono stati registrati 37 casi, contro i 32 riferiti al passato. In particolare, gli abusi spirituali e di coscienza hanno mostrato un incremento significativo, passando da 4 a 17 casi. La maggior parte delle denunce riguarda comportamenti definiti “inappropriati” e “toccamenti”, che rappresentano le forme più frequenti di violazione.

Il profilo delle presunte vittime evidenzia una prevalenza di maschi, con una distribuzione di età che varia nel tempo. Complessivamente, le presunte vittime di abusi in ambito ecclesiale nel biennio 2023-2024 sono state 115, di cui 64 maschi e 51 femmine. La fascia d’età più colpita è quella compresa tra i 10 e i 14 anni, che rappresenta il 31,3% del totale.

Il profilo dei presunti autori

I presunti autori di abusi sono stati identificati in 67 casi, di cui la stragrande maggioranza (44 su 67) sono chierici. Tra i laici, invece, i ruoli ricoperti al momento delle segnalazioni includono catechisti/educatori (4), volontari (3), collaboratori (2), insegnanti di religione (1), seminaristi (1) e sagrestani (1).

Un dato significativo riguarda l’aumento dell’età media dei presunti autori: dai 43 anni registrati nel 2022, si è passati a 50 anni nel biennio 2023-2024. Questo potrebbe riflettere una maggiore attenzione nella segnalazione di casi storici o una diversa percezione sociale rispetto alla responsabilità individuale.

Le azioni della Chiesa italiana

La CEI ha ribadito l’importanza di una rete territoriale efficace per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili. Durante la conferenza, è stato sottolineato come la prevenzione, la protezione e la formazione rappresentino pilastri fondamentali per affrontare il fenomeno degli abusi. I Servizi Regionali e i Centri di ascolto hanno intensificato le loro attività, offrendo supporto alle vittime e promuovendo una cultura di sensibilizzazione e trasparenza.

Tuttavia, il rapporto evidenzia anche alcune criticità, come la necessità di migliorare i meccanismi di segnalazione e di garantire una risposta tempestiva ed efficace alle denunce. La Chiesa italiana ha dichiarato di essere impegnata a implementare nuove strategie per rafforzare la fiducia della comunità nei confronti delle istituzioni ecclesiastiche.

Una sfida ancora aperta

Nonostante i progressi compiuti, i dati del biennio 2023-2024 dimostrano che la lotta contro gli abusi in ambito ecclesiale rimane una sfida complessa e urgente. L’aumento delle segnalazioni, se da un lato può riflettere una maggiore consapevolezza e disponibilità a denunciare, dall’altro evidenzia la persistenza di comportamenti inaccettabili all’interno delle strutture religiose.

La CEI ha concluso la conferenza ribadendo l’impegno a proseguire su questa strada, con l’obiettivo di costruire una comunità ecclesiale più sicura e inclusiva, in cui la dignità e i diritti di ogni individuo siano pienamente rispettati. La speranza è che questi sforzi portino a risultati concreti, garantendo giustizia per le vittime e prevenendo nuovi casi di abuso in futuro.