Censis, italiani senza visione futuro pensano a uomo forte. Tsunami demografico e grande esodo dal Sud

6 dicembre 2019

Sfuggiti a fatica al “mulinello” della crisi, gli italiani ora sono dominati dall`incertezza, che rappresenta lo stato d`animo dominante per il 69% dei nostri connazionali. A fotografare questa situazione è il Censis nel suo 53° Rapporto sulla situazione sociale del Paese. Nella società ansiosa di massa si ricorre a stratagemmi individuali per difendersi dalla scomparsa del futuro. – argomenta il Censis – Nonostante il bluff dell`aumento dell`occupazione che non produce reddito e crescita (959.000 unità di lavoro equivalenti in meno rispetto al 2007, +71,6% di part time involontari per i giovani). Da qui l’analisi dell’istituto di ricerca che arriva a parlare di vera e propria “sindrome da stress post-traumatico che porta il 75% dei cittadini a non fidarsi più degli altri, il tutto accompagnato da “pulsioni antidemocratiche” che porta ben il 48% degli italiani a dirsi favorevole all`uomo forte al potere.

Lo stress esistenziale, logorante perché riguarda il rapporto di ciascuno con il proprio futuro, si manifesta con sintomi evidenti in una sorta di sindrome da stress post-traumatico, si legge ancora nel Rapporto Censis che porta come esempio il dato secondo il quale, nel giro di tre anni (2015-2018), il consumo di ansiolitici e sedativi (misurato in dosi giornaliere per 1.000 abitanti) è aumentato in Italia del 23% e gli utilizzatori sono ormai 4,4 milioni (800.000 di più di tre anni fa). Disillusione, stress esistenziale e ansia originano un virus che si annida nelle pieghe della società: la sfiducia. Il 75% degli italiani non si fida più degli altri, il 49% ha subito nel corso dell`anno una prepotenza in un luogo pubblico (insulti, spintoni), il 44% si sente insicuro nelle vie che frequenta abitualmente, il 26% ha litigato con qualcuno per strada.

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Una situazione che ha anche ripercussioni dirette sulla politica, attraverso l’emergere di crescenti pulsioni antidemocratiche. Oggi solo il 19% degli italiani parla frequentemente di politica quando si incontra. Il 76% non ha fiducia nei partiti (e la percentuale sale all`81% tra gli operai e all`89% tra i disoccupati). Il 58% degli operai e il 55% dei disoccupati sono scontenti di come funziona la democrazia in Italia. Sono i segnali dello smottamento del consenso, che coinvolge soprattutto la parte bassa della scala sociale. – afferma il Censis – E apre la strada a tensioni che si pensavano riposte per sempre nella soffitta della storia, come l`attesa messianica dell`uomo forte che tutto risolve. Il 48% degli italiani oggi dichiara che ci vorrebbe un uomo forte al potere che non debba preoccuparsi di Parlamento ed elezioni (e il dato sale al 56% tra le persone con redditi bassi, al 62% tra i soggetti meno istruiti, al 67% tra gli operai).

In Italia tsunami demografico e grande esodo dal Sud

Dal 2015 – anno di inizio della flessione demografica, mai accaduta prima nella nostra storia – si contano 436.066 cittadini in meno, nonostante l’incremento di 241.066 stranieri residenti. Nel 2018 i nati sono stati 439.747, cioe 18.404 in meno rispetto al 2017. Nel 2018 anche i figli nati da genitori stranieri sono stati 12.261 in meno rispetto a cinque anni fa. E ancora. Dal 2015 il Mezzogiorno ha perso quasi 310.000 abitanti (-1,5%), contro un calo della popolazione dello 0,6% nell`Italia centrale, dello 0,3% nel Nord-Ovest, dello 0,1% nel Nord-Est e dello 0,7% a livello nazionale. Oggi l`Italia che attrae, e che cresce anche in termini demografici, è fatta di un numero limitato di aree, aggiunge il Censis. Su 107 province, 21 non hanno perso popolazione: 6 sono in Lombardia, 9 nel Nord-Est. In quattro anni Bologna ha guadagnato 10.000 residenti, l`area milanese (3,2 milioni di abitanti) ha aumentato la sua popolazione dell`equivalente di una città come Siena (53.000 abitanti in più), cui si aggiungono i quasi 10.000 residenti in più della contigua provincia di Monza. Nell`area romana invece è crollato l`arrivo di stranieri (20.000 in meno tra il 2012 e il 2018) e sono diminuite le iscrizioni dal resto del Lazio e dalle altre regioni, a riprova dell`appannamento dell`appeal della capitale. La caduta delle nascite si coniuga con l’invecchiamento demografico. Nel 1959 gli under 35 erano 27,9 milioni (il 56,3% della popolazione complessiva) e gli over 64 erano 4,5 milioni (il 9,1%). Tra ventfanni, su una popolazione ridotta a 59,7 milioni di abitanti, gli under 35 saranno 18,6 milioni (il 31,2%) e gli over 64 saranno 18,8 milioni (il 31,6%). Sulla diminuzione della popolazione giovanile hanno un effetto anche le emigrazioni verso lfestero: in un decennio piu di 400.000 cittadini italiani 18-39enni hanno abbandonato lfItalia, cui si sommano gli oltre 138.000 giovani con meno di 18 anni, sottolinea il Censis.

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5 ore al dì di tempo libero

Sempre secondo il Censis, gli italiani dispongono mediamente di 4 ore e 54 minuti al giorno di tempo libero (il 20,4% delle giornate feriali). E ne sono molto (13,6%) o abbastanza (52,6%) soddisfatti. Nel 2018 la spesa delle famiglie per attività ricreative e culturali è stata pari a 71,5 miliardi di euro (il 6,7% della spesa complessiva). Gli italiani che prestano attività gratuite in associazioni di volontariato sono aumentati del 19,7% negli ultimi dieci anni, del 31,1% quelli che hanno visitato monumenti o siti archeologici, del 14% quelli che hanno visitato un museo. E sono 20,7 milioni le persone che praticano attività sportive.

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