Giochi rinviati nel 2021 e si chiameranno sempre Tokyo 2020

24 marzo 2020

Come riferiscono il CIO e l’ufficio stampa del governo giapponese, dopo una telefonata tra il premier nipponico Shinzo Abe e il presidente del CIO Thomas Bach, è ufficiale il rinvio delle Olimpiadi entro l’estate 2021 a causa dell’emergenza Coronavirus. Le Olimpiadi del 2021 si chiameranno sempre Tokyo 2020 e “saranno la testimonianza della sconfitta del virus”, ha commentato Abe.

Il presidente del Cio, Thomas Bach, e il primo ministro del Giappone, Shinzo Abe, hanno tenuto una teleconferenza per discutere dell’ambiente in costante cambiamento in relazione a COVID-19 e ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 – si legge nella nota del Comitato olimpico internazionale -. A loro si sono uniti Mori Yoshiro, Presidente del Comitato Organizzatore di Tokyo 2020; il ministro olimpico, Hashimoto Seiko; il governatore di Tokyo, Koike Yuriko; il presidente della commissione di coordinamento IOC, John Coates; Direttore generale del CIO Christophe De Kepper; e il direttore esecutivo dei Giochi Olimpici del CIO, Christophe Dubi.

Il presidente Bach e il primo ministro Abe hanno espresso “la loro comune preoccupazione per la pandemia mondiale COVID-19 e per ciò che sta facendo alla vita delle persone e al significativo impatto che sta avendo sulla preparazione degli atleti globali per i Giochi”. In una riunione molto amichevole e costruttiva, i due leader hanno elogiato il lavoro del comitato organizzatore di Tokyo 2020 e hanno preso atto dei grandi progressi compiuti in Giappone per combattere il COVID-19. La diffusione senza precedenti e imprevedibile dell’epidemia ha visto il deteriorarsi della situazione nel resto del mondo. Ieri, il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato che la pandemia di COVID-19 sta “accelerando”.

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Attualmente ci sono oltre 375.000 casi registrati in tutto il mondo e in quasi tutti i paesi e il loro numero sta crescendo di ora in ora. Nelle circostanze attuali e sulla base delle informazioni fornite oggi dall’OMS, il Presidente del Cio e il Primo Ministro del Giappone hanno concluso che i Giochi della XXXII Olimpiade di Tokyo devono essere riprogrammati a una data successiva al 2020, ma non oltre l’estate 2021, per salvaguardare la salute degli atleti, di tutti i partecipanti ai Giochi olimpici e della comunità internazionale. I leader sono stati d’accordo sul fatto che i Giochi di Tokyo potessero rappresentare un faro di speranza per il mondo durante questi tempi difficili e che la fiamma olimpica potesse diventare la luce alla fine del tunnel in cui il mondo si trova attualmente. Pertanto, è stato concordato che la fiamma olimpica rimarrà in Giappone. È stato inoltre concordato che i Giochi manterranno il nome di “Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo 2020”.

PELLEGRINI “Devo nuotare un altro anno, non ci voglio credere. Sembra una barzelletta, il destino. Avrei preferito gareggiare quest’anno ma, visto tutto quello che sta succedendo e che tanti atleti non hanno la possibilità di gareggiare, la decisione è giusta. Ci prepareremo al meglio. Dovremo riprogrammare tutto, speriamo che il fisico tenga botta ancora per un anno”. Così, in una storia instagram, Federica Pellegrini commenta la decisione del Cio di rinviare i Giochi di Tokyo al 2021.

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CAMPAGNA “Sono abbastanza soddisfatto della celerità della decisione. Ultimamente non mi era piaciuta la comunicazione, stavano cercando di perdere troppo tempo, queste incertezze non fanno bene agli atleti e a noi allenatori che dobbiamo riprogrammare tutto. Ora c`è una data, c`è un obiettivo molto chiaro e a questo punto dobbiamo risettarci e riprogrammarci; tutto sommato è meglio così perché in un anno si spera che le cose tornino in assoluta tranquillità”. A pochi minuti dall’ufficializzazione del rinvio delle Olimpiadi di Tokyo, Sandro Campagna, coach della Nazionale di pallanuoto è intervenuto in diretta su Virgin Radio, ospite di Ringo nel programma “Revolver”.

“Il percorso di costruzione di una squadra parte all`inizio del quadriennio. Ci vogliono 3 o 4 anni pieni. Noi siamo arrivati a questo obiettivo esplodendo l`anno scorso con la vittoria del Mondiale. Avevamo programmato tutto affinché la squadra potesse essere molto preparata, ma noi abbiamo una peculiarità: se lavoriamo con grande intensità e continuità e in maniera molto coesa, possiamo battere chiunque. Se noi non lo facciamo, gli altri fisicamente e geneticamente sono quasi dieci centimetri e dieci chili più di noi e partono avvantaggiati all`inizio. Se noi non avessimo avuto l`opportunità di allenarci in maniera adeguata, avremmo rischiato di non fare una bella figura”.

QUADARELLA “Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere, ma il rinvio era necessario per la salute degli atleti”. Parla così Simona Quadarella dopo il rinvio delle Olimpiadi di Tokyo 2020. La nuotatrice italiana si esprime in diretta a Retesport 104.2fm: “Io sono giovane, un anno cambia poco, ma per atleti più grandi come Pellegrini può essere un problema. È una situazione che non poteva prevedere nessuno”, ha detto. “La prima settimana sono restata a casa – rivela in merito alla quarantena -. Ora mi alleno con tutti gli accorgimenti del caso. Non è una vera e propria preparazione, due settimane fa ero più in forma. A casa passo il tempo guardando serie tv su Netflix leggo, mi alleno. Diciamo che riesco a far passare le giornate”.

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SPADAFORA “Quella di rinviare le Olimpiadi di un anno è una decisione saggia e che ho accolto con grande favore”. A spiegarlo è stato il ministro per lo Sport e le Politiche giovanili, Vincenzo Spadafora. “Gli atleti di tutto il mondo, e con loro le nostre campionesse e i nostri campioni olimpici e paralimpici, attendevano con ansia un pronunciamento chiaro dal CIO per poter programmare e ricalibrare la loro preparazione. Da oggi c’è un nuovo orizzonte, che tutela la salute di sportivi e appassionati, e che consentirà a tutte le federazioni di modificare il calendario e vivere questi giorni difficili con maggiore serenità. Le Olimpiadi del 2021 – aggiunge Spadafora – saranno un momento di grande coesione internazionale per festeggiare, tutti insieme, la più importante celebrazione sportiva e la gioia di ritrovarci uniti dopo mesi di forzato isolamento”.

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