Città soffocate dallo smog: Cremona, Torino e Frosinone le peggiori

Città soffocate dallo smog: Cremona, Torino e Frosinone le peggiori
30 gennaio 2017

Lo smog non allenta la presa e le polveri sottili invadono sempre piu’ le citta’. Anche il 2017 si e’ aperto nella morsa: nei primi 25 giorni di gennaio sono ben 9 le citta’ italiane che hanno registrato oltre 15 giorni di superamento del limite giornaliero previsto per il PM10. Cremona (centralina Fatebenefratelli) con 20 giornate (il 60% di quelle consentite per tutto il 2017), Torino (Rebaudengo) con 19 e Frosinone (Scalo) con 18 giornate, sono le tre situazioni peggiori, seguite da Treviso, Padova, Vicenza e Reggio Emilia con 15 giorni di sforamento (il 40% del totale).I dati sono stati diffusi da Legambiente con il suo dossier “Mal’aria di citta’ 2017”. Dati che non promettono nulla di buono e che fanno seguito ad un 2016 davvero nero per l’aria italiana: lo scorso anno ben 33 citta’ italiane sono risultate fuorilegge con il livello di Pm10 alle stelle, prima fra tutte: Torino (con 89 superamenti), seguita da Frosinone (85), Milano e Venezia (entrambi 73). A livello regionale, le regioni a cavallo della pianura padana sono quelle che hanno registrato le maggiori criticita’. Numeri preoccupanti se si pensa anche ai rilevanti impatti sulla salute: ogni anno, stando alle ultime stime, l’inquinamento dell’aria causa oltre 467 mila morti per inquinamento solo in Europa e i costi sanitari associati quantificabili sono tra 400 e 900 miliardi di euro all’anno sempre in Europa

Legambiente lancia anche la campagna annuale “Pm10 di tengo d’occhio” che monitora l’andamento giornaliero dei 96 capoluoghi di provincia tenendo in considerazione solo le centraline urbane di fondo e di traffico. Far uscire le citta’ dalla cappa di smog e’ una priorita’. Legambiente ne e’ convinta e sfida le amministrazioni disegnando le citta’ di domani, utilizzando le migliori esperienze che gia’ oggi sono una realta’: ecco dunque una metropoli innovativa e sostenibile, sempre piu’ verde dove gli alberi tornano ad essere i protagonisti del centro e delle periferie “sposando” anche l’architettura per dar vita a palazzi che respirano. E poi reti ciclabili, mezzi pubblici e auto elettriche, ecoquartieri, edifici che tornano a nuova vita grazie a progetti di rigenerazione urbana e riqualificazione energetica per centri urbani sempre piu’ smart, partecipativi e inclusivi. Una citta’ che molte amministrazioni, spesso troppo miopi, faticano a vedere e sulle quali invece dovrebbero puntare. In questa partita e’ fondamentale il ruolo delle Regioni nel predisporre piani e misure e nuovi fondi da destinare a progetti innovativi, a partire dal settore della mobilita’, se davvero si vogliono rilanciare i centri urbani, oggi in forte sofferenza e indietro. La citta’ immaginata da Legambiente, spiegata nel dossier Mal’aria, si basa su 10 idee innovative e proposte anti-smog che l’associazione ambientalista ha presentato oggi a Bologna alle Regioni dell’area padana riunite con il ministro dell’Ambiente Galletti per un incontro governativo sulla qualita’ dell’aria e le azioni unitarie da adottare nel bacino padano.

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Per l’associazione ambientalista non si puo’ piu’ perdere tempo ed e’ urgente definire politiche e metterle in pratica, mettendo a sistema quanto gia’ e’ stato fatto di positivo. Si parte col ridisegnare strade, piazze e spazi pubblici e la creazione di zone 30, in cui imporre il limite di velocita’ massimo di 30 km/h. Centri urbani completamente sicuri e rinnovati, in grado di tornare a respirare anche grazie alla creazione di nuovi spazi verdi e alla piantumazione di nuovi alberi in citta’, nelle vie del centro e delle periferie, ma anche sugli edifici e sui tetti perche’ le alberate svolgono un’altra funzione importante: riparano gli edifici dal calore e dal freddo con un risparmio stimato del 10% dell’energia necessaria per regolare la temperatura di un edificio e quindi di emissioni. Un successo quello dei boschi urbani dimostrato anche dai tanti progetti di architettura che stanno prendendo piedi, tra questi anche quello del bosco sociale di Ferrara. La citta’ del futuro si basa anche su una rete ciclabile che attraversa nelle diverse direttrici i centri urbani e sul potenziamento del trasporto pubblico (1000 treni pendolari, metropolitane, tram e 10 mila bus elettrici o a bio-metano) con strade dedicate e corsie preferenziali. Un intervento a basso costo per le amministrazioni comunali e velocemente realizzabile. Spostarsi in bici, o semplicemente camminare, nella citta’ di domani sara’ piu’ semplice, piacevole e sicuro. Sempre in tema di spostamenti, Legambiente mette al centro del restyling urbano anche una mobilita’ a emissioni (quasi) zero ricorrendo alla trazione elettrica e-bike, moto, auto e bus. La mobilita’ di prossimita’, la micromobilita’ (ciclabile ed elettrica) deve connettere tutti alle stazioni e alle fermate dei mezzi pubblici.

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Nella citta’ del futuro disegnata da Legambiente ci saranno poi sempre meno veicoli inquinanti, a partire da quelli diesel. Per arrivare a cio’, e’ fondamentale fissare standard ambientali sempre piu’ alti per l’utilizzo dei veicoli privati circolanti nelle citta’, crescenti negli anni, con limiti nei periodi di picco in modo da avere un quadro chiaro delle prestazioni che si vogliono raggiungere nel parco circolante e stimolare l’innovazione e gli investimenti delle imprese. Limitazioni analoghe devono essere previste anche per i veicoli e i macchinari utilizzati nei cantieri all’interno delle aree urbane e ai veicoli commerciali destinati al trasporto e alla movimentazione delle merci in citta’. In questo periodo di transizione, per limitare l’ingresso nei centri abitati di veicoli inquinanti e per favorire la mobilita’ dolce e l’uso di veicoli piu’ efficienti e a zero emissioni, per Legambiente e’ fondamentale istituire zone a pedaggio urbano (sul modello dell’AreaC milanese) e implementare una differente politica tariffaria sulla sosta. I ricavi ottenuti devono essere interamente vincolati all’efficientamento del trasporto pubblico locale e di forme sostenibili di mobilita’.

Per ridurre i consumi energetici e le emissioni inquinanti e rendere gli edifici piu’ sicuri dal rischio sismico e idrogeologico con l’obiettivo di riqualificare in 30 anni tutti gli edifici pubblici e privati, ovvero il 3% all’anno, si stimano oltre 400 mila interventi all’anno tra ristrutturazioni radicali e ricostruzioni. E’ poi fondamentale intervenire sulle altre fonti di inquinamento, il settore industriale e quello energetico. Per Legambiente occorre dare priorita’ a strumenti come l’Aia e applicare le migliori tecnologie per ridurre le emissioni delle industrie; prevedere programmi di innovazione e riconversione rispetto alle tecnologie e alle lavorazioni maggiormente inquinanti; dotarsi di sistemi di monitoraggio in continuo da installare sui camini e sulle fonti emissive, in modo da avere costantemente un quadro sulle concentrazioni delle sostanze inquinanti che vengono emesse in atmosfera e, nel caso, prendere gli adeguati provvedimenti per la qualita’ dell’aria e la tutela delle persone. Mentre sul fronte delle attivita’ portuali, l’associazione ambientalista  invita a rendere operativi i piani energetici e ambientali (Pea) e a introdurre misure incentivanti per il rinnovo delle flotte. Per ridurre l’inquinamento in citta’, e’ anche importante riscaldare senza inquinare incentivando a partire dalle aree urbane, l’utilizzo delle moderne tecnologie che migliorano l’efficienza e riducono le emissioni, come le pompe di calore che gia’ oggi sono una alternativa.

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