Commissione Ue mette in mora Italia su norme magistrati onorari

Commissione Ue mette in mora Italia su norme magistrati onorari
15 luglio 2021

La Commissione europea ha messo in mora oggi l’Italia riguardo alla sua legislazione nazionale applicabile alle condizioni di lavoro volontario dei magistrati onorari, che non è giudicata pienamente conforme al diritto del lavoro dell’Ue. La Commissione ritiene che la legislazione italiana non rispetti diverse disposizioni degli accordi quadro Ue sul lavoro a tempo determinato e sul lavoro a tempo parziale; della direttiva del 2003 sull’orario di lavoro e della direttiva sulle lavoratrici gestanti.

Diverse categorie di magistrati onorari, quali i giudici onorari di pace, i vice procuratori onorari e i giudici onorari di tribunale, non godono dello status di “lavoratore” in base al diritto nazionale italiano, ma sono considerati volontari che prestano servizi a titolo “onorario”. Non avendo lo status di lavoratore, non godono della protezione offerta dal diritto del lavoro dell’Ue e risultano penalizzati dal mancato accesso alle indennità in caso di malattia, infortunio e gravidanza, dall’obbligo di iscriversi presso il fondo nazionale di previdenza sociale per i lavoratori autonomi, nonché da divari nelle modalità e nei livelli della retribuzione, spiega una nota della Commissione.

A loro è negato anche l’accesso al rimborso delle spese legali sostenute durante procedimenti disciplinari, e al congedo di maternità retribuito. Queste categorie di lavoratori non sono inoltre sufficientemente protette contro gli abusi derivanti da una successione di contratti a tempo determinato e non hanno la possibilità di ottenere un adeguato risarcimento per tali abusi. L’Italia – rileva ancora la nota – non ha istituito un sistema di misurazione dell’orario di lavoro giornaliero di ciascun magistrato onorario. La nuova normativa nazionale adottata nel 2017 non ha ancora fornito soluzioni al riguardo”.

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“Poiché la Corte di giustizia dell’Ue ha recentemente confermato che i magistrati onorari dovrebbero avere lo status di lavoratori – ricorda la nota -, la Commissione ha deciso di avviare una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia”, con l’invio della lettera di costituzione in mora”. L’Italia dispone ora di 2 mesi per adottare le misure necessarie a mettersi in linea con il diritto Ue. Se non lo farà, la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato, secondo stadio della procedura d’infrazione che può concludersi con un ricorso in Corte europea di Giustizia.

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