Conclave, prima fumata nera: nessun Papa eletto, cresce l’attesa universale

Il comignolo sulla Sistina ha emesso il fumo scuro, segno che i 133 cardinali elettori non hanno raggiunto il quorum di 89 voti necessario per eleggere il nuovo Pontefice

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La prima fumata del Conclave nella Cappella Sistina, iniziata oggi pomeriggio per eleggere il successore di Papa Francesco, è stata nera. Alle 21, dopo una lunga attesa, il comignolo sulla Sistina ha emesso il fumo scuro, segno che i 133 cardinali elettori non hanno raggiunto il quorum di 89 voti necessario per eleggere il nuovo Pontefice. Oltre 50mila fedeli, riuniti in Piazza San Pietro, hanno atteso con trepidazione l’esito, segnando l’inizio di un Conclave che si preannuncia complesso e ricco di significato.

Un Conclave ritardato e multiculturale

Rispetto al Conclave del 2013, che elesse Papa Francesco, la prima fumata è arrivata con un ritardo di un’ora e venti minuti. A pesare, secondo fonti vaticane, sono state diverse concause: la meditazione di 45 minuti del cardinale Raniero Cantalamessa, la presenza di 18 cardinali in più rispetto al 2013 (133 contro 115), e il fatto che molti porporati, per lo più neofiti e non italofoni, abbiano richiesto più tempo per le operazioni di voto. Questo Conclave, il più globalizzato della storia, vede cardinali provenienti da 70 Paesi, rappresentanti di ogni continente, da grandi metropoli a comunità perseguitate.

La prima votazione di oggi è stata un test iniziale per “contarsi” e valutare i pesi dei favoriti. Tra i nomi più accreditati spicca il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, seguito da Francis Prevost, Jean-Marc Aveline, Pierbattista Pizzaballa e Matteo Zuppi. Non mancano outsider come Ángel Fernández Artime, Mauro Gambetti e Mario Grech, stimati nel collegio cardinalizio.

Le regole del Conclave

Secondo la Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, da domani, 8 maggio, i cardinali procederanno con quattro votazioni giornaliere: due al mattino e due al pomeriggio. Ogni elettore riceverà una scheda con la frase in latino “Eligo in Summum Pontificem”, su cui scriverà il nome del candidato. Dopo il giuramento solenne – “Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto” – la scheda viene depositata nell’urna. Lo scrutinio, affidato a tre cardinali estratti a sorte, avviene leggendo a voce alta i nomi. Se un candidato ottiene almeno 89 voti, viene eletto, ma deve accettare formalmente e scegliere il nome pontificale. Solo allora le schede saranno bruciate per la fumata bianca.

In caso di esito negativo, le fumate nere sono previste intorno alle 12:00 per le votazioni mattutine e alle 19:30 per quelle pomeridiane. Se la prima votazione del mattino o del pomeriggio fosse positiva, la fumata bianca potrebbe arrivare rispettivamente tra le 10:30-11:00 o alle 17:00. Dopo la 33ª o 34ª votazione senza esito, si passerà al ballottaggio tra i due cardinali più votati.

L’attesa del mondo e l’Habemus Papam

Quando la fumata bianca annuncerà l’elezione, il cardinale protodiacono Dominique Mamberti proclamerà l’Habemus Papam dalla Loggia Centrale della Basilica di San Pietro, rivelando il nome del nuovo Papa e il suo nome pontificale. Il Pontefice impartirà poi la benedizione Urbi et Orbi, primo atto pubblico del suo pontificato. L’attesa per questo momento potrebbe richiedere almeno 30 minuti dalla fumata bianca.

Piazza San Pietro, blindata con 4.000 unità delle forze dell’ordine e sistemi anti-drone, ha accolto oltre 50mila fedeli per la prima fumata. La gestione dei flussi, simile a quella per i funerali di Papa Francesco, prevede fino a 1.000 operatori della Protezione Civile per l’eventuale fumata bianca. Le dirette televisive terranno gli occhi puntati sul comignolo della Sistina, unico canale di comunicazione tra i cardinali e il mondo.

Il profilo del nuovo Papa

Nelle dodici Congregazioni generali pre-Conclave, i cardinali hanno tracciato l’identikit del futuro Pontefice: un leader “dallo spirito profetico”, vicino alla gente, capace di guidare una Chiesa missionaria che “non si richiuda in sé stessa” e porti luce in un mondo segnato da crisi e disperazione. Il cardinale decano Giovanni Battista Re, nella messa pro eligendo, ha sottolineato l’attesa del mondo per una Chiesa che salvaguardi valori umani e spirituali.

Un Conclave storico

Con 108 cardinali al loro primo Conclave e un’età compresa tra i 45 anni di Mykola Bycok e i 79 di Carlos Osoro Sierra, questo è il Conclave più affollato e variegato della storia. La presenza del cardinale Vinko Puljić, nonostante problemi di salute, testimonia l’importanza dell’evento. La segretezza è garantita da misure tecnologiche che limitano le comunicazioni intorno al Vaticano, mentre i cardinali, giurando sul Vangelo, si sono impegnati a mantenere il riserbo assoluto.

Domani, 8 maggio, il Conclave riprende con nuove votazioni. Il mondo attende, tra speranze e preghiere, la scelta del successore di Pietro, chiamato a guidare la Chiesa in un’epoca di sfide globali.