Coro Ratisbona, 547 bambini vittime violenza. Per 30 anni l’ha diretto fratello papa Ratzinger

19 luglio 2017

Almeno 547 bambini del celebre coro cattolico tedesco di Ratisbona sono rimasti vittime di maltrattamenti e abusi compiuti tra il 1945 e l’inizio degli anni ’90. E’ quanto si legge in un nuovo rapporto sulla vicenda. Circa 500 ragazzi del coro di “Regensburger Domspatzen” hanno subito maltrattamenti fisici e 67 sono stati fatti oggetto di aggressioni sessuali e abusi, ha indicato l’avvocato Ulrich Weber. Incaricato dalla Chiesa di fare luce su questa vicenda assurta agli onori della cronaca nel 2010, il legale ha presentato un rapporto conclusivo, diffuso dai media tedeschi. Il Coro di Ratisbona, di antichissime origini, è stato diretto per circa 30 anni – dal 1964 al 1994 – da Georg Ratzinger, fratello del Papa Emerito Benedetto XVI. Le cifre emerse sono largamente superiori a quelle pubblicate nel gennaio del 2016, quando una prima relazione evocava 231 vittime di abusi. A febbraio dell’anno precedente le autorità cattoliche locali ne avevano riconosciuto solo 72.

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I maltrattamenti comprendono la privazione del cibo, percosse e abusi sessuali. La maggior parte dei casi, tuttavia, è ormai prescritta e i presunti 49 autori delle violenze identificati nel rapporto non saranno perseguiti. “Le vittime”, che verranno risarcite con un massimo di 20.000 euro, “hanno descritto i loro anni di scuola come una prigione, come l’inferno e come un campo di concentramento. Molti si ricordano di quegli anni come il periodo peggiore della sua vita, caratterizzato da paura e violenza”, si segnala nel rapporto. Secondo l’avvocato Weber, il fratello del Papa emerito sarebbe stato a conoscenza degli abusi e avrebbe “distolto lo sguardo”: la “cultura del silenzio” regnava nel coro, dove la protezione dell’istituto sembra essere la priorità, secondo il legale. Nel 2010, un ex membro del coro, il direttore d’orchestra e compositore Franz Wittenbrink, testimoniò allo Spiegel sulla presunta violenza di cui sarebbe stato capace Georg Ratzinger, più in generale evocando un “sistema di punizioni sadiche collegate al piacere sessuale”.

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