Coronavirus, Di Maio alla stampa estera: basta con la disinformazione, Italia sicura

27 febbraio 2020

Basta con la disinformazione che danneggia l’Italia e la sua economia. Questo il messaggio del ministro degli Esteri Luigi Di Maio alla stampa estera a Roma durante una conferenza stampa insieme al ministro della Salute, Roberto Speranza, in cui ha chiesto ai giornalisti di dare i dati corretti attenendosi ai bollettini ufficiali e far passare il messaggio che in Italia si può ancora venire. “Siamo passati da un rischio epidemia a una infodemia da disinformazione acclarata che in questo momento sta colpendo i nostri flussi turistici, le imprese e il tessuto economico”, “perché abbiamo la percezione nel mondo di un’Italia tutta colpita, ma non è vero e anche i singoli casi sono stati isolati perché venivano dai focolai”.

Il governo vuole essere trasparente, ha precisato Di Maio, le ambasciate nel mondo e i consolati saranno informati quotidianamente con i dati aggiornati che al momento sono questi, senza minimizzare, ma vanno comunicati soprattutto ai paesi che hanno bloccato i voli per l’Italia o sconsigliato di viaggiare in alcune regioni. “Noi siamo impegnati a trasferire le corrette informazioni che non significa minimizzare ma sono coinvolti lo 0,1 % dei comuni italiani, lo 0,089 in realtà, e tutti i casi che stiamo trovando fuori da questo raggio sono riconducibili a questi due focolai e potrebbe essere che tra poco si scopra che i due focolai in realtà siano collegati e questo ci permetterebbe di delimitare ancora di più l’area interessata”.

E sulle polemiche per il gran numero di tamponi eseguiti, soprattutto all’inizio prima che si decidesse di farli solo alle persone sintomatiche, Di Maio ha chiarito che ne sono stati fatti 10mila, “ma non può essere una colpa, il patrimonio di questi esami permetterà di avere una conoscenza del fenomeno maggiore, un patrimonio acquisito a disposizione di tutti i paesi”. Il direttore scientifico dello Spallanzani Giuseppe Ippolito: “I test che sono stati fatti sono stati fatti nel massimo principio di precauzione, è stato uno scrupolo delle Regioni ma è un patrimonio importante per il paese, un modello per fare ricerca e costruire catene di trasmissione che nessun altro paese avrà”. E ha aggiunto che si sta lavorando a uniformare i dati con gli altri paesi sulla comunicazione dei casi di persone contagiate, ovvero quelli solo clinicamente rilevanti. I positivi in una lista a parte.

 

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