Coronavirus, i 56 italiani in isolamento alla Cecchignola

4 febbraio 2020

Stanno tutti bene anche se sono stati portati per precauzione nella stuttura militare allestita alla Cecchignola, alle porte di Roma, i 56 italiani rimpatriati nella mattinata del 3 febbraio 2020 dalla città di Wuhan, in Cina grazie a un ponte aereo organizzato dal Ministero della Difesa, in collaborazione con il Ministero degli Esteri e quello della Salute. Resteranno in isolamento e sotto osservazione per 2 settimane, il periodo di potenziale incubazione del nuovo coronavirus. A riportare a casa i nostri connazionali, un velivolo KC767A del 14esimo Stormo dell’Aeronautica militare, atterrato nella tarda mattinata all’aeroporto militare di Pratica di Mare, proveniente da Wuhan con un volo diretto. L’aereo, messo a disposizione dal Comando Operativo di Vertice Interforze, era anche equipaggiato con una sistema sanitario di bio-contenimento per eventuali casi di sospetto contagio, che fortunatamente non si è reso necessario.

Anche dal secondo screening, effettuato subito dopo l’atterraggio, infatti, nessuno dei 56 italiani ha mostrato sintomi di contagio. A Wuhan un solo ragazzo di 17 anni non è potuto partire, perché al momento dello screening pre-imbarco, gli è stata riscontrata una temperatura alta e, come previsto dal protocollo, è stato trattenuto in Cina per controlli più approfonditi. Ad assistere i 56 italiani durante il volo da Wuhan a Pratica di Mare un equipaggio composto, tra gli altri, da medici e infermieri specializzati dell’Ospedale Spallanzani di Roma, la struttura – visitata nella serata di lunedì anche dal premier Conte – dove sono ricoverati gli unici due pazienti risultati positivi al contagio in Italia, due cittadini cinesi, al momento in condizioni stazionarie – e dove un team di ricercatori ha isolato il virus 2019-nCoV, mettendolo a disposizione della comunità scientifica. Sempre nella struttura romana un nuovo caso sospetto si è rivelato negativo mentre una ventina di pazienti è ancora sotto osservazione. Intanto il bilancio aggiornato delle vittime causate in Cina dal coronavirus è di 361 morti, un numero maggiore delle vittime causate dalla Sars tra il 2002 e il 2003, che provocò 349 decessi. A Wuhan il 2 febbraio 2020 sono stati registrati 1033 nuovi casi e 41 nuovi morti.

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