Coronavirus in Italia, in un giorno altri 27 morti. Si pensa di allargare le zone rosse. Tampone anche per un ministro

3 marzo 2020

Altre 27 vittime rispetto a ieri. E così i morti da coronavirus salgono a 79. Il puntuale quotidiano bilancio arriva dalla Protezione civile che comunica che i contagiati da coronavirus al momento sono 2263, 1000 dei quali in isolamento domiciliare, 1034 ricoverati con sintomi, 229 in terapia intensiva. Mentre 160 sono i guariti, 11 in più rispetto a ieri. L’88% dell’intero numero di contagiati si trova in Lombardia Emilia Romagna e Veneto. Il Capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli ha anche affermato che “ad oggi sono stati effettuati 25.856 tamponi, 10% in più rispetto a ieri”.

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C’è anche una neonata positiva ma non è grave. “La bimba lombarda ricoverata nei primi giorni di vita è risultata positiva al tampone, non è intubata, era già in un percorso di assistenza post nascita – ha detto il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro in conferenza stampa a Roma -. L’evoluzione clinica viene considerata normale, secondo quanto ne sappiamo”. Lo stesso Istituto superiore della Sanità sta valutando se inserire Bergamo nella zona rossa. “Stiamo analizzando, assieme alla Regione Lombardia, con grande attenzione, l’evoluzione dei nuovi casi nei comuni della cintura bergamasca – ha precisato Brusaferro -. In base a dati di incidenza, cioé nuovi casi o positività, e in base all’R-zero, che rende ragione della trasmissibilità, stiamo valutando l’opportunità di fare questo”, cioé allargare la zona rossa.

PATUANELLI

Anche il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, si sarebbe sottoposto al tampone per il coronavirus. A quanto risulta ad Askanews, il test sarebbe stato necessario dopo l’incontro tra l’esponente del governo e l’assessore regonale della Lombardia, Alessandro Mattinzoli, che è risultato positivo al Covid-19. Ieri il Ministero aveva disposto i controlli previsti dal protocollo sanitario limitandosi a comunicare che erano risultati “tutti negativi” quelli effettuati, senza specificare chi fosse stato sottoposto al tampone.

LOMBARDIA

I casi positivi di coronavirus in Lombardia sono arrivati a quota 1.520, di cui 698 ospedalizzati, 167 in terapia intensiva e 461 in isolamento domiciliare. Lo ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, durante una conferenza stampa in videocollegamento convocata per fare il punto sul tema. I deceduti sono 55 e l’incremento dei casi positivi, ha osservato l’assessore, corrisponde quasi integralmente a quello delle persone ospedalizzate. Segno da un lato del fatto che i tamponi vengono fatto solo alle persone con sintomi e in situazione critica e dall’altro che la patologia sta incrementando in maniera costante. Degli 827 posti, ha spiegato Gallera, 593 sono in strutture pubbliche e 232 in strutture private che stanno mettendo a disposizione i loro posti per fronteggiare l’emergenza. “Stiamo predisponendo altri posti in terapia intensiva nei prossimi giorni”, ha detto Gallera che ha riconosciuto come quello dei posti in terapia intensiva sia un “elemento critico”. ono 220 i posti in terapia intensiva in Lombardia per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Di questi 167 letti sono attualmente occupati da pazienti positivi al tampone. La provincia della Lombardia con il maggior numero di positività al Coronavirus è quella di Lodi con 482 pazienti, seguono Bergamo con 372 casi e Cremona che ne conta 287. La provincia di Pavia è a 122 positività, quella di Milano a 93 di cui 37 a Milano città. I casi positivi in Lombardia sono in totale 1520, come detto, su 9577 tamponi effettuati. Nelle altre province lombarde Brescia 86 positività, a Mantova 15, poi a Monza e Brianza 9, a Varese 7, a Lecco e Como 4 e a Sondrio 3 casi positivi.

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TOSCANA

A oggi, martedì 3 marzo, in Toscana sono risultati positivi al test per il Coronavirus 18 tamponi. Di questi, 5 hanno avuto la conferma di positività da parte dell’Istituto superiore di sanità, i rimanenti 13 sono ancora in attesa di conferma.Cinque nuovi casi sospetti positivi al Coronavirus, registrati tra ieri sera e questa mattina in Toscana, in attesa di validazione da parte dell’Istituto superiore di sanità. Un nuovo caso in Versilia sul territorio della Asl nord ovest: si tratta del figlio di 10 anni del 44enne di Torre del Lago, rientrato con positività da Vo’ (Veneto) e in isolamento domiciliare senza più febbre. I medici dell’Igiene e sanità pubblica della Nord Ovest, considerandolo come caso sospetto in quanto contatto diretto, lo avevano già inserito in isolamento domiciliare fiduciario sotto sorveglianza attiva; sta bene ed è costantemente monitorato. Un altro nuovo caso, sul territorio della Asl nord ovest, è un uomo, di 60 anni, che vive a Capannori (Lucca), familiare di una persona ricoverata a Piacenza, risultata positiva al test del Coronavirus “Covid-19”. L’uomo di Capannori, che ha subito avvertito l’Asl di aver avuto contatti con una persona positiva, è già in quarantena. In particolare, l’uomo presentava un leggero stato febbrile (ma non problemi respiratori particolari).

Un altro caso è stato registrato a Poppi, nel Casentino, in provincia di Arezzo, territorio di competenza della Asl sud est: si tratta di un uomo di 64 anni, residente a Poppi, con contatti da Bologna, ricoverato nel reparto di malattie infettive dell’ospedale “San Donato” di Arezzo e il cui tampone è risultato positivo. La moglie di quest’ultimo, ricoverata con problemi respiratori, è in attesa dell’esito del tampone. Un nuovo caso sospetto positivo al Coronavirus è stato registrato nel territorio di competenza della Asl centro. Si tratta di una donna di 44 anni, che vive a Firenze, ricoverata a Prato, in isolamento, positiva al primo test, sfebbrata, oggi sarà dimessa in isolamento domiciliare. Un nuovo caso sospetto positivo al Coronavirus anche a Careggi: un settantenne con sintomi respiratori, arrivato ieri al Pronto Soccorso tramite un’ambulanza del 118, è risultato positivo al Covid-19. E’ ricoverato nel reparto di malattie infettive in buone condizioni, non risultano contatti di particolare rilievo.

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MILANO, STOP CAUSE CIVILI

A Milano la giustizia civile ordinaria si ferma per scongiurare altri contagi di coronavirus dopo il caso dei due giudici risultati positivi al tampone. Il presidente Roberto Bichi ha infatti disposto una “limitazione di attività di tutto il settore civile” che comporterà il rinvio di tutte le cause ordinarie “a un termine congruo”, ossia dopo il mese di aprile. Saranno invece celebrate normalmente le cause che prevedono procedure di urgenza, relative a amministrazioni di sostegno, alimenti ed espulsioni. Tra queste figura il contenzioso civile sul destino dell’ex Ilva di Taranto, scattato sulla base del ricorso cautelare d’urgenza presentato dall’amministrazione straordinaria contro il progetto di addio del gruppo franco indiano ArcelorMittal, con la prossima udienza in programma venerdì 6 marzo.

Nessuna novità sul fronte penale: i processi proseguiranno con tutte le limitazioni già stabilite lunedì 24 febbraio, pochi giorni dopo l’esplosione del contagio nella cosiddetta “zona rossa” della Bassa Lodigiana: udienze a porte chiuse con l’accesso in aula consentito soltanto alle “persone strettamente necessarie”. La giustizia milanese, dunque, rallenta, ma non si blocca. “Non si può pensare di chiudere il Tribunale, la giurisdizione non si può fermare”, ha chiarito il presidente del Tribunale Bichi. L’allerta scattata questa mattina, dopo la conferma dei due magistrati positivi al coronavirus (il primo in servizio alla sezione autonoma misure di prevenzione, il secondo giudice alla sesta sezione civile) ha richiesto l’intervento del personale Ats per la sanificazione delle aule degli uffici dove lavorano i due giudici, al terzo e al sesto piano della cittadella giudiziaria milanese. Portando anche all’autoisolamento per una quindicina di magistrati entrati in stretto contatto con loro e per un’altra quindicina di persone tra cancellieri e personale amministrativo.

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