Confindustria: un giorno di blocco costa 2 miliardi, politica ci ascolti

Confindustria: un giorno di blocco costa 2 miliardi, politica ci ascolti
31 marzo 2020

L’economia italiana è stata colpita al cuore dal Coronavirus. Uno shock che viene dall’esterno, come “un meteorite”, e che rischia di provocare una “depressione prolungata” con un “aumento drammatico delle disoccupazione e un crollo del benessere sociale”. Ecco perchè occorre tutelare il tessuto produttivo e “agire subito, senza tentennamenti o resistenze: altri Paesi si stanno già muovendo in questa direzione”. E’ questo l’appello rivolto al governo e al mondo politico dal Centro Studi di Confindustria.

“Mai nella storia della Repubblica – è la premessa del Csc – ci si è trovati ad affrontare una crisi sanitaria, sociale ed economica di queste proporzioni”. Questo, secondo gli economisti di Confindustria “è il momento di agire affinchè il nostro Paese possa affrontare adeguatamente questa fase drammatica e risollevarsi quando l’emergenza sanitaria sarà mitigata”. Bisogna, in primis, tutelare lavoratori, imprese e famiglie “con strategie e strumenti inediti e senza lesinare risorse”. Solo mettendo in sicurezza i cittadini e le imprese “la recessione attuale potrà non tramutarsi in una depressione economica prolungata”. Non appena possibile, poi, a giudizio di Confindustria occorrerà mobilitare risorse rilevanti per “un piano di ripresa economica e sociale”. In entrambi le fasi “un’azione comune o almeno coordinata a livello europeo sarebbe ottimale; in assenza di questa possibilità, la risposta della politica economica nazionale dovrà essere comunque tempestiva ed efficace”.

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Guardando ai numeri, il Csc ha calcolato che ogni settimana in più di blocco normativo delle attività produttive potrebbe costare una percentuale ulteriore di Pil dell`ordine di almeno lo 0,75%, pari a circa 13,5 miliardi di euro. La caduta cumulata del Pil trimestrale (che è pari a 430 miliardi) nei primi due trimestri arriva a -10%. Il Coronavirus, dunque, affonda il Pil italiano. Nel 2020 il prodotto interno lordo subirà un crollo del 6% portando l’Italia in profonda recessione. Il dato – avvertono gli economisti di Confindustria – potrebbe essere peggiore nel caso in cui le attività produttive non riaprissero a marzo. Sul fronte del lavoro l’impatto delle misure di contenimento sarà pesante. Il tasso di disoccupazione risalirà quest’anno all’11,2% dal 9,9% del 2019. Nel 2021, secondo il Csc, tornerà invece a scendere attestandosi al 9,6%. L’occupazione totale, in termini di Ula, nel 2020, calerà del 2,5%.

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